Aroma di Mascarella: Il profumo del benessere

Articolo di Vassily Sortino

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Un luogo dove tutto profuma di buono. Questo è stato capace di fare Antonino Azzarello, responsabile dell’azienda Aroma di Mascarella, nell’omonima contrada di Caccamo, in provincia di Palermo. Con una visione ben precisa, è stato capace di trasformare un terreno pietroso di campagna in un luogo dove - oltre che a piantare i classici ulivi o mandorli, dove la resa è figlia della volontà della natura – ha saputo seminare e rendere fertili dieci piante officinali: origano vulgaris a fiore bianco, rosmarino officinale, salvia del genere triloba, calendula officinale e del genere pacific beauty, nepetella, maggiorana, lavanda del genere angustifolia, timo del genere vulgaris, finocchietto selvatico e cardo mariano.

Solo erba o piante come tante? No. Elementi fondamentali della cucina. Utili per condire i nostri piatti, ma anche per ottenere ottimi liquori.

Antonino Azzarello, quando è nata Aroma di Mascarella?

«Aroma di Mascarella nasce nel 2019. Inizialmente ho seminato lungo mille metri rosmarino e origano e poi, nel corso degli anni, mi sono allargato nella varietà e quantità delle piante originali».

Piante officinali di Aroma di Mascarella

A cosa servono le erbe aromatiche?

«Come condimento per le pietanze alimentari. Ho anche sviluppato due amari e due liquori marcati Aroma di Mascarella, rispettivamente al finocchietto e all’alloro e due amari con un mix di rosa canina e calendula e il secondo con maggiorana e finocchietto».

Amari Aroma di Mascarella

Cosa chiede principalmente la clientela qui a Aroma di Mascarella?

«L’origano, che ha un ampio spettro d’uso, dalle case alle pizzerie. È un’erba aromatica principe. La clientela è però anche interessata al sommacco e alla nepetella. La prima è un’erba officinale che produce una bacca, da cui si ricava la polvere rossa per aromatizzare le carni, le insalate e il pesce e ha un sapore agrumato. Quest’ultima è una menta selvatica molto forte».

La sua erba coltivata preferita?

«La lavanda, che è realmente frutto del mio lavoro. Partendo da sei piante madri ne ho ricavate 1100. È anche uno strumento per me di salvare le api. Il mio obiettivo è anche ricavarne un miele millefiori».

Essicazione delle piante officinali

Quale è la sua giornata tipo da lavoratore?

«Per coltivare o raccogliere c’è tempo fino alle 10 del mattino. Una volta raccolte le erbe, vanno riunite a mazzetti e portati in essiccatoio, dove si asciugano naturalmente con la calura estiva. Il mio processo di lavoro è ecosostenibile e rispetta i cicli naturali della coltivazione. Fa tutto la natura».

Quali sono le prospettive per Aroma di Mascarella?

«La clientela attuale di Aroma di Mascarella è molto siciliana. Tramite passaparola ho iniziato a vendere sia nel nord Italia, che all’estero. Sono clienti fedeli. Spero di allargare le attività dell’azienda».

E tra le idee di Antonino, oltre a una collaborazione con le università che al momento vuole tenere segreta, c’è anche la produzione in serra del fungo di basilisco. Una operazione che vedrà coinvolti degli istituti di ricerca.

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