Attraverso ItalianBees, raccontiamo le nostre ricerche sul territorio, sui preziosi tesori che ogni provincia italiana nasconde, rispolverando memorie, radici, ricordi.
Recentemente abbiamo approfondito la vocazione della provincia di Varese rispetto alla produzione di vino, soprattutto Nebbiolo, vitigno a bacca rosa, considerato tra i più nobili d'Italia.
Rosso rubino che, con l'invecchiamento, tende al granato, dal profumo intenso e complesso è un vino impegnativo, elegante e molto apprezzato dagli intenditori.
Sono andata a visitare Alessio Fornasetti, dell’azienda vitivinicola Torre San Quirico, che mi ha raccontato come nasce il suo Nebbiolo.
Buongiorno Alessio, come e quando è nata l’azienda agricola Torre San Quirico e quali scelte agronomiche e varietali ne caratterizzano l’identità?

Nel 2008 abbiamo ufficialmente ripreso l’attività di Torre San Quirico, ad Azzate, in provincia di Varese, rivalorizzando i suoi vigneti storici.
Questi erano già stati reimpiantati tra il 2000 e il 2001, ma sono stati formalmente attivati proprio nel 2008, con la nascita dell’azienda vitivinicola.
La presenza della nostra attività, in realtà risale al 1700, e ne troviamo tracce nel catasto di Maria Teresa d'Austria, un registro assai antico dei terreni e delle proprietà, considerato un precursore dei moderni sistemi catastali che ha avuto un impatto duraturo sulla gestione del territorio e sulla fiscalità.
La superficie sulla quale alleviamo i nostri vitigni non è molto estesa, è di circa 3 ettari, ecco perché l’espressione della produzione deve necessariamente orientata all’eccellenza.
Il Nebbiolo, a tal proposito, si presta molto bene a questa impostazione, motivo per cui è stato da noi scelto come unica varietà presente nei nostri vigneti.
Ci siamo specializzati in modo assai radicale e innovativo, attraverso scelte coraggiose e, essendo l’azienda sita su una collina, abbiamo optato per un impianto dei filari che seguisse un orientamento a balze con sistema “giro appoggio”, disposto su più livelli, balza dopo balza, fino ai piedi della collina.
Le balze sono terrazzamenti ricavati lungo il terreno finalizzati a evitare l'erosione e che favoriscono coltivazioni ottimali.
Il sistema di impianto dei filari in appoggio al terreno, invece, consente loro di seguire le curve di livello della collina, facilitando la lavorazione e migliorando il drenaggio.
La tecnica di coltivazione è il Guyot, una scelta adatta alla varietà Nebbiolo, è largamente diffusa in Piemonte, nella zona del Barolo, in provincia di Novara – nella zona di Ghemme e Gattinara - e anche in Valtellina.
Questa modalità di coltivazione sta progressivamente sostituendo il cordone speronato, che vuole tralci potati corti (speroni) e rami fruttiferi che si sviluppano da un cordone permanente.
Il Guyot, invece, prevede il rinnovo annuale dei tralci fruttiferi e uno o due cordoni rinnovabili non permanenti.
Ci parli dell’identità produttiva delle vostre etichette
La vinificazione del Nebbiolo è strettamente legata al rapporto con il legno, come accade anche con altre varietà, con particolare importanza rispetto agli spessori e alle qualità delle doghe delle barrique.
I tannini, notoriamente rudi e difficilmente dominabili, si trasformano all’interno delle pregiate botti francesi, ottenendo morbidezza, rotondità e gradevolezza che rendono il nostro Nebbiolo molto gradevole e armonioso nelle espressioni aromatiche e sensoriali.
Abbiamo fatto la scelta coraggiosa di produrre un solo vino: Hanc Turrim In Summo Clivo (ovvero: Questa torre in cima alla collina) è quanto riportato sulla targa all’ingresso della nostra Torre San Quirico, nonché nostra grande fonte di ispirazione.
Non è dunque una scelta casuale o prettamente creativa il nome del nostro Nebbiolo, Sommo Clivo, che evidenzia invece un concetto fondamentale nella viticoltura: l’importanza di coltivare i nostri vigneti nella parte alta della collina.
Ci troviamo infatti a circa 500 m di quota, dove troviamo le condizioni ideali per un allevamento di qualità, che si riflettono in ogni calice del nostro amato Nebbiolo.
