L’arte della rilegatura italiana: 150 anni di Conti Borbone

Articolo di Valentina Sole

Il mestiere del rilegatore è assai antico, pare infatti risalire al I secolo a.C. 

Rotoli di papiro e pergamena, prodotti dalle civiltà più antiche in Grecia, Egitto e Mesopotamia, sono la  prima versione dei libri che riempiono oggi le librerie di tutto il mondo. 

Un salto temporale e siamo nel Medioevo dove compaiono i primi codici, diversi fogli piegati e cuciti  insieme. Un’epoca, questa, in cui il libro era considerato un oggetto raro e di inestimabile valore, le cui  copertine erano spesso in legno rivestito di cuoio e riportavano borchie, fibbie e pietre preziose.  

Siamo nel XV secolo, la stampa a caratteri mobili di Gutenberg porta a un aumento nella produzione di  libri, segnando un cambiamento anche nella rilegatura. Il libro diventa più accessibile e vede schiere di  artigiani specializzati realizzare copertine, decorate e pregiate.  

Nel XVIII e XIX secolo nascono le prime macchine per la rilegatura, che si evolvono fino alle più moderne e attuali tecniche industriali, i cui procedimenti rendono la produzione più immediata abbattendone i costi.  

Tuttavia la rilegatura artigianale continua a esistere conservando il suo fascino e il suo prestigio, come a  Milano, presso la Legatoria Conti Borbone, dove le mani dei fratelli Marchesi proseguono con la loro attività: rilegare libri, come da tradizione familiare.  

Siamo andati a conoscerli nel loro laboratorio, dove ci hanno parlato della loro azienda nata dalla passione  dei loro avi, e che vanta la fiducia di migliaia di clienti che si affidano alla loro competenza. Ci hanno raccontato dell’amicizia con Gabriele D’Annunzio, dei clienti internazionali come Tina Turner e famiglie aristocratiche, come i Borromeo. 


Ciao Gabriele, qual è la storia della legatoria Conti Borbone e come si è evoluta attraverso le generazioni  della famiglia Marchesi? 

La famiglia Marchesi è a capo della legatoria Conti Borbone dal 1874, attraverso cambi generazionali che  hanno visto, tra gli altri, il passaggio di nostro padre, il nostro bisnonno e, ancora prima il nostro prozio  Domenico Conti Borbone, ovvero il fondatore della legatoria stessa. 

Un documento ne attesta le origini come associazione di mutuo soccorso, ovvero una cooperativa tipica del periodo della Rivoluzione Industriale, quando le condizioni lavorative erano precarie e mancavano sistemi  di assistenza sociale statali. 

Tali cooperative vedevano gli artigiani supportarsi a vicenda attraverso aiuti economici, formazione volta a  tramandare le competenze per migliorare la qualità del lavoro, sostegno alle famiglie e accesso a risorse  comuni, come strumenti, laboratori o materiali.  

Le origini della nostra azienda pare siano però più antiche e affondano le radici nel concetto più puro di  unità familiare, fondamentale per mandare avanti una certa artigianalità. 

Io, Gabriele, insieme ai miei fratelli, Angelo e Gianluca Marchesi, siamo gli ultimi della nostra dinastia. Nel nostro cuore, il desiderio più profondo è che i nostri nipoti proseguano con l’attività. 

Come è riuscita la Legatoria Conti Borbone a evolversi e a crescere nonostante le difficoltà storiche del passato?

Tutti ricordiamo, anche grazie a documenti e libri di storia, la grande crisi del ’29 che vide il fallimento di banche e attività, causando disoccupazione di massa e povertà e i cui effetti si estesero nel decennio successivo, influenzando la politica e portando a nuove misure economiche, come il New Deal negli Stati Uniti. 

Nostro nonno ne uscì malamente e fu nostro padre a prendere in mano le redini dell’azienda, attraverso la  sua grande creatività che lo portò a ideare nuovi prodotti. 

L’integrazione, per esempio, di mobilio e carte marmorizzate, unitamente alla sua grande capacità di rapportarsi ad architetti e professionisti del settore, fece in modo che Legatoria Conti Borbone si espandesse conquistando anche altri settori: dall’arredamento alla produzione di album per fotografie, fino  alle carte marmorizzate. Un’idea lungimirante che tutt’ora conquista i nostri clienti e rappresenta certamente uno dei nostri prodotti di punta, anche all’estero. 

