Il basket e l’arte di fare l’imprenditore del vino. Potrebbe riassumersi così la filosofia di vita attuale di Francesco Cossentino, terza e ultima generazione dell’omonima Azienda Agricola Cossentino e grande tifoso del Trapani shark, la squadra di pallacanestro trapanese. Lui, che a Basket ha a lungo giocato da giovane, ora il suo “tiro da tre punti” lo fa nel ruolo di imprenditore. Cercando di trovare quei vini che possono essere amati dai mercati e coltivandoli con passione.
Francesco Cossentino, come nasce e si sviluppa l'Azienda Agricola Cossentino?
«L'Azienda Agricola Cossentino nasce negli anni settanta. Ed è sempre stata a conduzione familiare. Siamo partiti con mio nonno Gaspare, che era un semplice coltivatore di uva. L’unica varietà presente era il Catarratto. Eravamo quindi un’azienda monovarietale, poi mio padre ha acquisito l’azienda a metà degli anni Ottanta, introducendo delle novità. La prima fu quella di puntare sull’agricoltura biologica. Siamo stati tra le prime aziende in Sicilia a ottenere la certificazione in tal senso. Poi ha introdotto varietà autoctone e internazionali di vitigno: Grillo, Nero d’Avola, Sirah, Merlot e Cabernet Sauvignon. L’azienda si spande lungo 27 ettari. Ventuno sono dedicati al vino e sei alle piante di ulivo. Tutto coltivato biologicamente. Con la mia gestione abbiamo deciso di puntare sui vitigni autoctoni, abbandonando gli internazionali, tranne il Sirah».
Tra i vini figli di vitigni autoctoni, quali sono più richiesti dai clienti?
«Grillo come bianco e Nero d’Avola come rosso».
Lei, però, ha una particolare predilezione per il vostro vino delle origini: il Catarratto. Perché?
«Noi dell'Azienda Agricola Cossentino lo scegliamo per motivi territoriali, affettivi e familiari. Il Catarratto è straordinario come versatilità, si presta a tantissimi tipi di vinificazione. Lo proponiamo in quattro versioni: il classico, lo spumante, il Catarratto Chardonnay e poi il nostro fiore all’occhiello che è l’orange wine. Un Catarratto macerato, fermentato in modo spontaneo, senza l’uso di lieviti aggiunti quindi, viene vinificato in vasche di cemento crudo dove la macerazione avviene in presenza delle bucce per 12 giorni. Poi fa un lungo affinamento in vasche di cemento e successivamente viene spostato nei barili».
Quale il futuro dell’Azienda Agricola Cossentino con tanta varietà?
«Puntare sull’enoturismo, accogliendo il pubblico in cantina qui all'Azienda Agricola Cossentino. Voglio migliorare questo aspetto. Sul vino, ho voglia di puntare ad altri vini autoctoni, senza dimenticare il Catarratto che è il vino del cuore».
E in un anno dove la pioggia in Sicilia è stata davvero poca, l’enologo di Francesco che si occupa dell’azienda è concorde nel pensare che è tempo di eliminare i vitigni stranieri: «Dobbiamo puntare di più sul territorio e sulle sue varietà spontanee. Più resistenti e che meglio si adattano al terreno».
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