Alessio mi ha parlato delle caratteristiche del Nebbiolo Sommo Clivo e di Bagaj, la seconda etichetta di Torre San Quirico.

Essendo la nostra azienda focalizzata su un unico tipo di vino, rispettiamo molto l’andamento delle diverse stagioni e delle annate, in modo da caratterizzare bene la variabilità del Nebbiolo.
Questo ci permette di portare in tavola annate diverse, ognuna con la sua personalità, creando un insieme sempre interessante e armonico.
Per esempio, l’annata del 2016 è straordinaria, con caratteristiche aromatiche particolari che la rendono unica.
Abbiamo anche un’altra etichetta, Bagaj, il vino di una volta sola, che rappresenta una memoria liquida della primissima vendemmia di una vigna nuova, impiantata nel 2018, avvenuta nel 2020.
Il suo nome, Bagaj, in dialetto milanese significa ragazzo-ragazzotto, a ricordare la freschezza, l’energia e l’unicità di un giovane.
Una serie limitata che celebra un momento irripetibile: la prima vendemmia di una nuova vigna che, per ovvie ragioni, non avrà replica.
La barricaia di Torre San Quirico è il forziere dell’attività, un luogo suggestivo e assai curato, perché qui il vino evolve a strettissimo contatto con il legno, acquisendo alcune caratteristiche che ne determineranno la complessità aromatica e la struttura.
Ogni annata ha il suo corredo di barrique nuove e infatti, per garantirne le caratteristiche specifiche e uniche, non ne usiamo mai di secondo o terzo passaggio.
Qui è dove si crea il rapporto tra i tannini e la qualità di trasformazione e affinamento che conferiscono le querce della foresta centrale dell’Allier, famose per la produzione di legno di alta qualità usato appunto nelle barrique.
In che modo il rispetto per l’ambiente e la valorizzazione della biodiversità si integrano nel vostro lavoro quotidiano di Torre San Quirico?
Per godere appieno delle caratteristiche del terroir di Torre San Quirico occorre valorizzare la biodiversità e la coesistenza di diverse specie sul territorio.
La biodiversità è fondamentale perché ha un’influenza diretta e tangibile sulle qualità della produzione.
Ecco perché valorizziamo fauna e flora, cercando di mantenerne sempre il giusto equilibrio, perché un ecosistema sano genera un vino autentico.
Da qualche anno collaboriamo con il Gruppo Insubrico di Ornitologia per creare un’oasi avifaunistica all’interno della nostra azienda.
Si tratta di una realtà del territorio molto importante che ha lo straordinario obiettivo di valorizzare, sempre, gli elementi naturalistici di interesse collettivo.
Abbiamo dunque inaugurato questo ingresso nel mondo dell’avifauna partecipando al Congresso Nazionale di Ornitologia, che si è tenuto a Varese nel 2023.
Quale altra visione guida la vostra attività vitivinicola?
Lo scopo della nostra attività è sicuramente quello di valorizzare il territorio ma anche di soddisfare le richieste della nostra collettività, fatta di consumatori, ovvero clienti privati, enoteche oppure distributori.
Il territorio di Varese ha un enorme potenziale di sviluppo della viticoltura qualitativa, tuttavia non ancora valorizzato adeguatamente.
Ecco perché insistiamo affinché gli enti amministrativi preposti e gli imprenditori e investitori di settore prendano atto di questo potenziale, supportando l’imprenditoria giovanile attraverso aggiornamenti e aiuti finanziari.
Il passo decisivo per stabilire il rapporto tra l’azienda e il mercato è la degustazione, motivo per cui accogliamo piccoli gruppi di innamorati del nostro vino che guidiamo attraverso brevi visite nel vigneto di Torre San Quirico.
Incontri rivolti a un massimo di 5-6 persone, per valorizzare al meglio il contatto umano. Ovviamente possiamo accogliere, occasionalmente, anche gruppi più grandi di massimo 15 persone, tenendo conto di un protocollo di sicurezza aziendale che regoli lo sviluppo dell’ intera attività, nel rispetto dell’ambiente e dei partecipanti.
Perché il futuro della vitivinicola passa anche da qui: da un autentico rapporto tra consumatore e azienda, da un'accoglienza consapevole e da un impegno concreto volto a far crescere territorio e comunità, insieme.