L’arte di decorare le vetrate ha origini assai antiche che risalgono al 25 d.C. presso i romani, che erano soliti decorare edifici pubblici, terme e ville applicando stupende composizioni in vetro su telai di ferro o legno.
Un patrimonio artistico che, nel tempo, è diventato una vera industria, regalando lasciti culturali di notevole importanza.
I rosoni della cattedrale di Notre Dame ne sono prova tangibile: risalenti al XIX secolo, sono sopravvissuti al devastante incendio del 2019, che coinvolse l’intero edificio richiedendo oltre 12 ore di lavoro da parte dei Vigili del Fuoco.
Nel Nord Italia, in provincia di Vercelli, all’interno di un’antica stazione ferroviaria adibita a laboratorio, Antonella e Gabriella lavorano il vetro, lo dipingono, gli danno nuova vita, creando stupende opere d’arte legate ad una tradizione secolare.
Un sabato mattina di inizio dicembre mi hanno portate nel loro mondo, parlandomi di Vitrea e della passione che muove le sue creazioni.
Ciao Antonella, ciao Gabriella, come nasce Vitrea?
Ci siamo conosciute negli anni ’90, a Gattinara, presso un antico laboratorio di vetrate artistiche che si è occupato, tra le altre cose, anche del Sacro Monte di Varallo.
Qui entrambe abbiamo imparato le tecniche di lavorazione del vetro alimentando una passione che ci ha guidate, nel’94, a fondare Vitrea.
Da oltre 30 anni lavoriamo con dedizione ed entusiasmo il vetro, attraverso approcci tradizionali o più innovativi: pittura, vetrofusione, legatura e pâte de verre, che consentono una totale espressione del nostro estro artistico.
Nel 2008 ci siamo trasferite in questa antica stazione ferroviaria abbandonata, che all’epoca si trovava davvero in condizioni pessime.
L’abbiamo amorevolmente ristrutturata dando vita al nostro laboratorio, un luogo stupendo, con un’energia di passaggio, trasformazione e incontro, riconosciuta universalmente dagli abitanti del luogo e dai passanti.
Come nasce lo stile di Vitrea? Quali procedimenti impiegate? Quale tipologie di vetro lavorate?

Le basi della lavorazione sono artigianali e prevedono, dunque, diverse conoscenze tecniche, tra cui il taglio del vetro e il successivo montaggio con il piombo, procedimenti che abbiamo imparato in bottega.
In quegli anni era difficile carpire i segreti del mestiere, perché i maestri non amavano insegnare né svelare le proprie conoscenze, come nel caso della pittura, i cui segreti abbiamo dovuto “rubare” nel tempo.
Quando abbiamo deciso di proseguire in autonomia, abbiamo frequentato un istituto di pittura su vetro che ci ha fornito i mezzi e le competenze utili a svolgere al meglio il nostro lavoro.
Abbiamo in seguito studiato presso altre scuole, a Milano e in Toscana, con percorsi di apprendimento dei metodi di fusione che hanno contribuito a plasmare la nostra artigianalità.
Imparate le tecniche utili, è stato possibile spaziare facendo emergere il nostro estro: conoscere il vetro, la temperatura alla quale si muove e le sue diverse strutture e sfumature consente, infatti, di dare libero sfogo alla creatività.
Ciò significa inventare, creare, giocare e combinare materiali diversi partendo però da basi strutturate e tradizionali, provando a elaborarle e a dare vita a qualcosa di personale e unico.
Oggi Vitrea si occupa di lavorazioni e restauro tradizionali ma anche di creazioni artistiche nate da artigianalità e conoscenza.
Tra i vari processi, come eseguite, per esempio, il taglio del vetro?

Utilizziamo uno strumento, il tagliavetro, dotato di una rotella ed una testina mobile costantemente lubrificata.
Si appoggia lo strumento sulla lastra e si preme a fondo provocando un taglio deciso e netto.
Noi vetrai, diciamo che a questo punto “il vetro canta”, riferendoci al particolare rumore che emette il materiale durante il taglio.
Il passaggio successivo prevede l’apertura della parte tagliata dal fondo, attraverso un movimento delicato ma altrettanto fermo.
Laddove la necessità sia quella di creare forme particolari, si utilizza una dima, ovvero un modello, generalmente in cartoncino, che consente di creare il disegno desiderato seguendone i contorni e utilizzando il tagliavetro come spiegato in precedenza.
Quando si taglia il vetro è fondamentale non fermarsi mai, mantenendo la pressione giusta e la corretta lubrificazione della lama, che altrimenti potrebbe ossidarsi.
Utilizziamo diverse tipologie di vetro: quello soffiato, il cattedrale e numerose altre varianti, con martellature particolari e altrettante forme e dimensioni, disponibili nei più svariati colori.
Cosa propone il vostro estro creativo?

