Tutti noi ci ricordiamo l'emozione della prima volta in cui ci è stata aperta davanti agli occhi la cassetta degli attrezzi e abbiamo visto quei misteriosi oggetti, dei quali siamo stati subito molto curiosi. Quando il nostro parente o amico ne ha preso uno in mano ed ha iniziato ad usarlo, noi tutti abbiamo avuto subito voglia di farlo anche noi. Quella volta, davanti ai nostri occhi avevamo martelli, seghe, tenaglie, scalpelli, cacciaviti e tutti gli attrezzi che tempo fa bastavano per compiere lavori di Falegnameria. Chi ancora li predilige è legato alle tradizioni culturali della Falegnameria stessa ed è molto tenace perché, al giorno d'oggi, chi è del mestiere usa soprattutto macchinari tecnologici, ad esempio troncatrici, seghe a nastro, seghe circolari e fresatrici. Poi c'è chi, come Claudio Prando, prova a non trascurare i saperi dell'Artigianato manuale, unendoli agli strumenti del progresso, prova ad evolvere senza perdere le sue radici, ciò è lodevole.
Quando si entra nel suo laboratorio, viene subito voglia di levigare, rifinire, avvitare, assemblare e sentire la soddisfazione che avevamo avuto da ragazzini nel vedere il prodotto finito. Chi ha già un mestiere fisso è meglio che commissioni il mobile ad un professionista, ma chissà che qualche giovane voglia specializzarsi nell'arte della Falegnameria, settore in cui sicuramente ci sono molti intriganti posti vacanti.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno Claudio. Questo è un laboratorio a gestione familiare di Artigiani del Legno, in cui il sapere è tramandato dai primi anni '60. Ci daresti qualche accenno del tuo ingresso?
La passione nasce da lontano, bazzicavo già per la Falegnameria di mio papà fin da bambino, giocavo con i pezzettini di legno osservavo quello che faceva; poi, crescendo, è arrivato il momento della decisione importante da prendere per la mia vita, ho visto, ho capito e sono passato dall'idea a realizzarla e a vederla poi effettivamente realizzata.
Quali prodotti costruite?
Il nostro lavoro è molto vario. Per quel che riguarda l'ambiente domestico, facciamo di tutto: dagli armadi a cucine, soggiorni, librerie... Lavoriamo anche per uffici e negozi. La tipologia di lavoro è incredibilmente varia, in quanto si va dalla progettazione dell'Architetto alla condivisione col cliente per realizzare il lavoro finale.
Come avvengono le collaborazioni coi clienti per le progettazioni su misura?
Il rapporto col cliente è molto importante, fondamentalmente bisogna cercare di far capire il lavoro che si deve realizzare. Per me è immediato vedere un ambiente e capire cosa può essere realizzato, diventa un po' più difficile farlo capire al cliente. Qui metto in gioco le fotografie magari dei lavori già fatti e faccio vedere i materiali e i colori di abbinamento; poi il lavoro nasce pian piano, accompagnato anche da una progettazione e da una combinazione di idee.
Funzionalità ed estetica rese possibili da tradizioni artigiane unite ad innovazioni.
In falegnameria oggi occorre unire il lavoro manuale al lavoro tecnologico. L'utilizzo delle macchine e dei computer è importante per avere un lavoro di precisione, che è sempre più richiesto. Sono due cose fondamentali e imprescindibili l’una dall'altra, non possono più ormai andare separate per fare un lavoro di qualità.
Si usa la macchina CNC, cioè la macchina a controllo numerico. Viene fatta la progettazione - il disegno - di quello che poi la macchina deve andare a realizzare. Con dei programmi si semplifica questa parte della progettazione; dopodiché si dà l'input alla macchina che passa all'azione; questa cosa ha semplificato, per certi aspetti, la parte fisica del lavoro, ma ha un po' complicato la parte mentale, in quanto ovviamente è richiesta anche una certa preparazione di informatica.
Obiettivi ancora da raggiungere?
In questo lavoro gli obiettivi non sono tanto personali perché ci si rende conto che il lavoro artigianale stia andando un po' a morire e, parlando con la gente - coi ragazzi, si cerca di trasmettere questa passione per invogliarli a mantenere un mestiere che purtroppo starebbe diventando sempre più raro nella nostra Società.
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