In provincia di Rovigo, nel piccolo paese di San Bellino, si trova la vetreria artistica dei fratelli Tomanin.
A spiegarci la storia della sua attività è Sandro, il titolare dell’azienda, che ci accoglie nella sua casa, una splendida villa veneta adibita ad abitazione nonché a sede espositiva e a laboratorio del vetro.
Laboratorio che spesso ospita corsi dedicati agli artigiani del vetro e a gruppi di studenti, interessati ad approfondire nuove tecniche di lavorazione di questo materiale così pregiato.
Buongiorno Sandro, può raccontarci la storia della sua vetreria artistica?
Sono Sandro Tomanin e sono il titolare della vetreria d’arte dei fratelli Tomanin che ha sede a San Bellino. Ho fondato la vetreria nel 1988, nel 1990 ho preso i miei fratelli Franco e Fabrizio a lavorare con me. Nel 1993 abbiamo rilevato una casa padronale veneta che nell’arco di 15 anni abbiamo adibito a laboratorio artigianale e sede espositiva, oltre che ad abitazione.
I prodotti che realizziamo sono suddivisi in tre tipologie: le vetrate legate a piombo, dipinte a grisaglia, che rispettano la tecnica antica di produzione delle vetrate delle cattedrali gotiche. Vi è poi la tecnica Tiffany, che è più moderna e, infine, la tecnica della sabbiatura, che ci permette di realizzare complementi d’arredo e oggetti dalla fattura più classica o modernissima.
C’è un progetto particolare a cui avete lavorato negli ultimi tempi?

Negli ultimi tre anni abbiamo lavorato alla riproduzione delle tre vetrate della facciata occidentale della cattedrale di Chartres in Francia, che è una delle più importanti cattedrali gotiche in Europa.
Il tutto è nato perché nel 2019 don Alessio Geretti, curatore della mostra internazionale d’arte di Illegio, ci chiamò per richiederci una parte delle tre vetrate per poterla poi esporre alla mostra di Illegio di quell’anno.
Nel realizzare le tre vetrate ci siamo rifatti ad alcuni disegni che, nell’Ottocento, l’architetto Jean Baptiste Lassus fece andando in quota a Chartres. Abbiamo rilevato e prodotto dei disegni usati come basi, realizzati con un sistema di grafica computerizzata e siamo riusciti a raggiungere una fedeltà assoluta dei cartoni e delle pitture a grisaglia.
La grisaglia è infatti la tecnica antica di pittura a fuoco del vetro. Ci siamo rifatti non solo ai cartoni originali, ma anche alla qualità e alla tipologia di produzione del Duecento.
Il lavoro ci ha impegnato per tre lunghi anni e il risultato è oggi esposto nella chiesa di Presciane, dove abbiamo realizzato una serie di eventi culturali che ci hanno permesso di valorizzare le tre vetrate.
Quali tecniche d’artigianato utilizzate per creare oggetti in vetro di uso quotidiano, come lampade e complementi d’arredo?
La tecnica che usiamo è quella Tiffany, inventata all’inizio del secolo scorso da Tiffany: si tratta di un sistema alternativo di legatura delle tessere di vetro, che porta a realizzare splendide vetrate ma anche lampade.
La tecnica Tiffany, usando dei supporti sagomati, permette di creare delle forme tridimensionali – e non solo bidimensionali, come con la legatura a piombo –, a seconda dello stampo che si usa, dando forma semisferica o altre forme varie.
L’ultima tecnica è quella della sabbiatura, che sfrutta il potere abrasivo della sabbia, la quale viene spruzzata contro la superficie del vetro, che in questo caso è di grosso spessore, e arriva a inciderlo e scolpirlo in profondità.
Anche in questo caso, utilizziamo sistemi di grafica computerizzata che ci permettono di creare dei disegni vettoriali che producono delle matrici. Esse applicate ai vetri consentono delle realizzazioni straordinarie: infatti, andando a illuminare i vetri precedentemente sabbiati, si ottengono degli effetti tridimensionali incredibili.
Con questa tecnica abbiamo realizzato dei complementi d’arredo come lampade, tavoli, piani per tavoli ma anche decorazioni su pannelli fotovoltaici. Uno dei lavori più importanti realizzati dalla vetreria con questa tecnica è un grande vetro di 3,5 m x 2,80 m di dimensione per l’Hermitage di Monte Carlo.
Il vostro lavoro vi porta a lavorare molto per ambienti abitativi o storici. A cosa vi ispirate?

Con queste tecniche si realizzano oggetti, vetrate, pannelli destinati maggiormente a edifici storici nell’ambito del restauro, ma non solo. Per ambienti moderni realizziamo delle vetro-sculture e velari, ovvero dei soffitti in vetro.
Le vetro-sculture vengono realizzate con dei pezzi di vetro tagliati a spacco e assemblati con delle resine molto potenti che ci permettono di creare delle opere suggestive, destinate ad ambienti modernissimi.
Anche con le tecniche antiche di legatura a piombo e la tecnica Tiffany è possibile realizzare vetrate modernissime: la maggior parte di ciò che si va a realizzare è destinato ad ambienti moderni, di conseguenza devono seguire lo stile degli spazi dove vanno collocate.
Nella panoramica degli oggetti che realizziamo, è facilmente comprensibile come si possa spaziare da oggetti classici che riprendono decorazioni classiche a oggetti più moderni. L’ispirazione è data dallo spazio e dal contesto dove devono essere collocati e ci si ispira anche a oggetti del passato. Poi in realtà la creatività non ha limiti: un lavoro così creativo permette di realizzare complementi assolutamente originali.
Tra gli oggetti e i complementi in vetro che crea, ce n’è qualcuno a cui è particolarmente legato?
Tra gli oggetti più significativi che abbiamo realizzato – e premetto che in 35 anni sono diversi quelli che abbiamo prodotto, anche per diversi mercati – vi è un velario che riprende motivi decorativi della tradizione islamica. Abbiamo digitalizzato i motivi di ornato e il velario è stato creato con dei vetri placcati, che sono dei vetri particolarmente pregiati che vengono sabbiati, per togliere parte della colorazione del vetro e poi smaltati con colori cotti a fuoco.
Il risultato è qualcosa che unisce la perfezione dal punto di vista geometrico con difficoltà tecniche trascendentali dal punto di vista tecnico. Lascio il giudizio sul mio lavoro agli osservatori.
Realizziamo anche delle riproduzioni, in particolar modo incisioni di Albrecht Dürer, il più importante incisore tedesco del ‘500 che andiamo poi a completare con delle cornici legate a piombo e decorazioni ricavate da vetri placcati. Tutto il lavoro di riproduzione della formella centrale viene fatto in punta di pennello con la grisaglia: posso garantire che dipingere sul vetro è molto più complesso che dipingere su tela o carta. Il risultato lo lascio decidere a chi avrà modo di vedere queste opere.
Il risultato è straordinario: frutto di anni e di esperienza e di una tradizione vetraria che si tramanda da secoli.