Across the glass: quando la passione per il vetro si trasforma in arte

Articolo di Floriana Vitiello

Il vetro è stato scoperto in modo accidentale nel 5.000 a.C. e, da allora, ne ha fatta di strada, fino a  diventare uno dei materiali più usati e duttili. Oggi troviamo il vetro in diverse declinazioni: cristallo,  autopulente, isolante, fotovoltaico e creativo. 

Proprio il vetro creativo è il punto di forza di Across the Glass, il laboratorio torinese di Erika Fracassa, dove  la passione per l’arte si manifesta con la realizzazione di oggetti in vetro e la restaurazione di antiche  vetrate. Un’arte come questa si tramanda da secoli e, tutt’oggi, è possibile trovare, nel laboratorio di Corso  Regina Margherita, un angolo dove imparare un antico mestiere o semplicemente scoprire tecniche per un  nuovo hobby. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


H2 Come nasce la sua passione per il vetro e da dove deriva l’idea di avviare un laboratorio come Across  the Glass? 

Il vetro è arrivato nella mia vita circa 20 anni fa quando ho conosciuto la mia maestra Lucia Chirico che mi  ha trasmesso la sua passione per questo materiale. Con lei ho iniziato un percorso di studi che è durato 3  anni presso la Scuola Artigiani e Restauratori di Torino, dove ora insegno. Negli anni questa passione è  andata avanti, fino ad oggi, anche se l’aggiornamento e la ricerca è continua, infatti grazie al vetro ho la  possibilità di imparare sempre cose nuove. Dopo qualche anno sono riuscita ad aprire il mio primo  laboratorio, nel 2012, ma è da 7 anni che sono in Corso Regina Margherita. 



H2 A quale tipologia di clienti si rivolge? 

Nel mio laboratorio passano tantissime persone: molti sono privati, che acquistano l’oggetto da regalare  (dal gioiello al piccolo manufatto) oppure persone che richiedono la realizzazione di vetrate per le loro case.  

Mi occupo anche di restauro di vetrate, perciò, tra i clienti ci sono anche privati che si affidano a me per  riparare il vetro rotto dell’anta di un mobile o di una porta.  

Inoltre, occupandomi anche di restauro dei Beni culturali mi capita di lavorare tanto con gli Enti pubblici. H2 In cosa consiste la tecnica Tiffany? 

La tecnica Tiffany è una lavorazione che deriva dalle famose lampade omonime: i famosi paralumi creati da  Louis Comfort Tiffany alla fine dell’800 nel Stati Uniti. La lavorazione in questione parte dalla sagomatura  del vetro piano (a mano), poi, si persegue con la molatura dei pezzi con una puntina diamantata.  Successivamente, c’è la fase di nastratura dei pezzi con un nastro di rame e, infine, c’è la colatura di stagno  tra una tessera e l’altra, per poter avere l’unione dei vari pezzi e, dunque, il manufatto finale. Volendo si  può applicare una finitura che può essere scura o di altre colorazioni. 

H2 Cos’è la lavorazione a lume? 

La lavorazione a lume è un’altra tecnica molto antica che ha origine a Murano. Attualmente viene  impiegata in tutto il mondo per la creazione di piccoli oggetti e perle di vetro. Io la uso soprattutto per la  realizzazione perle che vengono create partendo da bacchette di vetro colorate, prodotte a Murano.  Applicando un fonte di calore a circa 400°C il vetro si scioglie, in questo modo è possibile colare il vetro fuso  su una bacchetta d’acciaio. Lavorando molto velocemente si ottiene una forma sferica, quindi la nostra  perla che viene fatta raffreddare in maniera graduale, poi pulita e montata per realizzare collane e altri  gioielli. 



H2 Quale sarà il futuro del vetro artistico? 

Il futuro del vetro artistico è a rischio, perché di artigiani che lavorano questo materiale ce ne sono pochi.  Per questo motivo, uno dei miei obiettivi per il futuro è quello di riuscire a tramandare le tecniche che 

conosco alle generazioni future. Per questa ragione do molta importanza alla parte dell’insegnamento, sia  con i corsi che tengo nel mio laboratorio che come insegnate alla scuola Artigiani e Restauratori di Torino.




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