Coltivare le terre dei propri nonni e cambiarne in meglio l’obiettivo, con lo scopo di attrarre i turisti. Sono queste le radici solide che caratterizzano l’Azienda agricola Todaro, con i suoi 20 ettari di campi coltivati a vigne nell’area di San Giuseppe Jato. Spazi immensi un tempo lavorati solo per ottenerne l’uva da tavola e che oggi servono anche per ottenere del rinomato vino.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Adriano Todaro, quando nasce questa azienda dedita al mondo del vino?
«Nel 2011, da una idea mia e di mio fratello. I terreni li abbiamo ereditati dal nonno e oggi questa azienda è la nostra seconda casa».
Cosa producete qui?
«Dal 2011 vino biologico, perché crediamo nella natura e nel non uso della chimica. Ci siamo specializzati nel Perricone, vino autoctono delle nostre zone».
È quindi il Perricone il vostro vino punta di diamante?
«Certamente. Produciamo tre linee: il rosso, il rosato frizzante e l’unito col Nero d’Avola».
Cosa succede all’uva raccolta dalla vite?
«Qui lavoriamo in maniera molto artigianale. Raccogliamo l’uva nelle cassette, la trasportiamo con i trattori e poi c’è un destino diverso in funzione se è uva bianca o rossa. Il rosso va direttamente nelle vasche. Abbiamo deciso di valorizzare da questo punto di vista l’artigianalità e la lavorazione con metodi antichi»
Che futuro ha l’azienda?
«Intendiamo valorizzarci, dedicandoci al campo dell’enoturismo. Una strada che ci permetterà di fare conoscere meglio l’azienda e il nostro territorio».
L’obiettivo per il futuro di un’azienda così affermata è quindi potere creare delle stanze dove inserire una decina di posti letto e potere fare assaggiare il vino ai turisti e non solo. Si attendono i finanziamenti e i bandi di gare della Regione Siciliana per potere mandare avanti il sogno dei Todaro.
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