Ferrarotti chitarre: l’ultimo artigiano italiano che realizza chitarre classiche fatte a mano

Articolo di Floriana Vitiello

Nell’epoca del consumismo sfrenato, le attività artigianali sono sempre più a rischio. Così può capitare di  imbattersi in un “artista” che crea chitarre classiche e scoprire di essere di fronte all’ultimo artigiano che  realizza questi preziosi strumenti in Italia. Ormai il mercato è invaso da strumenti che prevedono l’uso di materiali meno pregiati, ma quanto “costa” un suono ben fatto? 

Oggi abbiamo fatto una chiacchierata con Roberto Ferrarotti che ha raccolto un’eredità importante lasciatagli da bisnonno, rappresentando la quarta generazione di artigiani di chitarre classiche. La storia di  questo laboratorio artigianale parte dagli inizi del Novecento e ha vissuto alti e bassi. Nel periodo di  “massimo splendore” (gli anni ’80), il laboratorio contava 8 dipendenti e produceva fino a 10.000 chitarre  all’anno. Ora i numeri sono decisamente calati, ma quello che non è cambiato nel tempo è la passione con  la quale vengono realizzati questi pregiati strumenti musicali. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


H2 Come nasce la passione per le chitarre e l’idea di produrle artigianalmente? 

Ho iniziato a costruire chitarra subito dopo la fine degli studi, ho iniziato a lavorare qua in azienda con mio  padre Luigi. Anche mio padre ha ereditato il lavoro da suo padre Dionigi, che a sua volta lo ha ereditato dal  padre Luigi, il mio bisnonno, che avviò l'attività nel 1903. La sua attività nasce dall'unione di due passioni: la  chitarra, che sapeva suonare molto bene, e la falegnameria, che all'epoca era il suo lavoro principale. Da  maestro di chitarra e falegname si è trasformato in artigiano, decidendo di avviare quest’attività e di  costruire personalmente di chitarre classiche. Da lì è iniziata la nostra storia, che dura da 121 anni.



H2 A che tipo di pubblico sono rivolte le chitarre classiche che produce? 

La nostra produzione è caratterizzata principalmente dalle chitarre da studio (una piccola parte di chitarre  da studio), con un prezzo medio intorno ai 130 euro che possono arrivare ad un massimo di 1000 euro. Si  rivolgono a noi gli studenti alle prime armi, ma soprattutto le persone che sanno suonare già abbastanza  bene lo strumento e quindi cercano qualcosa di particolare. I nostri clienti sono persone in grado di  apprezzare quello che produco e di riconoscere la qualità dell'artigiano. 

H2 Cosa la rende più orgoglioso del suo lavoro di artigiano? 

Una delle cose che mi dà più soddisfazione del mio lavoro è portare avanti questa tradizione fatta di  quattro generazione della mia famiglia e poi il contatto diretto con il cliente finale, il poter avere un feedback da parte di clienti che comprano lo strumento e poi, dopo mesi, mi contattano e mi dicono che si  sono trovati bene, la chitarra piace molto, i suoni sono particolari... Un altro motivo d’orgoglio è vedere  l’apprezzamento dei clienti, che si rendono conto che questo non è uno strumento industriale, ma è  realmente uno strumento fatto a mano e questa cosa si vede, guardando la chitarra, si percepisce subito. 

H2 Quali sono le fasi principali che portano alla produzione di uno strumento come la chitarra classica? 

Per realizzare la chitarra io uso il metodo classico di Ferrarotti: il metodo che abbiamo sviluppato in questa  lunga storia. Praticamente, all'inizio realizzo la cassa usando vari tipi di legni a partire dal pioppo in  multistrato oppure legni un po' più pregiati come il mogano, il palissandro e l'acero. Questi legni vengono  utilizzati per le fasce e per il fondo. Per la tavola generalmente uso l'abete della Val di Fiemme oppure il  cedro. Questo è il processo per realizzare la cassa e, contemporaneamente, vado a realizzare i manici, che  possono essere in faggio, con la tastiera di palissandro, oppure in mogano, sempre con la tastiera di  palissandro. Dopo questa prima fase, unisco il manico alla cassa dandogli l’inclinazione giusta.  Successivamente vengono messi i tasti, poi la chitarra viene rifinita e, quando è pronta, si applica il  ponticello e, poi, viene data una mano di vernice. Per alcuni prodotti do il colore, infatti le mie chitarre sono  tutte colorate. Mentre per le chitarre un po' più classiche, in particolare quelle fatte in mogano o in  palissandro, do esclusivamente una vernice trasparente per fare risaltare le venature del legno. Negli ultimi 

tempi mi sono dedicato molto alla produzione di chitarre verniciate con la tecnologia della verniciatura a  poro aperto. Si tratta di una tecnica particolarmente utile, che permette alla verniciatura di essere leggera,  così lo strumento suona meglio.



H2 Cosa si augura per il futuro dell’attività? 

Per il futuro mi auguro che ci sia un po' di ritorno a quest'artigianalità, che le persone apprezzino sempre di  più il valore di un prodotto fatto a mano in Italia. E quindi spero che non venga dimenticato questo lavoro e  venga sempre più apprezzato e riconosciuto come è giusto che sia.




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