By Ciuro, il ricamatore di Papa Francesco e Al Bano

Articolo di Vassily Sortino

Trasformare il ricamo in arte contemporanea e racchiudere, in ogni punto cucito, una storia di valori e passione. È questa la missione di Giuseppe Ciuro, fondatore della By Ciuro di Palermo, eccellenza del Made in Italy nel settore del ricamo industriale e artigianale. 

Nata per unire creatività e innovazione, l’azienda rappresenta oggi un punto di riferimento per la moda, lo sport, il lavoro e la pubblicità, grazie a una produzione di oltre 1.200 capi al giorno realizzati con precisione e cura sartoriale.

Su una superficie di 600 metri quadrati, tra software di ultima generazione, taglio laser e macchinari multiteste, prende vita un racconto fatto di professionalità e fede. 

Ogni ricamo qui è un atto di fiducia, giustizia, fede e resilienza siciliana. Ma, soprattutto, tra le sapienti mani di artigiani siciliani, un atto di bellezza perpetua. 

Così By Ciuro tesse, giorno dopo giorno, la trama autentica dell’artigianato italiano che guarda al futuro affondando le proprie radici nel passato. A raccontarlo a Italian Bees è Giuseppe Ciuro, proprietario dell’azienda palermitana.


Qual è la storia di questa azienda, che lei gestisce con un clima di famiglia?

“By Ciuro nasce da un'idea, da un viaggio fatto in Spagna nel 1996. È stato un cenno mandato dal cielo. 

In questo viaggio vedo la mia prima macchina da ricamo: ne resto colpito e decido di intraprendere questa attività in Italia. Sono passati quasi trent’anni. E dopo tutto questo tempo, ancora, resto innamorato del ricamo e delle macchine da ricamo”.

Cosa producete?

“Siamo un ricamificio artigianale che produce 1200 capi al giorno, unendo le capacità dell’uomo con la precisione delle macchine. Operiamo nel mondo del work, dello sport, del merchandising, dell'Ho.Re.Ca, ristoranti, alberghi, pub, in tutto il settore operativo e lavorativo del territorio siciliano. 

Ma da diversi anni ci siamo anche specializzati e quindi ci definiamo anche dei consulenti nel vestire e nel somministrare anche le regole di quello che è l'abbigliamento al lavoro e i dispositivi di sicurezza relativi azienda per azienda”.

Legati alla sua attività ci sono numerosi aneddoti, che coniugano la storia e il pop.

“Nel 2013 abbiamo prodotto il cappellino per Papa Francesco, che in realtà bisognerebbe chiamare Zucchetto, in occasione del suo viaggio a Lampedusa. Abbiamo seguito "Fly for Peace", una manifestazione che si è svolta a Trapani, di carattere nazionale. 

Sono orgoglioso di seguire soprattutto il merchandising o parte del merchandising di Albano Carrisi, mio caro amico, perché poi alla fine si diventa anche amici. E potrei continuare”.

Come si svolge la sua giornata di lavoro in ricamificio?

“Le giornate lavorative più o meno sono un copione e sono sempre le stesse. Nel senso che arriviamo puntuali in sede, perché è una cosa a cui tengo molto la puntualità alle nove del mattino. È un'azienda strutturata, quindi abbiamo l'ufficio acquisti, l'ufficio commerciale, l'ufficio produzione. 

Dal nostro gestionale vediamo le commesse di uscita, le commesse d'entrata e pianifichiamo la giornata lavorativa. Ovviamente è un lavoro di coordinamento che facciamo con tutti questi fantastici ragazzi e ragazze, con molti di loro presenti da oltre venti anni”.

Quali sono gli obiettivi futuri di By Ciuro?

«Intanto stiamo investendo molto sull'immagine dell'azienda attraverso il web per conquistare il mercato nazionale, oltre che quello regionale. Questo è un obiettivo che ci siamo prefissati.

Presto realizzeremo il punto vendita di By Ciuro con la vendita di beni o servizi direttamente al consumatore finale, ovvero al pubblico. 

La fase finale della catena di distribuzione, dove il prodotto passa dal venditore al compratore che lo utilizzerà per uso personale. È un nuovo settore che vorremmo seguire, visto che al momento lavoriamo solo con le aziende”.

Durante l’intervista non smette quasi mai di suonare il telefono di Giuseppe Ciuro. A volte dall’altro capo è una istituzione, a volte è un vip, a volte è semplicemente un amico che vuole passare a trovarlo in azienda. C’è sempre una buona parola per tutti loro. È lo stato di felicità di chi crede in quello che fa quotidianamente.


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Vassily Sortino 13 ottobre 2025


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