Una delle poche Ditte italiane costruttrici di strumenti musicali a fiato rimaste: Mario Corso Snc di Corso Lorenzo

Articolo di Sonia Teti

A Cinisello Balsamo (MI) c’è la Ditta Mario Corso Snc, dove lavora Lorenzo Corso, dopo quasi un secolo e mezzo di tradizione familiare. Ha creato strumenti per gente dello spettacolo, musicisti ed attori. Ha anche collaborato con degli architetti che volevano delle lampade a forma di strumenti.

L’atmosfera del Laboratorio è genuina, anche grazie agli ampi soffitti e ai macchinari storici, tra i quali il cliente si avventura, guidato dagli aneddoti del proprietario, che non ha nessuna voglia di smettere di lavorare, perché è la sua passione ed anche perché vuole portare avanti la cultura degli strumenti a fiato Made In Italy, siccome attualmente non ci sarebbero più tante Ditte costruttrici di fiati nel nostro Paese. Una bella responsabilità! Peccato che le burocrazie nella nostra epoca siano così tante anche per lui, che invece vorrebbe essere operativo tutto il giorno!

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:



Buongiorno Lorenzo, la famiglia Corso aveva iniziato a lavorare agli strumenti musicali nel 1880, la Ditta Mario Corso poi è stata fondata nel 1956 e gode della Sua presenza dal 1965. 

La storia degli strumenti musicali in famiglia comincia nel 1880 con il nonno Lorenzo, che da ragazzino è andato a lavorare in una Ditta di Verona che fabbricava strumenti musicali. Mio padre ha cominciato come garzone sotto mio nonno nel '24 - o nel '26. Poi ha fondato la Ditta e ad un certo punto ha girato un po' anche in varie Ditte all'estero, dopodiché si è messo per conto suo nel '56 e adesso da 68 anni siamo ancora sulla breccia.



Da anni la Ditta si avvale di moderne tecnologie, tra le quali il trattamento termico in atmosfera controllata e la deformazione idraulica. In cosa consistono?

Per il trattamento termico c'è un forno in cui facciamo il vuoto spinto a -1,5, togliamo tutto l'ossigeno, poi facciamo il trattamento a +1 in azoto, così che il materiale non cambi la natura cristallina.

La deformazione idraulica l’ho inventata io, ma ho saputo dopo che all'estero c’era già qualcuno che la faceva; non saprei come lo facesse, ma io ci ho messo due anni a fare costruire questa macchina, grazie alla quale praticamente noi prendiamo il tubo e lo gonfiamo, come se fosse una bottiglia. Per spiegare le altre lavorazioni specifiche servirebbe una giornata intera, però diciamo che abbiamo inventato noi il 50% dei nostri macchinari.

Quali sono, in sintesi, le tappe del processo produttivo di uno strumento fiato?

Si comincia con la lastra in ottone e si tagliano i vari pezzi che compongono lo strumento, i quali vengono poi saldati e lavorati; altrimenti si usa il tubo per le parti cilindriche, che vengono tagliate su misura e tornite. Poi viene fatto l'assemblaggio dei vari pezzi. Oltre ai tubi dritti, ci sono anche tutti quelli curvi, che curviamo con le curvatubi. 

Quali sono le caratteristiche più richieste dai musicisti? Se un cliente ti chiedesse dei suggerimenti sulla scelta dello strumento, cosa gli consiglieresti?

Abbiamo creato uno strumento per Dario Fo, che è servito per la Bisbetica Domata, della quale c'è anche il film con Richard Burton. Ogni tanto abbiamo qualche regista che ci fa fare degli strumenti sul disegno di strumenti antichi o sul disegno del regista.

Abbiamo costruito strumenti anche per il Museo in Egitto, di cui quattro pezzi sono andati alla Fenice di Venezia proprio l'anno prima di bruciasse. Fatalità.

Se viene un esordiente, consigliamo noi lo strumento adatto. Di solito parte magari da uno strumento di poco costo; una volta che si fa l'orecchio ed ha imparato a suonare, passa ad uno strumento di qualità superiore.

Invece quando si crea qualche strumento per un professionista, lo si costruisce in base alle sue esigenze.

C'è chi lo vuole che suona più forte oppure c’è chi lo vuole con la voce del suono più scura - o più chiara; in questi casi lo si crea apposta per lui, sia come suono che come forma.



Lei rappresenta l'artigianato Made In Italy...

Ritengo che gli italiani non siano capaci di valorizzare i loro prodotti e i loro lavori, infatti un po' di tempo fa dicevo che noi in Italia siamo i più grandi creatori di posti di lavoro... all'estero però! All'estero ci sono anche delle cose buone, ma ci sono anche tante "porcherie". Se gli italiani guardano solo al costo...! Col suonatore bravo non ho problemi, avrei problemi invece col suonatore mediocre che, se vede un marchio straniero, compra di tutto e di più. Mi piace molto un proverbio inglese che dice "Non sono abbastanza ricco per comprare roba che costa poco". Quando va ad acquistare un prodotto, l’italiano deve imparare a leggere la provenienza e deve preferire i prodotti italiani.




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Articolo di Sonia Teti