Dai pannelli fotovoltaici ai formaggi siciliani: la storia del caseificio “La Mannirata” dei fratelli Vinti

articolo di Irene Maria Rita Milisenda

In un mondo che corre veloce e dimentica spesso il valore delle radici, c’è chi ha deciso di fermarsi, respirare profondamente e costruire qualcosa con le proprie mani. Questa è la storia di due fratelli, Vincenzo e Stefano Vinti, che hanno trasformato un sogno d’infanzia in un’azienda casearia di successo, “La Mannirata”, (in dialetto siciliano, significa “ovile”), nel cuore di San Biagio Platani in provincia di Agrigento. 

Una scommessa vinta quella di Vincenzo, che ha lasciato l’eolico per lanciarsi nel mondo della zootecnia. Stefano, il fratello minore, all’inizio molto titubante nel progetto, pian piano ha abbracciato il sogno di Stefano. Hanno creduto nella loro visione, puntando sulla valorizzazione del territorio; hanno lavorato fianco a fianco con rispetto e fiducia reciproca, e lentamente hanno cominciato a farsi notare. 

Oggi, “La Mannirata” è una realtà affermata non solo in Sicilia ma anche all’estero - dove esporta prodotti in Belgio e Olanda - per la qualità dei formaggi ottenuti dalla lavorazione del latte proveniente dalla capra girgentana, una delle razze caprine più affascinanti e rare d'Italia, originaria della provincia di Agrigento e famosa per il suo latte pregiato.

Il suo nome deriva dalla città di Girgenti, l’antico nome di Agrigento. Grazie alle sue caratteristiche uniche, i formaggi prodotti con il latte di Capra Girgentana sono stati riconosciuti come Presidio Slow Food, diventando un simbolo di biodiversità e qualità.


Qual è la storia della vostra azienda? 

“La nostra azienda nasce a cavallo tra il 2018 e il 2019. Ho avuto sempre una passione per gli animali trasmessa da mio padre. L’azienda dove lavoravo era in crisi ed è proprio in quel momento che ho deciso di lasciare tutto e realizzare qualcosa di mio, a San Biagio Platani. Mentre io mi dedico all’allevamento, mio fratello si occupa della lavorazione del latte.

 Abbiamo iniziato con solo 20 capi e adesso siamo arrivati a 350, di questi la maggior parte sono capre girgentane”.

Quanto è complicato condurre questo genere di attività? 

“Le mie giornate sono tra cielo e terra, a contatto con la natura, con i cambiamenti climatici, ed essendo con loro (gli animali, ndr) tutti i giorni, torno a casa con una grande serenità mentale. È un lavoro stancante, oggi è difficile trovare qualcuno che ci possa dare un aiuto nella zootecnia, perché i ragazzi non amano più questo lavoro, e questo mestiere lo devi amare e lo devi avere nel sangue. 

Il nostro è un sogno, un sogno nel cassetto che oggi ha preso forma”.

Quali sono le caratteristiche dei vostri prodotti?

“Non sapevamo che tipo di capra fosse quella girgentana, ma è stato amore a prima vista. L’abbiamo voluta perché ci rappresenta, e rappresenta l’immagine della Sicilia e del nostro territorio; l’abbiamo voluta perché è una capra che si differenzia dalle altre specie per la qualità del latte e dei formaggi. E’ una capra che produce poco latte, ma di una dolcezza unica”. 

A occuparsene è Stefano Vinti, ex personal trainer che adesso ha intrapreso un percorso di formazione per la trasformazione del latte e produzione di formaggi e si è dedicato al laboratorio per la produzione di formaggi caprini; formaggi a latte crudo con tante varietà e proposte che vanno dai formaggi primosale a quelli stagionati, passando per la robiola a coagulazione lattica e stagionati tipo blue con muffe che ricordano i formaggi francesi.

Come avviene la lavorazione?

“Girando il latte in senso orario, all’interno di questo pentolone, andiamo a togliere il residuo di umidità presente nel formaggio. Poi lo andiamo a mettere all’interno delle fuscelle, in modo da prendere la forma rotonda. Infine, pressandolo con le mani facciamo uscire tutto il siero in più e poi lo mettiamo a riposare ad una temperatura fresca. 

Et voilà e il nostro formaggio è pronto”.

Quali sono i progetti futuri dell’azienda?

Nei loro progetti futuri i fratelli Vincenzo e Stefano Vinti puntano ad un turismo esperienziale nei monti Sicani. Il primo passo è stato l’appuntamento “Il giorno del Pastore”. Si comincia al mattino con le storie dei pastori raccontate nell’ovile, poi i visitatori possono partecipare alla mungitura manuale delle capre, assaggiare il latte appena munto e godersi una prima degustazione di formaggi. L’avventura continua seguendo le capre al pascolo fino a ritrovarsi tutti intorno a un pic-nic con pane, formaggio e buon vino della casa.

“Questo è solo uno dei primi appuntamenti che abbiamo sperimentato. I nostri ospiti, dopo una giornata all’aperto e per giunta con le caprette, sono soddisfatti, e soprattutto si sentono liberi e senza stress. Ecco, vogliamo creare proprio un anti-stress, un modo unico per liberare la mente dai troppi pensieri, e lo vogliamo fare insieme alle nostre capre che oggi sono la nostra vita”.



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Irene Maria Rita Milisenda 30 settembre 2025


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