Casa Allora, il sapore della lentezza

Articolo di Vassily Sortino

Era un affermato esperto di informatica e comunicazione, che dalla Spagna lavorava con manager che lavoravano con lui dal Sudamerica e dalla Svizzera. Ma il richiamo delle sue radici e della sua terra lo hanno riportato a casa, in Sicilia, cambiandogli totalmente la vita e trasformandolo in un imprenditore agricolo. Si può riassumere così la vita a oggi di Antonio Barone, founder di Casa Allora, azienda produttrice di liquori e progetto fondato sull'esaltazione della bellezza nella lentezza, nel saper fare artigiano e nella cura dell'eccellenza contrapposta alla standardizzazione industriale.⁠

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Antonio Barone, quando nasce Casa Allora?

«Nel 2019 a Villafrati, in provincia di Palermo, in quella che era la casa dei miei nonni e dove erano presenti queste piante di alloro. Da qui nasce tutto. Mia madre e mia nonna facevano una ricetta del liquore all’alloro molto casereccia, che con me abbiamo analizzato, riprodotto, modificato e reso trasversale da un punto di vista di gusto e composizione chimica, trasformandolo in commercio e nella storia del mio ritorno a casa da cinque anni».



Nello specifico cosa producete e in quante linee?

«Noi siamo dei lenti produttori di liquori mono botanica. I nostri prodotti principali sono il liquore di alloro, il liquore di finocchietto e il liquore di lime siciliano, ottenuti dalla macerazione alcolica di una singola botanica. Crediamo in questo modello di semplicità e di controtendenza rispetto alla sofisticazione industriale. Tutto materiale coltivato nell’isola e da persone di nostra fiducia. Abbiamo un controllo totale della filiera».

Tra i suoi tre liquori, quale è il più apprezzato dalla clientela?

«Il nostro primogenito, ovvero il “Dalloro”, il liquore di alloro. Rappresenta la tradizione di famiglia ed è un omaggio a una pianta emblematica del territorio siciliano e del Mediterraneo, ma anche della letteratura e della cultura, da Apollo e Dafne Alighieri, passando per l’utilizzo medico in Asia Minore e in Egitto. Ancora oggi si corona il laureato con l’alloro. È una pianta meravigliosa e piena di proprietà e con un gusto più ampio di quello che ci si aspetta. Nel liquore troviamo dei sapori dell’alloro che spesso non si conoscono».

Come si svolge il suo lavoro?

«Il processo produttivo che ci porta a dare alla luce questi piccoli miracoli di lentezza è semplice come i prodotti da cui prendono forma. Si comincia con la raccolta manuale delle foglie, che vengono sfogliate a una a una. Poi scatta la pulitura dagli elementi terrosi. Completata la pulitura, alcune foglie vanno leggermente essiccate e altre messe in ulteriore macerazione per esaltarne i sentori balsamici. La produzione è settimanale. Il mio ruolo qui è variabile con gli altri collaboratori e spazia dal ruolo agricolo a quello commerciale, con la gestione della logistica e dell’impianto amministrativo». 



Che prospettive future si pone per la sua azienda?

«Mi piace rispondere secondo due strade. La prima è aziendale e commerciale e vuole proseguire il nostro lento percorso, penetrando nel mercato siciliano e italiano, ma anche nell’export, che oggi coinvolge 12 paesi nel mondo. Più che su grandi volumi, siamo desiderosi di rendere questo tipo di esperienza gustativa in qualcosa di gradito nella routine alcolica del cliente. Alla fine il nostro è un piccolo peccatuccio del dopo pasto che racconta un piccolo viaggio in Sicilia. L’altra strada è continuare ad avere gioia nel fare questo mestiere, raccontando la mia terra e gioire della meraviglia di essere tornato in questa terra piena di contraddizioni e di caos Vitale».

Un lavoro che non si ferma mai quello di Antonio, che recentemente ha ceduto anche la sua agenzia di comunicazione a Palermo per occuparsi totalmente dei suoi liquori. A renderlo felice è la possibilità di un rapporto diretto con i suoi clienti, che spesso, prima di fare affari con lui, vogliono incontrarlo in carne e ossa e parlargli. Un miracolo in questi tempi di mondo virtuale.



 


 








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Azienda Vitinicola Candido
Articolo di Vassily Sortino