Lo Grasal: dove la ceramica profuma di fragole, rose ed erbe aromatiche

Articolo di  Elena Ferrante

Una stradina si arrampica sul crinale della montagna, dondolando tra gli alberi del bosco. A un certo punto, salendo il pendio, si arriva a Borgata Podio, un piccolo groviglio di stradine e casette di pietra e legno.

È l’inizio di agosto, e il profumo zuccherino delle fragole è come un caldo abbraccio che mi accoglie sulla porta del laboratorio di Lara Ganarin, fondatrice dell’azienda agricola Lo Grasal.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Ciao Lara, piacere di conoscerti. Come prima domanda, non posso non chiederti da dove proviene il nome della tua azienda, Lo Grasal, che così particolare! 

Ciao a tutti, sono Lara, e abito in una borgata dell’arco alpino, a circa mille metri di altitudine, che si chiama Borgata Podio, e si trova nel comune di San Damiano Macra, in provincia di Cuneo. Qui, conduco una piccola azienda agricola: Lo Grasal. Il nome deriva dall’occitano arcaico, e la sua radice gra pare che si rifaccia addirittura al Sacro Graal, e significa vaso, gradale. Ho scelto questa parola perché volevo che la mia azienda fosse come un contenitore vuoto che potesse accogliere tante cose: infatti io creo oggetti in ceramica in autunno, e mi dedico alla produzione agricola d’estate.



So che tu non sei originaria della Valle Maira: come sei arrivata qui e come è nata la tua attività?

Ho scoperto la Valle Maira circa vent’anni fa: prima non la frequentavo. Sono arrivata qua un po’ per caso, in realtà, grazie ad alcuni amici, prima facevo l’educatrice professionale. Sicuramente, nella scelta di stabilirmi qui hanno inciso molto anche le mie radici. Io sono mezza trentina: mio nonno viveva in Valsugana, e ha sempre avuto le bestie e coltivava i campi. La mia decisione è stata un po’ un richiamo e un po’ una scommessa. La città non faceva per me, e ho trovato un luogo che mi dava serenità, tranquillità e pace. Mi sono stabilita nella borgata, e ho lavorato per circa diciotto anni per l’azienda agricola che c’è qua, che alleva capre e produce formaggi. Poi, nel 2016, ho cominciato a piantare rose, nel 2019 ho aggiunto le fragole, e da ultimo le piante aromatiche. Piano piano, ho lasciato l’azienda un po’ più grande, che mi aveva avviato al lavoro agricolo, e ho messo su la mia azienda personale, con il mio laboratorio di trasformazione. Nel frattempo, ho anche messo su famiglia: ho due figlie, che ormai sono abbastanza grandi, e vedo anche in loro la voglia di vivere in un posto defilato, ma allo stesso tempo vicino alla città, dove si può respirare una pace e una tranquillità che solo la montagna, i boschi e la natura ti danno. Mi accorgo che la gente le sta cercando sempre di più: la frenesia della città non è più tanto sostenibile. C’è chi sceglie di vivere in montagna e chi no. Chi non lo fa, però, costantemente viene in montagna, e respira. 

È vero, è proprio questa la sensazione che ho provato arrivando a casa tua: libertà di respirare. Ma ora entriamo un po’ più nel vivo di questa chiacchierata: quali sono gli ambiti di produzione della tua azienda?

Sono una piccola contadina, mi piace definirmi così. Sono riuscita a ricavare piccoli appezzamenti di terra in piccoli prati, ho piantato circa centocinquanta rose damascene – rose antiche – per fare sciroppi. In un'altra zona coltivo delle fragole unifere, poi ho dei piccoli terrazzamenti di erbe aromatiche e un campo di aglio. Il lavoro agricolo si svolge prevalentemente da marzo fino a ottobre, con le ultime potature. Per gli altri mesi dell’anno, ho creato un piccolo laboratorio di vasellame d’uso in gres e porcellana, e creo piatti, scodelle e tazzine che vendo molto d’inverno e nel periodo di Natale, insieme ai prodotti derivanti dall’agricoltura. Il cliente finale è molto contento perché riesco a fornire una gamma di prodotti di nicchia, particolari, e fatti a mano.

