Quando la musica incontra l'arte: una chiacchierata con Mattia Riva, maestro liutaio di Varese

Articolo di  Valentina Sole

È un fresco venerdì pomeriggio di Giugno quando incontro, per la prima volta, Mattia Riva, un maestro liutaio varesino.

Percorro la strada pedonale di Via del Cairo, a Varese, abbellita dalle recenti installazioni di arte contemporanea, volute dalla Fondazione Marcello Morandini.

Entro nel cortile dove ha sede il laboratorio ed è subito magia: l’atmosfera è avvolta dalla melodia di un violino, che suona e mi coccola, alleggerendo la mia mente.

Le note delicate mi guidano fino alla porta, dove Mattia mi accoglie, sorridente con grande gentilezza.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Ciao Mattia, raccontaci come è nata la tua passione per i violini

Mi chiamo Mattia Riva e, dal 2003, svolgo la professione di liutaio, a Varese.

La mia passione è nata sui banchi di scuola, durante gli anni trascorsi al liceo artistico Angelo Frattini, proprio qui, nella mia città.

In quel periodo suonavo la chitarra, quando lo strumento stesso ha catturato la mia attenzione. Un giorno, per assecondare la mia natura curiosa, ho smontato completamente la mia chitarra, fino quasi a distruggerla, non essendo stato più in grado di assemblarla nuovamente. 

La mia curiosità si è presto trasformata in una vera necessità di approfondire, di entrare in un mondo allora per me completamente sconosciuto: quello della liuteria.

Ho presto visitato la Scuola di liuteria di Milano che, insieme a quelle di Cremona e di Parma, rappresentano l’eccellenza del settore nel Nord Italia.

Successivamente ho pianificato una visita al Museo Stradivariano (oggi Museo del Violino) e presso la Scuola di Liuteria di Cremona.

Ho infine optato per la Scuola di LLiuteria di Milano, dove ho deciso di intraprendere i miei studi.



Perché hai scelto uno strumento ad arco?

Non è stata una decisione immediata perché, inizialmente, essendo chitarrista, la scelta più ovvia sembrava dovesse ricadere sulla costruzione di chitarre e di strumenti a pizzico. 

La scuola di Milano offriva - ed offre tuttora - due differenti formazioni, una dedicata agli strumenti a pizzico e una a quelli ad arco. 

Il confronto con gli insegnanti ed un breve iniziale percorso di studi mi hanno aiutato a scegliere la strada degli strumenti ad arco. Ma i motivi sono anche altri.

Anzitutto la parte pittorica e la verniciatura che, a parer mio, sono più interessanti. 

Gli strumenti a pizzico vedono infatti una verniciatura prevalentemente a gommalacca, mentre gli archi vogliono l’impiego di vernici dalla composizione più complessa. 

Ovviamente la mia formazione pittorica ha influito molto, indirizzando la mia scelta. 

Il secondo è un motivo più pratico: gli strumenti ad arco hanno un mercato internazionale, dettaglio che all’epoca, mi sembrava potesse tradursi in uno sbocco più concreto nel mondo del lavoro.

Come si costruisce uno strumento ad arco?

Le metodologie impiegate nella costruzione di uno strumento ad arco sono due: una che segue un pattern interno successivamente rimosso (la forma interna), e la "forma esterna" detta anche "alla francese" che utilizza un modello che accoglie e delimita il profilo esterno delle fasce.

Il suo nome ha radici lontane che risalgono all’800, quando, in Francia, si sviluppò la tendenza di creare produzioni seriali di strumenti economici, a causa della forte richiesta. La forma esterna permetteva di serializzare il lavoro, consentendo di impiegare più persone nella lavorazione dello stesso strumento. 

La forma interna, al contrario, consentiva di produrre un solo strumento alla volta.

Oggi entrambi i metodi sono ancora in uso, ma personalmente prediligo e applico quello della forma interna perché dona unicità ad ogni strumento.

Ogni violino nasce da un disegno, che trova ispirazione nei classici cremonesi, ovvero i modelli di Stradivari Guarneri e Amati. 

Amo molto anche la liuteria milanese del ‘900 e spesso autori come Ornati, Antoniazzi e Galimberti sono i miei riferimenti.

Il lavoro come insegnante presso la scuola di Liuteria di Milano mi permette di osservare giovanissimi allievi apprendere tecniche, come AutoCad o altri programmi. 

