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Stefania, la fondatrice di Paperoowl, si definisce un vulcano di idee. A fatica riesce a stare ferma, ci racconta, tranne quando è intenta a realizzare origami. Ciò che la spinge all’immobilità, spiega mentre compone insieme minuscoli pezzi di carta, è il desiderio di vedere il risultato finale. Vi è poi un’altra volontà che la spinge pazientemente a creare: quello di veicolare determinati messaggi e una determinata arte.
La passione di Stefania per un materiale versatile come la carta l’ha spinta ad intraprendere una carriera artigianale più di dieci anni fa, portandola ad aprire Paperoowl, il suo negozio a Venezia (non lasciatevi ingannare dall'insegna!). Al suo interno si possono trovare oggetti davvero originali, come scatole ispirate a costruzioni architettoniche, gioielli geometrici e colletti.
Le creazioni di Paperoowl sono composte da tipologie di carta provenienti da tutto il mondo, ricavate da pregiate materie prime. La carta a sua volta viene assemblata grazie a diverse tecniche di lavoro. Il materiale poi acquisisce resistenza, lucidità e impermeabilità grazie a delle colle speciali.
Ciao Stefania, presentati e presenta Paperoowl
Ciao, sono Stefania e sono la titolare di Paperoowl. La mia è un’attività artigiana: lavoro con la carta e realizzo varie tipologie di oggetti, che vanno dall’accessorio personale all’accessorio per la casa, passando per cose che sono considerate più tradizionali per chi lavora la carta, che sono le scatole, quindi cartonaggio, o i block notes, quindi rilegatura a mano.
Come ti sei avvicinata all’artigianato?
Non ho una formazione artigiana specifica, ho iniziato da bambina a lavorare la carta per gioco. A 4 anni realizzavo origami e potrei dire che quello è il punto di partenza di molte cose, anche della mia passione per questo materiale. La maggior parte delle persone non lo conosce e soprattutto non conosce la tipologia di carta giapponese con la quale io sono entrata in contatto, proprio facendo origami.
Sono arrivata qui a Paperoowl dopo una serie di delusioni lavorative, potrei dire, prima di lavorare in proprio ho lavorato in realtà molto differenti tra loro. Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione, lavorando nel mondo degli eventi. (…) Ero a contatto con il mondo dell’arte, ma dal punto di vista amministrativo. (…)
Il passaggio dall’essere dipendente al cercare di essere indipendente è avvenuto per sentire di realizzare me stessa in progetto che avrebbe avuto una continuità, perché io ci avrei messo del mio. (…) Il fatto di aver scelto di trasformare una passione in un mestiere è avvenuto quasi naturalmente, non è qualcosa su cui ho dovuto riflettere. (…) Mi sembrava che l’artigianato artistico in carta fosse in crisi, quindi ho deciso di intraprendere questa strada nel 2012.
Ho immaginato il negozio come una sorta di concept store, non riuscirei a definirlo in altri modi perché porta a conoscere la carta in un modo nuovo, ovvero come mezzo per realizzare oggetti nuovi.
Che cosa preferisci creare?
La scatola, intesa come contenitore ma anche come oggetto protagonista, è un oggetto divertentissimo. Mi da la possibilità di mettere insieme il design con la parte artistica, quindi di legare quella che è la richiesta del cliente alla mia capacità creativa, però mi piace molto fare gioielli, che sono il mio fiore all’occhiello. Mi diverto a fare le miniature in scatola, che sono principalmente dedicate alla città di Venezia: si tratta di vedute di Venezia in scatola, potrebbero ricordare le matchbox, ma che poi diventano tante altre cose.
Tempo fa ho fatto una collezione di donne di Fortuny. Posso fare anche una collezione di San Valentino in scatola, quindi realizzare delle coppie di innamorati in miniatura all’interno di queste matchbox, ma in questo caso ho fatto delle collezioni dedicate al mondo LGBTQ+. Qui a Paperoowl, creare con la carta è un modo di esprimere idee e pensieri, e sperimentare il mio lato artistico ed intellettuale.