Nostro padre è stato capace di trasmetterci la sua grande passione che, grazie alla nostra manualità, oggi ci consente di creare una gamma di prodotti che include finte librerie, carte marmorizzate, legatoria classica e  tutti i prodotti che da sempre parlano di noi, della nostra tradizione ai nostri clienti. 

Siamo sempre in evoluzione, alla ricerca di nuovi stimoli, creando nuovi prodotti, ma mantenendo una  nostra tipicità italiana, unica, classica e distintiva, che i professionisti con cui collaboriamo ci aiutano a modernizzare.  

Come descriveresti la varietà dei clienti e delle lavorazioni del vostro laboratorio?

I nostri clienti sono vari e hanno altrettante richieste. 

La gamma prodotti include, come anticipato, carte marmorizzate dei più svariati colori, album fotografici,  album personalizzati - richiesti all’estero, dove la passione per le fotografie stampate è ancora molto accesa - arredamento

Il laboratorio in via Giulio Romano 29, qui a Milano, accoglie dunque diverse tipologie di clienti: l’anziana signora che vuole rilegare il suo antico libro di fiabe che ora, come da tradizione, passerà tra le mani del  nipote, oppure la studentessa che vuole rilegare il suo dizionario.  

Ma nel tempo abbiamo visto aristocratici, come i Borromeo, oppure mecenati, come Invernizzi, che ci hanno commissionato lavori di tipologie diverse. 

Ci occupiamo infatti anche di restauri di scrivanie e antichi mobili, come una sedia savonarola, di cui  abbiamo, per esempio, ripristinato la pelle e la stampa in oro, fatta a mano.  

Un’artigianalità, la nostra, che ha attirato clienti internazionali, come Tina Turner che ha richiesto il rivestimento in pelle di alcuni complementi d’arredo di casa sua.  

La capacità di trattare adeguatamente la pelle ci consente di creare soluzioni uniche, come le finte librerie, adattabili a case oppure, per esempio, a uno yacht. 

In quest’ultimo caso vengono progettate per nascondere, in modo elegante, degli sportelli, conferendo un gusto classico ed eleganza.

I materiali impiegati nelle nostre lavorazioni sono pellami, tra i migliori, come il pieno fiore - considerato uno dei più pregiati nella lavorazione della pelle – oppure ritagli provenienti da ovini e bovini.  

Impieghiamo colle e cliché, ovvero delle matrici in rilievo, solitamente in metallo (ottone o zinco), che riproducono un disegno, un motivo decorativo, o un testo sulle copertine dei libri.  

Possono essere personalizzate in base al progetto, utilizzate a secco oppure combinate a foglie d'oro, matto o fino 24 carati, a seconda della lavorazione e del pellame.  

I nostri cliché vengono affidati alle mani esperte dei nostri partner bronzisti, e ognuno vede l’intervento di  un incisore, in base alle necessità. 

Gabriele ci ha mostrato, insieme a suo fratello Angelo, la lavorazione di un libro firma e la creazione di  una carta marmorizzata. 

Nella creazione di un libro, prima di creare la copertina occorre svilupparne l’interno che può essere stampato oppure vuoto, come un libro firma

Gli interni vengono cuciti su una tipologia di carta che varia in base al progetto.  

Ad esempio il libro firma vede l’impiego di carta d’avorio, più pesante, che trattiene bene l’inchiostro.  

Successivamente, vengono inseriti dei risguardi, solitamente più spessi o decorativi, che collegano l'interno del libro (il blocco dei fogli stampati) alla copertina.  

Quest’ultima viene lavorata a mano e stampata attraverso i cliché.  

Abbiamo centinaia di cliché, alcuni dei quali superano i cento anni e che rappresentano, per esempio, il biscione di Milano, scudi papali e comunali, simboli nobiliari, fregi a mano e rotelle, ovvero effigi che si  ripetono.  

La carta marmorizzata vede invece l’utilizzo di una vasca speciale che contiene una miscela segreta. 

Al suo interno inseriamo del colore che, a contatto con il liquido tende ad aprirsi formando disegni  particolari, sui quali non interveniamo mai, salvo alcuni casi particolari in cui possono essere previste  leggere correzioni. 

Il foglio viene steso sull’acqua così da consentire al colore di attaccarsi sulla superficie dando vita alla carta  marmorizzata che viene successivamente messa ad asciugare su un apposito stendino. 

Legatoria Conti Borbone ha da poco compiuto i suoi 150 anni. 

Il nostro grande desiderio è tener viva questa grande tradizione di famiglia, per altri 150 anni almeno,  +trasmettendo la nostra passione anche ai nostri nipoti.

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Valentina Sole 9 aprile 2025
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