Nicoletta Cicalò 40 anni fa si è innamorata dei Navigli di Milano, è partita da Pestalozzi per trasferirsi prima in Ludovico il Moro e poi dall’altra parte esatta del ponticello, in via San Cristoforo, accanto ad una piazzetta adatta a chi voglia riprendere energia, ad un nuovo bistrò accogliente, al Lungo-Naviglio dove passeggiare senza fretta e ad una delle prime Chiese di Milano, dedicata a San Cristoforo.
Nei culti pagani San Cristoforo verrebbe ricollegato alla stella Sirio, della Costellazione del Cane Maggiore. Nelle leggende orientali fu un soldato imperiale, che si convertì al Cristianesimo, perciò venne torturato e decapitato. Nelle leggende occidentali fu un traghettatore che portò un fanciullo da una parte all’altra di un fiume; il fanciullo era molto più esile di lui ma stranamente pesò molto, una volta a riva si rivelò essere Cristo; così San Cristoforo si fece battezzare, predicò in Licia e divenne martire. Verrebbe invocata la sua protezione se presenti calamità naturali, disgrazie o pericoli, come la peste. È patrono dei pellegrini.
La Chiesa di San Cristoforo è composta da due chiese vicine e secondo alcune fonti fu un Tempio pagano.
Qui, nel 1176, venne annunciata la vittoria della Lega Lombarda a Legnano contro l’imperatore Federico Barbarossa. La Chiesa fu ricostruita nel 1192 e ristrutturata nel Trecento. I Visconti, saliti al potere nel 1395, apposero sulla facciata il biscione (stemma della loro famiglia) accanto alla croce rossa su campo bianco (stemma del Comune di Milano). Nella Chiesa più antica invece venne apposto, tra gli altri, il sole tra le stelle, in onore del cardinale Pietro Filargo, Arcivescovo di Milano che poi diventò l'antipapa Alessandro V. Antipapa fu ciascun individuo eletto Papa della Chiesa cattolica secondo procedure non previste dal diritto canonico e dunque visto come usurpatore.
Si possono ammirare nella Chiesa Primitiva alcune figure in stile Luinesco, mentre nella Cappella Ducale svariati affreschi tra cui i Quattrocenteschi e i Tardoquattrocenteschi. Quattro campane ed un organo ad accompagnarli. L’architettura di questa Chiesa ha ispirato anche Nicoletta Cicalò, che ha creato dei bijoux, decorandoli con le sue fotografie.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno Nicoletta. Ci potrebbe aiutare se volessimo indossare questa Chiesa?
È una grande fortuna quella di avere questo spazio proprio nella piazzetta della chiesa di San Cristoforo, che ha valori artistici e culturali ma anche storici poiché è una delle prime Chiese di Milano.
L'ho trovata sempre talmente bella che ho voluto poterla indossare e farla indossare. In passato le avevo fatto delle foto, che ho utilizzato molto spesso per i bijoux. Una mia serie di spille, collane, braccialetti ed anelli riproduce la Chiesa. Trovo che sia un'icona di Milano poco conosciuta ma di una bellezza infinita.
In che termini i bijoux ed accessori di Melting Poet - Luogo Bizzarro si possono definire narrativi?
Prima di tutto perché quasi ognuno di loro ha una storia da raccontare. Magari viene da un oggetto che è un ricordo o è un pezzettino di qualcosa che ci fa piacere ricordare o portare con noi. Ogni oggetto ha un nome, un racconto e un perché. Inoltre, vengo da una precedente realtà di Comunicazione, quindi mi è sempre piaciuto creare e raccontare storie, ossia quello che adesso si chiamerebbe story-telling.
Prodotti fatti a mano con elementi naturali, sostenibilità e riciclo. Ce ne vorrebbe raccontare?
Sì, fatti a mano e soprattutto che cerchino di sostenere la difesa ambientale e il riciclo.
Lavorare con le mani aiuta molto a far lavorare anche il cervello, che è così più creativo. Mi sono sempre piaciute le realtà che provino a trasformare qualcosa e che siano il tramite fra fantasia, creatività e oggetto finito.
Ho sempre avuto la passione di tenere un po' tutto e di dare a ogni oggetto un suo significato. Inoltre, visto che ormai ci sono più oggetti che esseri umani, ho pensato che non valesse la pena di aumentare il carico già pesante addosso al Pianeta e quindi tutto quello che si fa qua, nelle possibilità, è fatto col minor spreco perché non viene usata energia elettrica e perché materiali, pietre e collezioni sono riciclati, trovati, portati, inventati e trasformati. Chi ha un bijoux che non vuole mettere più, non lo butta via, lo porta qua e lo trasformo.
Qual è l'iter produttivo di un bijoux?
Una parte è strettamente tecnica, ad esempio quando si lavorano delle catene a rosario, ossia quando si creano dei piccoli anellini che tengano unite le microperle. Si applicano di volta in volta tecniche determinate, nelle quali non ci sono lanci costruttivi.
La parte creativa dipende dal materiale disponibile, il vinile può diventare una medusa, un piccolo seme ed un legno si trasformano in un gioiello. Il bello è che non si sa mai cosa verrà fuori, cioè si ha l’idea ma il risultato cambia di volta in volta, con equilibri ben bilanciati. Assicuro sempre a chi porta un oggetto che questo non verrà mai saldato né incollato ma solo legato in modo che possa essere recuperato se si volesse riportare alla sua natura originale.
Oltre ai bijoux?
Oltre a bijoux qui si fanno anche altri accessori, per l'arredo ad esempio. Anche questi rispettano sempre la filosofia di farli a mano recuperando dei materiali.
Ho recuperato sovracoperte (coperchi, ndr) di plastica di cibo per gatti e su di esse ho realizzato collage con riviste d'arte (ora si possono appendere ad arredo dei muri, ndr).
Ho recuperato del legno con cui ho costruito cornici, che ho decorato con una logica artistica.
Questo è un laboratorio artigianale ma è anche un luogo di conversazione, dove le persone vengono, si confrontano, chiedono consigli. Possono inventare insieme a me oggetti, regali, prodotti che rispondano in quel momento al desiderio di chi li compra o di chi poi li riceverà.
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