Il progetto della Cooperativa Erbaluce di Caluso nasce nel 1975, quando coinvolgeva solo 13 soci. All'epoca, gli agricoltori si dedicavano alle vigne solo nel tempo libero, perché erano principalmente operai che lavoravano nelle fabbriche dell'Olivetti di Ivrea, della Lancia di Chivasso e della Fiat di Torino.
Partendo da appezzamenti così piccoli era impossibile vinificare, per questo motivo gli agricoltori dell'epoca decisero di unire le loro forze per valorizzare un prodotto - il vino Erbaluce di Caluso – che, oggi, viene realizzato con tecniche evolute.
Oggi abbiamo incontrato il legale rappresentate della Cantina Produttori Erbaluce di Caluso, Bartolomeo Merlo, che ci ha raccontato come nasce e si sviluppa l'attività e quali sono le speranze per il futuro della stessa.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Come nasce la Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso?
La Cantina produttori Erbaluce di Caluso nasce nel 1975 per volere di 13 soci, che si sono messi insieme per vinificiare le loro uve. L’attività è nata negli stabili dell’Istituto Umbertini di Caluso, che è l’Istituto d’Agrario, tutt’oggi, operativo. Oggi la Cantina accoglie 130 soci che conferiscono le uve, che poi vengono vinificate e messe in commercio. Negli anni la Cooperativa ha avuto una duplice funzione: ha fatto sì che la collina non si spopoli e ha permesso ai soci, anche piccoli, di continuare a coltivare.
Qual è la clientela tipo che acquista l’Erbaluce di Caluso?
L’aspetto più interessante della nostra Cantina è il punto di spaccio, che c’è sopra (ndr la cantina è sotto il livello della strada), al quale si rivolgono i nostri clienti. Questa è una grande risorsa per noi e per i clienti, che sono sia privati che attività pubbliche come ristoranti, winebar, enoteche… Per nostra scelta non è possibile acquistare i prodotti della cantina presso i punti vendita della GDO. Questa decisione ci ha dato qualche problema di vendita durante il periodo più critico del Covid, perché la maggior parte dei clienti andava al supermercato, però siamo riusciti a sopravvivere a questa fase e siamo ancora qui, oggi, riuscendo a fare dei bei numeri. Il punto vendita, attualmente, rappresenta il 50% del nostro fatturato e ci dà delle belle soddisfazioni.
Ci parli dell’Erbaluce
Come cantina produttori Erbaluce di Caluso per noi la produzione - lo dice il nome stesso - è praticamente per il 90% rappresentata dall'Erbaluce. Poi abbiamo una piccolissima parte di rosso. L'Erbaluce che, nelle sue varie declinazioni, (fermo, spumante e logicamente il Passito, che è il nostro fiore all'occhiello) rappresenta la produzione principale, anche se ne produciamo di diversi tipi. Si parte sempre da una base di Erbaluce, poi abbiamo un crio-macerato ovvero una lavorazione a freddo delle uve, perché questo vino ha una spiccata acidità che ammorbidiamo con tale procedura. Così il prodotto rimane molto più fresco e beverino, più giovane da bere. Poi andiamo avanti con un invecchiato che è sempre un Erbaluce fermo, ma che fa legno. Forse per il bianco è un po' inconsueto, solitamente i rossi vengono barricati o comunque passati in legno, noi invece facciamo il passaggio in legno anche dell'Erbaluce. Infine, c'è il passito che per noi è il fiore all'occhiello.
Il Passito è il vostro orgoglio: ci parli delle varie fasi di lavorazione e della storia
Il Passito è un po' una vendemmia prima della vendemmia. Praticamente si raccolgono tutti i grappoli più belli, più assolati, quelli più spargoli. I grappoli raccolti si lasciano ad essiccare naturalmente, su dei graticci. Questo appassimento viene fatto al naturale, senza aria forzata. Si lasciano lì fino a gennaio-febbraio, dipende dalle annate, poi si vinifica per un minimo di 4 anni di invecchiamento e, poi, si può mettere in commercio. Il nostro passito è stato uno dei primi bianchi
piemontesi ad ottenere il riconoscimento della D.O.C., nel 1967. Poi, nel 2010, abbiamo avuto il riconoscimento della D.O.C.G.
Cosa si augura per il futuro della Cantina?
Per il futuro dell'Erbaluce ci auguriamo di riuscire a far conoscere il nostro prodotto, che ha avuto il primo riconoscimento nel 1967, però, ha sempre avuto un mercato molto piemontese. Negli ultimi anni si è cercato di allargare questo mercato, anche grazie alle numerose iniziative messe in atto dal Consorzio di tutela dell'Erbaluce e dalle aziende private. Sicuramente abbiamo notato un aumento dell'interesse nei confronti del nostro vino da parte di mercati esteri, specialmente per lo spumante. In particolare, stiamo notando un riscontro positivo sui mercati di Stati Uniti, Norvegia e Germania.
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