Stamperia Pascucci di Gambettola (FC): stampe colorate come espressione di una passione che continua nel tempo

Articolo di Caterina Siciliano

La stamperia Pascucci di Gambettola è una bottega ricca di storia, di poesia, di passione e amore che  si tramanda di generazione in generazione. Tra collaborazioni familiari e con altri artisti e poeti, la  bottega occupa, attraverso spazi fisici dedicati, le varie fasi della realizzazione delle stampe  romagnole, raccontando la magia presente dall’utilizzo delle tele in materiali naturali, le innumerevoli  decorazioni, sempre con colori autoprodotti, tra cui il ruggine, quello tipico, fino ad arrivare alla fase  di fissaggio e stiratura. Al suo interno, ognuno realizza il proprio lavoro in maniera lenta, andando a  recuperare quelle emozioni che provengono dai nostri cinque sensi, lasciando la scia di un profumo  di poesia per tutto il paese e anche altrove. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Riccardo, raccontaci quando è nata la tua attività e qual è la storia della vostra bottega. 

La nostra famiglia è qui a Gambettola dal 1926 e questa è la data d’inizio della nostra attività.  Originari delle Marche, dove già lì facevano questo lavoro, trasferiti tutti a Gambettola perché in  questa zona si faceva la canapa e la canapa voleva dire lavoro per la bottega: lavoro di tintoria,  stiratura e stampa a mano. È una tradizione che si tramanda per generazioni, quindi rimane sempre la  stessa famiglia operante. Io, per esempio, faccio parte della sesta generazione operante, c’è già mio  figlio che è della settima e la figlia di mio fratello che è anche lei della settima. Oggi siamo io e mio  fratello che creiamo e lavoriamo in questa generazione. La nostra famiglia dalle Marche aveva portato  con sé delle stampe, dei colori, specialmente il color ruggine, che il colore della tradizione romagnola,  un colore che si ricava ancora oggi da una formula segreta sempre tramandata con la stessa ricetta,  con cui si stampano le tele ancora oggi. 



Qual è il settore di appartenenza della vostra realtà artigiana? 

Il nostro lavoro appartiene soprattutto al mondo artigiano, al mondo che lavora con le mani, che crea,  che dà delle risposte alle domande che sono esigenze di gente che si serve del nostro prodotto.  Nell’800 si stampavano le coperte da buoi, per dire che allora erano quelle le richieste che andavano  per la maggiore. Nel ‘900 si stampavano le tende da spiaggia; la riviera romagnola era piena di queste 

tele che davano ombra e ospitalità ai turisti. Lì sotto i nostri genitori passavano a vendere le tele,  quindi da lì è partito tutto un lavoro di pubblicità del nostro lavoro e anche il discorso della creatività  all’infinito: dalle tende e le coperte si è passati a tovaglie, grembiuli da cucina, canovacci, tutto quello  che si può produrre con le tele e tutte naturali: di lino, canapa e cotone. È una realtà che si serve di  diverse figure: quelli che facevano la tela, che preparavano i colori, quelli che preparavano gli stampi,  soprattutto in legno di pero inciso a mano. Un artigiano in famiglia, infatti, è proprio addetto  all’intaglio del legno: li faceva il nonno, lo zio, ora li fa mio fratello, però c’è tutta una serie di ragazzi  che lavora in bottega che imparano un mestiere, un’arte, anch’essa tramandata ad altri lavoratori. 

Cosa producete e qual è il vostro prodotto di punta? 

Le produzioni sono le più varie: dal passato come ho detto prima, ma da questi sono nati altri lavori,  come le tovaglie della tradizione romagnola che nascono sulla falsa riga delle coperte da buoi; le  greche sulle tende da spiaggia sono disegni che poi abbiamo utilizzato per asciugamani, lenzuoli,  tutto quello che è la produzione della tradizione. Poi c’è stato un passaggio nell’anno 2000, in cui ho  incontrato Tonino Guerra, uno dei primi artisti che ha iniziato a collaborare con la bottega e con lui  tanti altri artisti, tante collaborazioni che hanno dato alla bottega molte novità. Per esempio, con  Tonino Guerra abbiamo creato gli arazzi, i tessuti da appendere ai muri, come diceva lui “per  raccontare le favole”, non solo per raccontare la tradizione ma anche la poesia e lui come tanti altri,  come Dario Fo, Gianfranco Zavalloni, Mantegazza, per ricordarne solo alcuni, ma sono tantissimi gli  artisti con cui abbiamo collaborato per produrre delle novità. 

Utilizzate un metodo di lavorazione particolare? Se sì, quali sono le fasi del vostro lavoro?  Raccontateci le vostre tecniche del mestiere. 

Il nostro lavoro si avvale di una tecnica tradizionale, cioè quella che viene tramandata di generazione  in generazione. La stampa a mano viene fatta con il blocco di legno, che viene bagnato in un telaio,  dopodiché viene messo sulla stoffa e poi battuto. Questa è la tecnica che si mantiene nel tempo, poi  cambiano ovviamente i disegni, i prodotti. Poi dal 2000 con Tonino Guerra abbiamo aggiunto la  pittura, quindi diventa una tecnica mista: dalla stampa si aggiunge la pittura e con la pittura andiamo  a colorare i tessuti in maniera originale. Cioè, non è più statico solo con il disegno: con la pittura 

riusciamo a creare un’innovazione che crea arte, con la quale riusciamo sempre a trovare cose nuove  da creare perché con la pittura l’incanto è maggiore. 

Che cos’è il “mangano” e a che cosa serve? 

Alla fine del lavoro, dopo gli sviluppi, i fissaggi, lavaggi del tessuto, dopo che tutto è stato asciugato,  tutto dev’essere stirato. Ora c’è una lavanderia che provvede a farlo ma un tempo si usava un mangano  che è questa macchina che stirava la tela. È stata costruita nel 1826, segna l’inizio dell’attività, che  noi abbiamo definito come nascita del nostro lavoro. Due persone preparavano la tela, veniva ben  tirata attorno a un rullo, poi si iniziava la stiratura girando attorno al torchio, si muoveva tutto 

l’ingranaggio e questo cassone pieno di sassi si muoveva avanti e indietro. Una volta arrivato in  fondo, andava in bilancia, veniva tolto da sotto il rullo, veniva messo il rullo con la tela e poi bastava  girare avanti e indietro che la tela si stirava a freddo con il peso. Era una stiratura molto efficace che  ammorbidiva le tele. 



Avete progetti per il futuro? Se sì, quali? 

I progetti sono sempre all’ordine del giorno perché i clienti e gli artisti propongono sempre qualcosa  di nuovo e si sperimenta. È tutto sempre in movimento. Tutto quello che abbiamo sempre fatto magari  è molto diverso dalle esigenze di ora e con internet che aiuta, ingrandisce e modifica i disegni e dà la  possibilità di studiare cose nuove. Sicuramente gli artisti del futuro faranno cose totalmente nuove e  varie, idee che nascono con stimoli esterni e da cuori che capiscono che sono cose che possano essere 

messe sul mercato. Creiamo poesie, storie, qualcosa che possa sostenere la bottega e che le persone  abbiano piacere ad avere in casa. 









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Sfumature di Birra S.r.l
Articolo di Sara Ausilio