Il podere di Aleandro

Articolo di Arianna Monticelli

Il podere di Aleandro è piccolo e tenace proprio come le olive da cui nasce il suo pregiato  olio: il primo extra vergine di oliva delle terre brianzole. Siamo a Santa Maria Hoé, esattamente in frazione Paù, tra le verdi pendici del Monte San Genesio, nel cuore della  Brianza lecchese. Un saliscendi a balze, non semplice da coltivare ma generoso con chi  sceglie di farlo. 

Passione, pazienza e amore per il territorio sono gli ingredienti di una storia di successo,  quella di Aleandro Bonanomi, nata 7 anni fa quando acquistò il suo podere. Il legame con  la sua terra è fortissimo, quasi viscerale, e lo si percepisce nettamente nella produzione di  un marchio che è diventato in breve tempo cultivar per appassionati e tratto distintivo della  collina dove sorge la proprietà, una classica cascina lombarda dove vissero i bisnonni di  Aleandro.  

Dai 600 metri di altitudine di Santa Maria Hoè, le olive, una volta raccolte rigorosamente a  mano, partono senza perdere prezioso tempo verso il frantoio di Biosio, a Bellano. Siamo  sul lago di Como, dove gli uliveti sono un patrimonio storico e l’amore per la terra e l’alta  qualità è lo stesso della produzione di nicchia di Aleandro e Milena. 

La loro è una storia, su due ettari strappati con tenacia a rovi e arbusti, che si svela goccia  dopo goccia in tre distinti blend. Tutta la famiglia condivide l’avventura dell’olio che  profuma di radici brianzole e di un racconto di intraprendenza, un pizzico di sana follia e  tanta perseveranza. Oggi le olive e il loro olio sono diventati gioielli gastronomici, capaci di  stupire i palati più sofisticati e arrivare anche sulle tavole dei ristoranti più rinomati della  zona. Nostrale di Rigali, Don Carlo Favolosa, Frantoio leccino pendolino: sono loro i  protagonisti di un olio che è un viaggio sensoriale sorprendente, tanto quanto la genuina  passione di chi lo produce. 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Aleandro, a un certo punto della tua vita, superati da un po’ i 60 anni e con una tua  attività imprenditoriale di tutt’altro genere, decidi di buttarti in questa avventura. Ci  racconti come mai. 

“Tutto questo nasce dalla forte passione per la terra. Ho passato il lockdown per Covid a  disboscare un’intera collina, dalla mattina alla sera, avanti e indietro dalle strette balze.  L’anno dopo abbiamo piantumato 900 ulivi di qualità diverse. La più saporita è quella che  arriva da L’Aquila, una varietà abituata al gelo, che qui può quindi avere una buona 

resistenza. Ora le nostre proposte sono particolarmente apprezzate”.



I tuoi occhi si illuminano quando parli dell’uliveto. Per te rappresenta quello che sei  e il vero patrimonio da tramandare. 

“Abbiamo valorizzato il terreno e la proprietà, speriamo che i nostri nipoti continueranno in  quello che ho iniziato con mia moglie Milena, con tanta fatica. Ora è tutto piantumato e  perfetto, ma dietro c’è un grande lavoro. Le piante vanno seguite, bisogna parlare con  loro, coccolarle e tutti i giorni è necessario fare il giro per controllarle. Qui prima c’erano  solo rovi e piante non autoctone. Ora c’è una collina valorizzata a vantaggio del territorio:  abbiamo recuperato i sentieri, mantenendo le balze per non rovinare il terreno e quella  terra ci restituisce un ottimo prodotto”. 

Milena, qui c’è anche il tuo impegno e il tuo amore per la terra.

“Ho condiviso da subito la passione di mio marito per questo piccolo comune di Santa  Maria Hoè. Abbiamo iniziato circa 7 anni fa a ripulire la collina e da tre anni abbiamo il  prodotto sul mercato, con una produzione che è iniziata veramente bene”. 

Parlaci del vostro olio che sta diventano sempre più un’eccellenza di questo  territorio, apprezzato anche dagli chef del lago di Como e dei dintorni. 

“Su cinque ettari di terreno di proprietà, tre sono coltivati a ulivi. Abbiamo diversificato i  prodotti con tre qualità. Il Frantoio leccino pendolino, che è la tipica coltivazione lombarda; la Don Carlo e Favolosa, un nuovo tipo di ulivo creato per sopperire alle piante morte per  la Xilella. Siamo inoltre gli unici in Lombardia ad avere un mono-prodotto, la Nostrale di  Rigali, utilizzata perché sopporta bene le basse temperature”. 



Quali caratteristiche hanno i diversi oli che producete? 

“Le tre tipologie hanno un colore diverso per ogni etichetta. La verde è Frantoio leccino  pendolino, dal sapore delicato, molto raffinato, che si adatta a qualunque tipo di cibo.  Abbiamo poi l’etichetta azzurra che è un blend Don Carlo Favolosa dal sapore un po’ più  forte, indicato soprattutto sul pesce. L’etichetta rossa è invece la nostra perla: una mono 

cultivar, solo Nostrale di Rigali, dal sapore molto deciso, apprezzato soprattutto dalla  ristorazione”.




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