All’interno del nostro showroom è possibile vedere e acquistare oggetti creati con l’antica tecnica della vetrofusione, andata per un periodo in disuso, ma ripresa agli inizi del ‘900, negli Stati Uniti.
Una lavorazione di nicchia che consente di realizzare progetti molto belli, difficile da eseguire e che prevede, all’interno di un forno a 800°, la fusione di due vetri preventivamente testati e compatibili tra di loro.
Noi impieghiamo diversi tipi di vetro, alcuni dei quali molto umili, con i quali riusciamo a realizzare opere assai interessanti.
Amiamo la sperimentazione che ci porta a combinare un vetro base con ossidi, parti metalliche, frammenti di tufo e altri materiali, permettendoci di raccontare storie attraverso la nostra creatività.
In altri casi usiamo vetri riciclati da bottiglie o damigiane, per esempio, che vengono lavate, tagliate e modellate attraverso la tecnica dello slamping.
Il nome di questo procedimento ha origini inglesi e significa “cedere” e descrive il processo per cui il vetro si adatta alla forma desiderata sotto effetto del calore, senza però mai fondersi completamente.
La primavera scorsa abbiamo dato vita ad una linea di fiori modellati in vetrofusione, colorati e luminosi, e che riflettono le caratteristiche della stagione da cui traggono ispirazione.
Realizziamo anche orecchini, ciondoli e anelli, pezzi unici creati con amore che raccontano emozioni e situazioni diverse.
Colorati, eleganti oppure realizzati con vetro trasparente extra-chiaro che al suo interno racchiude un vetro dicroico cangiante, che cambia con la luce.
Tra gli oggetti prodotti creiamo anche lampade e applique progettate con vetri di grandezze e tipologie diverse, per realizzazioni uniche e personalizzabili.
Parliamo ora delle vetrate, grandi protagoniste di Vitrea.

Le vetrate sono la parte centrale del nostro lavoro: i vetri vengono tagliati singolarmente e montati con un trafilato di piombo, le cui giunture vengono saldate.
Questa lavorazione, molto antica, coinvolge la tradizionale pittura a grisaille, in cui il vetro cotto a 600° assorbe completamente i colori impiegati.
Attraverso diversi passaggi, a seconda della complessità del progetto, è possibile realizzare pitture uniche. Questo procedimento viene impiegato anche nelle opere di restauro, in cui siamo specializzate.
Qui in laboratorio abbiamo molti vetri antichi che risalgono ai primi del’900 e che abbiamo ripreso dal nostro maestro o da laboratori che cessavano la loro attività.
Tra i lavori offerti siamo esperte in arte sacra (ci siamo occupate, per esempio, della ristrutturazione di un’opera dedicata alla Madonna di Oropa) e funeraria, dove il concetto di vetro e trasparenza rende più luminoso il passaggio tra la vite e la morte.
Il nostro showroom propone anche dei pannelli espositivi che mostrano le diverse tipologie di vetrate che accontentano molteplici richieste: disponibili nelle più svariate misure, alcuni presentano degli ossidi al loro interno, altri invece sono semplicemente mossi, ma creano un effetto davvero interessante.
In quale altro modo cercate di trasmettere la vostra passione?
Organizziamo laboratori concepiti per gli amanti del vetro, o per chi semplicemente desidera veicolare la propria creatività su qualcosa di diverso.
Quello che proponiamo più frequentemente è dedicato alla creazione di gioielli, che consente di eseguire moltissime prove, liberando il proprio estro, per esempio, inserendo nel vetro i più svariati materiali.
La trasformazione del vetro affascina i partecipanti che, nel corso di un weekend, si impegnano nel creare un gioiello, un piatto o qualsivoglia oggetto per sé o da regalare, magari in occasioni speciali, come festività o ricorrenze.
Durante l’anno proponiamo diversi eventi e mostre, anche se questo periodo storico è particolarmente difficile.
Le vetrate rilegate a piombo sono infatti progressivamente andate in disuso, tant’è che il nostro lavoro si articola prevalentemente sul restauro di progetti preesistenti.
La linea attuale è infatti molto più minimalista ed ispira architetti e designer, togliendo però valore a noi artigiani legati alla tradizione.
Noi siamo molto positive e fiduciose e sappiamo bene che, a volte, ciò che sembra quasi perduto viene poi riscoperto e rivalorizzato.
L’arte è un dono: ha il potere di fissare visioni, momenti ed ispirazioni, per sempre.
E Gabriella ed Antonella sono immerse totalmente nella loro arte, mantenendo viva una tradizione antica, antichissima.
Non cercano di adeguarla ai tempi moderni, non si lasciano travolgere da intelligenze artificiali o tecnologie avanzate.
Loro fanno in modo che il presente si amalgami perfettamente ad un tipo di decorazione dall’animo antico.
Ed è stupendo vedere come un’arte decorativa così secolare viva ancora attraverso le mani che, con pazienza e maestria, trasformano il vetro in un’opera d’arte.
Ma non è solo tecnica: si tratta di un vero atto d’amore verso un sapere tramandato nei secoli che dimostra che, nonostante il mondo sembri urlare alla tecnologia, l’artigianalità difende ancora il suo posto di rilievo.
Vitrea non è semplicemente un laboratorio, ma un luogo dove passato e presente intrecciano le loro trame, per dare vita a qualcosa di eterno.