Solaria Azienda Agricola Boccea valorizza l’agricoltura e crede nella straordinaria ricchezza dell’ambiente. La bottega agricola è inserita all’interno della tenuta e propone prodotti biologici di alta qualità, diventando una straordinaria occasione per coinvolgere le persone nella conoscenza dell’agricoltura. È anche un’interessante opportunità sociale per socializzare con gli abitanti del quartiere Boccea, situato nella periferia Nord di Roma.
Sono variegati i prodotti da acquistare nella bottega agricola: carne bovina allevata al pascolo, polli ruspanti, olio extravergine d’oliva, ortaggi di stagione appena raccolti nel vicino orto aziendale, miele millefiori e una nuovissima linea di conserve (passate di pomodoro, ragù di carne, crema di melanzane, di ceci, giardiniera, carciofi sott’olio) realizzate con i prodotti della campagna con ricette di famiglia. Non può mancare il cibo sano e naturale per seguire un’alimentazione genuina.
Le persone possono visitare l’azienda e vedere i bovini al pascolo, l’orto, il pollaio, le arnie, l’uliveto, immergendosi in un paesaggio incontaminato, tipico della campagna romana, previo appuntamento. Con Anna Federici, imprenditrice agricola, vogliamo entrare nell’azienda per conoscere le peculiarità della lavorazione agricola e delle diverse opportunità da valorizzare a beneficio dell’ambiente.
Perché nasce la bottega agricola?
«L’azienda è bene inserita nel territorio e il tema dell’ambiente ha determinato alcune scelte che abbiamo intrapreso. Siamo partiti dagli ecosistemi dell’azienda e abbiamo deciso quali potevano essere le attività più adatte per questo territorio, basandoci ovviamente anche su quelle che erano le tradizioni storiche. Ed è proprio per questo motivo che l’allevamento fa parte dell’agricoltura laziale.
Credo che, da un punto di vista economico, realizziamo un grande servizio ecologico perché la massima nutrizione di questi territori, la manutenzione della fertilità dei terreni, della biodiversità sono valori estremamente importanti. La ricchezza di humus nei suoli rispetto alla perdita continua che si registra nelle grandi aziende, dove si realizzano monoculture industriali, è decisamente una ricchezza per la popolazione.
Non posso tralasciare un altro aspetto culturale: l’azienda è aperta alla popolazione e promuoviamo visite per insegnare che cosa è l’agricoltura. C’è un grande scollamento attuale tra quello che è il prodotto agricolo e quello che viene percepito dal consumatore. La persona che acquista non conosce bene come è fatto il pollo o come viene coltivata una carota, perché c’è l’abitudine di entrare in un supermercato e raccogliere i prodotti direttamente dal banco.
Permettere alle persone di entrare in un’azienda agricola, al fine di illustrargli cosa è un prodotto, è sicuramente un passaggio che potrebbe fargli percepire in un’altra maniera che cosa è l’alimentazione. Pertanto potrebbero curare maggiormente la loro nutrizione.
Tra l’altro dobbiamo sempre ricordare che i danni causati da cibi industriali sono conosciuti dalla maggioranza delle persone. Faccio un esempio per spiegare meglio. Un cereale mangiato durante la prima colazione è ricco di tremila ingredienti, ed è sicuramente meno sano di un uovo fresco che una persona può mangiare se riesce a prenderlo direttamente nel pollaio».
Il ruolo dell’ambiente e dell’agricoltura nell’economia italiana?
«L’azienda agricola multifunzionale come la nostra con tante produzioni ma non in quantità eccessive (soprattutto produzioni realizzate con cura e con qualità) non può vendere i propri prodotti alla grande distribuzione perché saremmo spacciati subito. A questo punto la scelta della vendita mediante la bottega agricola e anche attraverso l’e-commerce ci consente di commercializzare direttamente i nostri prodotti.
La bottega agricola ci ha permesso anche di far conoscere le altre aziende del territorio che producono prodotti complementari: formaggi, conserve di frutta o altri prodotti che non produciamo.
La maggioranza della nostra produzione è composta di carne bovina, pollo, uova, conserve, ortaggi, olio. Vendiamo anche pane, pasta di laboratori limitrofi, ottimi formaggi e salumi di altri agricoltori sempre laziali. La nostra bottega agricola, quindi, vuole essere il punto di riferimento del territorio, per cercare di avere un margine maggiore rispetto a quello che si può ottenere con la grande distribuzione».
C’è qualche prodotto di punta?
«È la carne bovina dei nostri animali allevati al pascolo. A seguire abbiamo l’olio di oliva. Voglio sottolineare che anche questo è un prodotto pregiato con la molitura realizzata entro le otto ore dal raccolto delle olive. Subito dopo vengono portate al frantoio, che non è molto vicino ma è decisamente molto serio, Colli Etruschi. Poi abbiamo i nostri ortaggi e le conserve che ne derivano, i polli e le uova. Vendiamo anche ceci, cereali, grano, orzo, lenticchie».
Qual è la lavorazione scelta in azienda?
«Il nostro metodo è quello biodinamico per la coltivazione dei terreni. Voglio sottolineare che il metodo biodinamico si differenzia dal biologico perché è un metodo più legato al mondo dell’ecologia oppure al mondo dell’agroecologia, che è il termine forse più accettato anche dagli accademici. Tutto ciò significa conferire molta importanza alle rotazioni colturali, alle consociazioni culturali, alla cura dei terreni e dei suoli, cercando di utilizzare il meno possibile i prodotti di sintesi chimici».
C’è qualche particolarità dell’azienda?
«La peculiarità dell’azienda è l’uliveto. Sono circa duemila ulivi che furono piantati negli anni ’50 con filari molto distanti l’uno dall’altro. Questa non è una zona particolarmente vocata per l’uliveto però, quando furono piantati, decisero questa distribuzione degli ulivi per cercare di evitare quelle che potevano essere le problematiche di un uliveto specializzato dove le piante erano molto vicine. Sono filari distanti tra loro di 40 oppure 80 metri dove è possibile coltivare.
Nell’uliveto abbiamo diversi servizi ecosistemici, come si definiscono, che interagiscono. C’è il pascolo delle vacche e quest’ultime realizzano una potatura bassa laddove le piante dell’ulivo si ramificano, quindi diventa una prima pulizia degli ulivi in maniera naturale.
Allo stesso tempo sono proprio le vacche a concimare le zone circostanti dove sono piantati gli ulivi. Gli stessi ulivi forniscono ombra alle vacche e quando potiamo gli ulivi lasciamo in terra le potature, così mandiamo gli animali che si nutrono di queste foglie di ulivo durante i mesi invernali.
È bene ricordare che le potature degli ulivi hanno ottime caratteristiche nutraceutiche. Gli animali (mandrie di vacche con vitelli), pertanto, quando devono mangiare non hanno bisogno di foraggio perché è direttamente in terra sotto gli alberi di ulivo. Le vacche tolgono agli ulivi la chioma dell’albero di circa 20 – 25 centimetri che viene mangiato, per cui anche il paesaggio è curioso perché si vedono ulivi come se fossero potati alla stessa altezza. Però è un sistema che si regge molto bene e l’ulivo insieme all’animale e alla coltura all’interno si sviluppano molto bene».