Quello delle api è un mondo meraviglioso, e noi lo sappiamo bene. Un mondo che richiede, a gran voce, di essere salvaguardato e rispettato.
Oggi abbiamo avuto il piacere di incontrare Martina Bigi, apicoltrice e proprietaria di una sua azienda agricola, e la storia che ci ha raccontato è una storia dolce, fatta di passione, di miele e di attenzione, per aiutarci a scoprire ancora di più, attraverso il suo lavoro, l’importanza di questi piccoli insetti impollinatori.
Cosa puoi dirci a proposito del tuo progetto?
“La mia è una piccola azienda nata con un altro disegno. La mia passione per il mondo delle api però mi ha portata a concentrarmi unicamente su di loro.
Il modo in cui gestisco gli alveari segue una linea naturale e da qui sboccia l’incontro tra le api e l’agricoltura. Le mie api, infatti, hanno casa soprattutto nel vigneto di Emanuele (suo marito, viticoltore e proprietario di Terre Apuane). Con il tempo, appassionandosi anche lui alle api, ha modificato la visione della gestione della vigna, dei trattamenti, ma proprio anche dell’interazione ambiente-insetti e, di conseguenza, è cambiata la qualità dell’uva e la qualità del prodotto finale. Avere le api nel vigneto è una risorsa e una bellissima esperienza che stiamo portando avanti.
Generalmente dove ci sono coltivazioni è impossibile fare apicoltura: l’agricoltura tradizionale prevede spesso l’uso di diserbanti e di pesticidi che interrompono tutta una collaborazione e un ciclo vitale importantissimo.
Il bello è proprio questo: riportare qualcosa dove solitamente siamo abituati a non trovarcelo più.”
Quali tipi di miele vengono prodotti?
“La produzione del miele, in questa zona, è soprattutto acacia, millefiori e castagno. Qui siamo nella provincia di Massa Carrara, in cui si trova la Lunigiana che è il primo miele DOC d’Italia e quindi c’è anche questa valorizzazione aggiunta. In questa vigna viene prodotto un pochino di acacia, dell’ottimo millefiori e spesso anche dell’ottima melata di bosco. La melata è una produzione simile al miele, scura e balsamica ma, invece che essere fatta con il nettare dei fiori, deriva dalle secrezioni zuccherine degli alberi o dalla collaborazione con degli afidi che rilasciano questa sostanza zuccherina sopra le piante. Le api la prelevano, la rielaborano e ne fanno appunto melata. Come gusto è molto simile al miele, un pochino più aromatica, più ricca di sali minerali visto che viene dalla linfa e oggi viene usata tanto soprattutto dagli sportivi.
L’Italia ha una varietà di tipi di miele impressionante e ogni posto ha dei millefiori, ognuno caratterizzato proprio dal luogo da cui proviene, dall’ambiente. Il miele infatti è la descrizione dell’ambiente.”