Bruno Shoemaker: la magia delle scarpe su misura a Torino

Articolo di  Paola Landriani

Nel cuore del quartiere di San Salvario a Torino, c'è una piccola bottega che racchiude un mondo di  artigianato e passione: Bruno Shoemaker. Questo laboratorio-negozio, gestito da Miriam, è un luogo  dove la tradizione incontra la creatività, dando vita a scarpe uniche e personalizzate. Miriam ha  trasformato la sua passione per le calzature in un mestiere, creando scarpe su misura per chi cerca  l'unione perfetta tra estetica e comfort. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube: 


Come è nato il tuo Bruno Shoemaker? 

Mi chiamo Miriam e la mia attività è nata in un modo un po' particolare. Lavoravo nel Dipartimento  di Architettura e Design al Politecnico di Torino, ma ho sempre avuto una grande passione per le  scarpe. Un giorno ho incontrato un artigiano che lavorava al Balôn, il mercato più famoso di Torino,  e osservandolo ho capito che le scarpe potevano essere fatte a mano. Questa cosa mi ha subito  affascinata, così ho iniziato ad imparare, molto lentamente, visto che continuavo a fare il mio lavoro  principale. Dopo due o tre anni, ho indossato la mia prima scarpa fatta a mano e, visto che ha  funzionato (non si è sciolta mentre ci camminavo), ho deciso di fare di questa passione il mio lavoro.  Ho sempre amato le scarpe, soprattutto quelle da uomo, ma avendo il 35 non è facile trovarle della  mia misura, quindi ho imparato a farle. È così che è iniziato tutto. 



Cosa si può trovare all’interno del tuo laboratorio? 

Nel mio negozio, che in realtà è un laboratorio-negozio, non si trovano molte scarpe già fatte, perché  realizzo scarpe su misura. Tuttavia, è possibile trovare alcuni miei modelli, anche se non sono definiti  in maniera rigida, poiché faccio tutto a mano. Oltre alle scarpe, si possono trovare cinture, anche  queste fatte su misura, fibbie, suole, tacchi, pelle, qualche vestito vintage e vari oggetti che ho  accumulato nel tempo. Nel mio negozio c'è un po' di tutto: cucchiai, mestoli, libri, scarpe, vestiti,  orecchini, fiori... è un luogo pieno di sorprese. 

Come funziona la creazione di una scarpa su misura? 

Il mio lavoro si componi di alcune fasi: il cliente entra e insieme scegliamo un modello, ma anche la  forma, che non è solo una questione estetica ma dipende dalle caratteristiche del piede e dalle esigenze  del cliente. Non lavoro con molte forme, ne ho 4 o 5. Una volta scelti modello, forma, pelle, suola e  tacco, prendo le misure, un processo abbastanza veloce perché non costruisco la forma sul piede del  cliente ma uso le forme esistenti per modificarle.  

Quando il cliente se ne va, inizia il vero lavoro: taglio la pelle usando dei cartamodelli, che mi aiutano  a seguire una forma precisa. Una signora che lavora con me cuce e assembla i pezzi di pelle, creando  la tomaia. Quando la tomaia è pronta, la monto sulla forma, aggiungo la suola (a seconda del tipo di  suola uso metodi diversi), cucio il tacco e rifinisco la scarpa. 



Esiste un prodotto must? 

Parlando dei miei modelli, come dicevo prima, non ci sono modelli definiti, perché posso sempre  personalizzare una scarpa in base alle richieste del cliente. Tuttavia, se dovessi indicare una scarpa  che rappresenta la mia attività, sarebbe quella per cui ho iniziato a fare questo lavoro. Volevo una  scarpa specifica, l'ho imparata a fare, ed è ancora oggi il modello che vendo di più, o comunque il  punto di partenza. Da qui, posso variare con zeppe, suole di gomma, e altro ancora, ma questo modello  rimane il più richiesto.

Che cosa speri ci sarà nel futuro di Bruno Shoemaker? 

Per quanto riguarda i miei progetti futuri, la mia idea è quella di coniugare il lavoro tradizionale che  faccio con le tecnologie moderne, in particolare i social media. Vorrei raggiungere clienti dall'altra  parte del mondo, offrendo loro una possibilità che altrimenti non avrebbero, perché fare una scarpa  su misura oggi non è così semplice. Quindi, se mi chiedi quale sia il mio progetto futuro, ti risponderei  che non è tanto fare una scarpa nuova o usare materiali incredibili, ma riuscire a connettermi con il  cliente ideale, ovunque esso si trovi. 





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