A cosa ti ispiri per realizzare gli oggetti di Paperoowl?
Dipende, perché per quanto riguarda il mondo dell’accessorio l’ispirazione viene da tantissime cose. Può succedere che io vada a vedere una mostra e che questa mi spinga a fare delle scelte estetiche, posso ispirarmi ad una palette di colori di una serie di quadri. Non so neanche spiegare quale sia il mio processo creativo perché sono una persona che fa moltissime associazioni di idee e quindi spesso devo andare a ritroso per capire quello che è il processo di un determinato tipo di oggetto.
Ad esempio, il colletto è nato perché da bambina mi è arrivato da parte di nonna un vecchio colletto veneziano di conterie che a me piace moltissimo indossare. Da lì si è sviluppata l’idea di fare dei colletti. Inizialmente non potevo riprodurre la dimensione delle conterie con la tecnica del quilling che mi permette di fare queste perle in carta, e quindi ho adattato quella che è una forma vista e l’ho realizzata in un modo completamente differente.
Anche il colletto che porto al collo è fatto con lo stesso tipo di intreccio. È nato perché amo molto indossare le cravatte, è un elemento di rottura e molto elegante, e dunque è nata la cravatta-gioiello di Paperoowl.
Per le scatole, sono spesso le forme architettoniche che mi portano a crearle. C’è sempre il pensiero su come verrà usata la scatola, ad esempio posso proporre al cliente di fare dei vassoi interni, dei divisori che aiutano nell’uso ecc.
Che tecniche utilizzi per creare i tuoi prodotti di artigianato?
Uso molti tipi di tecniche e mi piace dire che non smetto mai di imparare e sperimentare. Sono un vulcano di idee, quindi non mi si tiene ferma mai e difficilmente mi fermo a fare l’ultimo oggetto che ho inventato, di solito sono sempre un passo oltre. Questo mi obbliga a sperimentare, perché quando ad esempio uso una carta nuova per fare un certo tipo di gioiello, perché voglio avere una resa espressiva di un certo tipo, obbligatoriamente devo adattare la vernice che utilizzo per impermeabilizzare, perché probabilmente la carta che sto usando ha caratteristiche diverse rispetto a quella usata al giorno prima. Questa è l’essenza dell’artigiano: l’artigiano prova, sbaglia, impara delle cose e le mette ad arte.
Quanto conta la sostenibilità in Paperoowl?
La sostenibilità per Paperoowl conta molto, non solo nel mio lavoro. Si tratta di un processo, nessuno di noi può ritenersi sostenibile al 100% e quindi si lavora per migliorare costantemente questa attitudine alla vita.
Nel mio caso l’ultima grande scelta che ho fatto, è stata quella di affidarmi ad un fornitore di energia realmente sostenibile e quindi che prende energia solo da fonti rinnovabili. Dal mio punto di vista, come artigiana che lavora da sola, diventa più semplice essere sostenibili: difficilmente butto dei pezzi di carta e cartone. Ho nominato due materiali che uso più spesso – ovvero carta e cartone –, ci sarebbe poi da fare un discorso sulle colle e sulle vernici: utilizzo infatti un processo di impermeabilizzazione che è naturale e deriva dalle piante.
Purtroppo, non posso fermarmi a questi materiali naturali, e dunque utilizzo anche vernici che inquinano. Questo è inevitabile visto il tipo di prodotto che faccio, perché i clienti chiedono che i prodotti durino. Potrei fare la scelta di fare oggetti in carta non impermeabilizzati, ma si rovinerebbero molto più in fretta. Il quantitativo di vernici che utilizzo è in ogni caso molto basso rispetto al totale dell’oggetto prodotto.
Gli imballaggi che uso sono di carta, tranne quando vendo la carta come materiale, perché che devo proteggerla con il cellophane. Ho cercato l’alternativa con il bio-cellophane di mais ma non è facilmente reperibile (…). È sempre importante trovare un equilibrio tra ciò che il mercato offre in termini di sostenibilità, delle proprie necessità, e provare a migliorare sempre il prodotto.
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