Quindi il lavoro di un tuo anno-tipo com’è articolato?

Il lavoro principale inizia più o meno verso la primavera tarda, quando comincio a pulire i campi. Giugno è il mese in cui lavoro di più perché fioriscono le rose e maturano le fragole, per cui devo incastrare la raccolta delle rose, di prima mattina, e quella delle fragole, nella tarda mattinata. Spesso riesco ad alternare: un giorno la raccolta delle rose, il giorno dopo la raccolta delle fragole, e poi devo programmarmi anche la pulizia del prodotto e la sua conservazione. Nell’arco dell’estate produco quello che ho colto in primavera, e poi comincio a sistemare le varie erbe aromatiche che raccolgo nelle terrazze, e le stocco. A mano a mano produco sia gli sciroppi sia le marmellate, in modo da avere quasi tutta la mia gamma di prodotti pronta per il cliente. Può capitare, ad esempio, che la crema all’aglio sia pronta solo da fine luglio in poi, ma perché l’aglio si raccoglie solo a metà luglio, e quindi il prodotto in alcuni periodo dell’anno non c’è. Il cliente, però, lo sa e aspetta, perché ogni cosa ha la sua naturalità e il suo tempo. Quando arriva l’autunno, comincio a potare le rose, a sistemare i campi di fragole, e questo è un lavoro che si integra con la produzione di ceramica, che inizio verso settembre. A ottobre e novembre i campi sono a riposo, c’è ancora qualcosa da fare, ma più per il piacere di stare all’aperto in qualche giornata di sole. In realtà, mi occupo principalmente della produzione della ceramica per il Natale, che è molto impegnativa, e vado avanti con la ceramica fino a marzo. Ecco, questa è la grande divisione del mio lavoro. Ogni tanto i lavori si intrecciano, ma perché è bello così: non mi stufo e mi piace molto quello che faccio.

Di tutti prodotti che realizzi, qual è quello a cui sei più affezionata?

Un prodotto che funziona molto bene, e a cui sono molto affezionata perché è stato il primo, è lo sciroppo di rose. È una produzione particolare, una rosa antica e profumata che arriva dalla zona di Damasco e dalla Bulgaria, alcuni esemplari li ho fatti arrivare proprio direttamente dalla Bulgaria. È una pianta che si è adattata bene in montagna, è rustica e può vivere anche dieci anni, quindi sono molto contenta di questa scelta fatta anni fa. Lo sciroppo che ne ricavo è molto aromatico, la ricetta di per sé è molto semplice, e mi sono ispirata alla versione ligure. 

Immagino che ora i nostri lettori si staranno chiedendo dove possono trovare i tuoi prodotti: quali sono i principali canali di vendita?

I miei prodotti riesco a venderli principalmente restando a casa. Questo è un valore aggiunto fortissimo perché vivo in una borgata bella. Ormai la gente mi conosce, sa dove vivo, e approfitta della passeggiata in montagna per passare da me, per ritirare l’ordine che ha fatto, o prendere i prodotti che vuole. Questo mi permette di non fare troppi mercati fuori. Ne faccio tre o quattro a Cuneo nel periodo di Natale, e vanno molto bene. Il mio maestro di ceramica mi ha sempre detto: “ricordati che tu vivi in un bel posto, porta la gente da te”.



Però mi accennavi che hai anche un altro progetto, giusto?

Esatto, quello che ancora vorrei progettare è un piccolo e-commerce, specialmente per i prodotti agricoli, in modo da poterli spedire in tutta Italia. La pagina comprenderà anche il vasellame, che però non essendo su catalogo è un po’ più difficile da valorizzare, e poi ho capito che il cliente vuole vedere il prodotto finito, mentre nei prodotti agricoli trasformati c’è più margine per poter vendere online. Aggiungo ancora una cosa: a livello privato facciamo anche accoglienza e abbiamo due casette che affittiamo tutto l’anno ai turisti che vogliono vedere la Valle Maira. Se volete, venite a trovarci!





Scopri tutti gli artigiani del nord Italia con noi di Italian Bees.

L’artigianato di Claudio Calestani, dalle fibbie in argento ad anelli, gioielli, medagliette, stemmi e incisioni su qualsiasi oggetto
Articolo di  Sonia Teti