In una luminosa mattinata milanese, Francesco Figini ci apre le porte dello storico negozio in via Spadari, per raccontarci una storia di tradizione, qualità e passione per le calzature.
Attivo da oltre sessant’anni in questa sede e con radici che affondano nel cuore dell’artigianato lombardo, il marchio Fratelli Figini è sinonimo di scarpe belle, comode e fatte per durare. Ogni modello, dalla francesina classica ai mocassini con inserti in cavallino animalier, rappresenta un equilibrio perfetto tra design senza tempo, materiali di alta qualità e maestria artigianale.
Una storia che continua a evolversi, senza mai perdere di vista l’eccellenza che ha reso questo nome un punto di rifermento per Milano e oltre.
Fratelli Figini è un marchio con una lunga tradizione. Ci racconta come è nata l’azienda e quali sono stati i momenti chiave della sua evoluzione?
Siamo nel business dall’Ottocento, perché ci sono tracce che attestano che i miei avi, nella zona di San Vittore Olona, avevano dei laboratori artigianali già in quell’epoca. Fu poi il mio bisnonno Carlo ad aprire il primo vero negozio, non solo per la produzione ma anche per la rivendita di scarpe, a Varese, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, quando la famiglia si era trasferita lì.
In seguito, furono i miei nonni, Rino e Mario, a portare l’attività a Milano negli anni Cinquanta. Il primo negozio fu inaugurato nel 1958 in piazza San Babila 3. Poi, dal 1964, si aggiunse anche questa sede, in via Spadari 3, dove siamo ancora oggi, dopo sessant’anni.
Nel 1978 l’azienda passò nelle mani dei fratelli Carlo, mio padre, Giuliano e Fausta. L’attività continua ancora oggi: io sono entrato ufficialmente nel 2005, ma praticamente respiro scarpe da quando sono nato.
La boutique in Via Spadari rappresenta un legame forte con la tradizione milanese. Quanto conta per voi questo nella definizione dell’identità del brand?

Milano è importante ed è sempre più importante, soprattutto perché è diventata, ormai, un brand. Per noi è fondamentale poter dire che Figini è a Milano da più di sessant’anni. Detto questo, conserviamo le tradizioni legate anche al territorio che si estende da Milano a Varese: un’area che in passato è stata un importantissimo distretto calzaturiero. Ancora oggi, infatti, la produzione più artigianale, quella realizzata su richiesta, la realizziamo in laboratori situati a Parabiago.
La produzione artigianale è il cuore del vostro lavoro. Quali sono i segreti e le sfide nel mantenere standard così elevati di qualità?
Segreti, in realtà, non ce ne sono. Quello che dobbiamo fare è cercare di non scendere a compromessi. Da sempre siamo conosciuti, a Milano e dintorni, come “quelli delle scarpe belle, comode e che durano”. Oggi, quando offriamo una scarpa, deve essere innanzitutto bella, ma anche qualcosa di più. Per questo il nostro lavoro è una ricerca costante sulla qualità.
Ad esempio, sono io che vado in giro con gli artigiani per cercare i materiali, perché oggi è anche una questione di costo e opportunità. Perché i nostri colori sono così belli e resistenti? Perché non possiamo permetterci di passare da un camoscio di prima qualità a uno di seconda.
Non so se mi sono spiegato bene, ma il punto è questo: bisogna puntare sempre ai materiali migliori e, per farlo, è fondamentale guardarsi intorno.
Nel mercato delle calzature di lusso, come riuscite a coniugare stile, comfort e innovazione per soddisfare le esigenze di una clientela diversificata?

La nostra clientela è necessariamente diversificata perché non è più possibile, come accadeva venti o trent’anni fa, pensare che un cliente soddisfi da noi tutte le sue esigenze, dalla ciabatta da casa agli scarponi da montagna.
Oggi le cose sono cambiate. La rivoluzione del leisure, e quindi delle sneakers, ha introdotto nuovi paradigmi nel modo di vestirsi e di indossare le scarpe.
Per noi, diversificare significa anche questo: ciò che per una clientela affezionata da anni può sembrare già visto o già utilizzato, agli occhi di una ragazza che entra da Figini per la prima volta può apparire nuovo. Ad esempio, dopo oltre vent’anni di sneaker, persino una semplice francesina nera può diventare per lei la scarpa con cui scopre il nostro mondo.
L’importante, però, è che ogni scarpa, per distinguerci dagli altri, sia sempre realizzata secondo i nostri principi di qualità, durabilità e comfort.
L’e-commerce sta diventando sempre più centrale nel settore moda. Qual è stato l’impatto della vendita online sul vostro business e quali sono i prossimi obiettivi in questo ambito?
Non si tratta tanto di un cambiamento, quanto di un modo nuovo per ampliare i canali di vendita, ed è proprio questo il nostro prossimo obiettivo. Abbiamo iniziato, più o meno come fanno tutti, offrendo un servizio di post-vendita. Considerando che la nostra clientela proviene da ogni parte del mondo e ci cerca in modo specifico, abbiamo deciso di aprire un e-commerce.
In realtà, più che un classico e-commerce, abbiamo creato un servizio dedicato anche attraverso WhatsApp e i social. Questo ci permette di seguire clienti che sono già stati da noi, che hanno già acquistato e che, spesso – e questo ci fa davvero piacere – tornano a cercarci per nuovi acquisti. Capita, ad esempio, con gli Stati Uniti: i clienti ci conoscono magari visitando il negozio di Milano, e poi ci contattano successivamente per altri ordini.
Se però tutto è iniziato così, il passo successivo sarà quello di raggiungere nuova clientela direttamente online. Per questo motivo, i nostri sforzi saranno sempre più orientati verso un’impronta social e una presenza più strutturata nell’e-commerce.