Io personalmente progetto e disegno le proporzioni essenziali del violino, a mano, con matita e gomma, su un foglio, proprio come una volta!

Quali materiali utilizzi nella creazione dei tuoi violini?

I legni impiegati nella costruzione di strumenti ad arco sono tradizionalmente due, l’abete rosso e l’acero dei Balcani o dal Canada.

La struttura ad anelli dell’abete lo rende adatto per la costruzione della tavola armonica dello strumento, mentre l’acero, che presenta un andamento della fibra ondulatorio denominato "marezzatura", si utilizza per il manico, per le fasce e per il fondo. 

La tastiera viene composta utilizzando prevalentemente ebano, un legno molto pregiato.

Tuttavia, recentemente, alcuni artigiani hanno iniziato a testare particolari trattamenti per rendere più duro l’abete, allo scopo di sostituire l’ebano che, proprio per il suo pregio, andrebbe utilizzato il meno possibile, salvaguardandolo. 

Io utilizzo vernici all’ olio e all’alcool, quest’ultime costituite da un solvente e da resine naturali, scelte con perizia e a discrezione del liutaio.

Le vernici all’olio sono più complesse: vedono infatti un processo preventivo di pirogenazione, attraverso il quale le resine, come Ambra e Coppale, vengono scaldate ad alte temperature (superiori a 300°) e successivamente unite all’olio attraverso un’ulteriore cottura.Questo procedimento richiede spazi ed attrezzature adeguate, perché può produrre fumi tossici ed odori sgradevoli.

La verniciatura è la disciplina che più mi affascina, perché molto varia: ha inizio con la composizione delle vernici, prosegue con l’estrazione dei pigmenti da radici e coloranti naturali, e si conclude con l'applicazione e la finitura sullo strumento. 

Aspetti molto interessanti che mi affascinano, da sempre. 

Parlaci della tua esperienza come insegnante Liutaio

Nel 2017 ha avuto inizio la mia esperienza come insegnante alla Civica Scuola di Liuteria di Milano.

Questo ruolo mi diverte e mi arricchisce, impegnandomi un giorno a settimana, per 8 ore circa e offrendomi un certo svago dalla routine e dall’intenso lavoro in laboratorio.

I primi anni sono stati impegnativi e ho dovuto trovare un metodo didattico che fosse efficace e che non è arrivato in modo immediato.

L’impegno di trasmettere in modo sintetico ed efficace concetti e metodi mi consente di apprendere, sempre, anche dal punto di vista umano.

Gli allievi hanno formazioni e nazionalità diverse e, generalmente, un’età compresa tra i 20 ed i 30 anni. Occasionalmente ho insegnato anche studenti coetanei, della mia età, con bagagli ed esperienze diverse.



La liuteria e l’intelligenza artificiale possono coesistere?

Oggi costruiamo gli strumenti ad arco - violini, viole e violoncelli - esattamente come si faceva 400 anni fa.

Nulla è cambiato, se non il supporto di alcuni strumenti moderni, come il trapano elettrico o la luce della lampade che ha sostituito le candele.

Ma la costruzione dello strumento è rimasta davvero inalterata, mantenendo il suo fascino antico.Il nostro settore resta al riparo dalle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, che difficilmente può essere applicata, almeno per il momento.Innovazioni meno recenti, come il CNC, non trovano spazio nella liuteria, anche se, tuttavia, qualche costruttore sta cercando di “sdoganarlo”.Trovo che nella mia metodologia, il controllo numerico, non sia applicabile, perché troverebbe spazio unicamente nella fase di sgrossatura.

In realtà, l’80% del lavoro su uno strumento ad arco coinvolge la finitura di spessori, di bordi e di dettagli, e, quindi, una macchina CNC, non darebbe supporto alcuno. 

Addirittura le frese ad alta velocità potrebbero danneggiare il legno e compromettere il risultato finale. 

Chi desidera fare il liutaio deve accettare che la qualità di uno strumento ad arco artigianale risiede proprio nella manualità del lavoro.

Chi cerca scorciatoie, può scegliere un altro mestiere (sorride).




Scopri tutti gli artigiani del nord Italia con noi di Italian Bees.

Dalla Valsesia il cuore del legno: la storia di Artelegno
Articolo di  Valentina Sole