All’interno dell’Abbazia di San Martino delle Scale, nel territorio di Monreale, in provincia di Palermo, è presente una piccola bottega dove i monaci benedettini vendono il frutto del loro lavoro, accompagnato alla preghiera. Tisane, unguenti e altri rimedi erboristici, libri, oggettistica religiosa, miele e prodotti apistici, biscotti, vino, birre e liquori. Quasi tutti prodotti figli di ricette secolari e ancora oggi conosciute solo dagli abitanti del monastero.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Don riccardo Tumminello, quando è nata la bottega adiacente l’abbazia?
«Negli anni Cinquanta con la produzione del vino, frutto del lavoro dei monaci. Per San Benedetto i veri monaci sono quelli che vivono del lavoro delle proprie mani. I prodotti della vigna venivano così venduti a chi visitava il monastero, insieme a biscotti e miele».
Quali altri prodotti vendete in questa bottega?
«Dal 2009 è nata l’associazione Ora Benedicta, che si occupa della produzione e della vendita della birra artigianale, l’unica birra artigianale monastica del meridione d’Italia. Produciamo una birra scura e una birra bionda, entrambe artigianali e figlie di nostri studi. Qui facciamo anche i biscotti di San Martino, ma anche i biscotti tipici di Monreale a forma di lettera esse, creati dalle monache benedettine in onore a Santa Scolastica, che era la sorella di San Benedetto».
La birra è quindi il vostro prodotto di punta?
«Sì, ed è il nostro prodotto principe. La birra bionda è quella più venduta e più beverina. Ha sei gradi, è la preferita dalle donne e si sente il sapore del malto dorato e il gusto fruttoso. La birra scura è invece più intensa, ha otto gradi, erbacea e al sapore di liquirizia».
Come si svolge la vostra giornata di lavoro, rapportata alla bottega?
«La nostra comunità è formata da 12 monaci e ognuno ha il suo compito. C’è chi si occupa della bottega, chi della cucina, chi della portineria, chi della chiesa e chi della biblioteca. Chi sta al negozio alterna la giornata tra la preghiera e il punto vendita. Chi se ne occupa è Don Bernardo».
Quali sono i vostri progetti futuri per la bottega?
«Aggiungere una terza birra, rossa, a quelle già esistenti. Ci stiamo lavorando».
Il sogno di Don Riccardo è anche allargare la platea dei clienti. E se già va tutto bene nel rapporto diretto con chi visita l’abbazia, l’obiettivo è farsi conoscere al resto del mondo, puntando alla vendita online «che sembra una cosa scontata – racconta – ma lo è molto meno per noi monaci. Vogliamo fare conoscere le nostre birre, che, è importante farlo sapere, fanno parte del ricettario del nostro monastero».
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