La Gru, il contenitore di Emozioni in Libertà: fiori e tanta arte

Articolo di Emanuela Longo

Entrando nel negozio-laboratorio La Gru di Vitigliano, piccola frazione di Santa Cesarea Terme in provincia di Lecce, sono stata avvolta da un'energia speciale. Oltre al sorriso di Maria Rosaria Ciullo, la titolare, sono rimasta piacevolmente colpita dai profumi. Odori a me familiari - scoprirò pochi attimi dopo che sono quelli tipici del Salento, dall’odore di bagnato della pioggia estiva sul terreno riscaldato dal sole a quello del mare cristallino distante una manciata di chilometri - ed una passione che emerge da ogni creazione esposta alla vista. 

Il negozio di Maria Rosaria possiamo definirlo un contenitore di emozioni. I fiori sono ovunque ma ben presto ci si rende conto che c’è molto di più. Basta dare uno sguardo intorno, per restare affascinati da un mondo di quaderni - sarà proprio la titolare a raccontarci come nasce il suo “Quaderno del Salento” -, oggettistica in pelle e tutto il mondo di “Emozioni in libertà”, il brand di borse realizzate nel laboratorio separato da una manciata di gradini dal negozio e dove avviene la vera magia. 

Ho fatto due chiacchiere con Maria Rosaria che ci ha raccontato il suo mondo (anche quello interiore) svelando come nasce la sua arte. La Gru si trova in via della Resistenza 3 a Vitigliano (Lecce). 

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Salve Maria Rosaria, ti ringraziamo per l'accoglienza. Ci può raccontare la storia dietro La Gru? Come nasce la sua arte? 

Trent'anni fa si vendeva questo negozio che era di fiori e quindi mi ritrovo a fare la fioraia perché era un negozio di fiori. Fosse stato caramelle avrei venduto caramelle, fossero state biciclette avrei venduto biciclette. E quindi da lì nasce tutto, nasco come fioraia. Continuo a lavorare con i fiori anche adesso però la svolta è stata dieci anni fa quando ho inventato il Quaderno del Salento. 

In realtà, quando morivano i fiori, moriva un po' di me. Volevo che qualcosa rimanesse, che qualcosa avesse un senso e che si potesse protrarla nel tempo. Il mio Quaderno mi ha salvata perché poi grazie al quaderno c'è stato il riconoscimento e l'idea di poterlo fare raccontare, scrivere sia dai bambini che da altri, ma soprattutto dal turista in visita nella mia terra perché volevo che il quaderno raccontasse una terra. E anche quando andavano via la mia terra si portava con loro il ricordo, l'emozione e immaginavo questi viandanti che appuntavano cose. 

Sono un po' fortunata perché qui davanti c'è la via Francigena e quindi quando vedo passare questi pellegrini, queste persone che si mettono in viaggio, mi viene in automatico prendere un quaderno, correre e regalarlo ma perché dev'essere così. Da qui nascono i miei

contenitori di emozioni e iniziamo a raccontare un territorio attraverso delle borse che non amo chiamare borse perché non lo sono. 



Definirla una fioraia, per quanto bellissimo, è sicuramente riduttivo. Lei è soprattutto un'artigiana, un'artista e una sognatrice. Come è riuscita a coniugare i fiori all'artigianato locale? 

Mi è sempre piaciuto muovere le mani, il profumo delle botteghe, sono sempre stata affascinata da ciò. Era l'idea che si potesse creare qualcosa che poi avesse un significato, qualcosa mi ha sempre affascinato e quindi quando mi sono messa in gioco con questo progetto, era come se da lì iniziava la mia vera missione. E vi racconto come mi sentivo. Mi sentivo come un palo di corrente, l'energia che andava dispersa e non capivo come intervenire e grazie a questo progetto, non ho risolto ma l'energia inizia a girare. Non sappiamo dove andremo a finire, ma sicuramente l'artigianato, il tornare indietro se vogliamo andare avanti è la vera mission. 

Ci ha parlato di quaderni e di borse. Quali sono i suoi prodotti di punta e quali i materiali utilizza? 

A me piacciono i materiali naturali, quindi della carta mi piace proprio il profumo, il toccarla, rimaneggiarla, strapparla, creare appunto da La Gru gli origami: è proprio quella la mia filosofia iniziale che rimane sempre lì. Quindi la fragilità della vita. Noi siamo solo di passaggio e dobbiamo apprezzare quello che abbiamo, così come i fiori, loro hanno un messaggio universale che ci dicono 'godete della nostra presenza perché un giorno tutto finirà'. Quindi vanno sempre rispettati e ammirati. Però mi piace anche la stoffa. Mi ricorda questo strappare delle lenzuola, perché la mamma era una sarta. E quindi sia per quanto riguarda la carta, la stoffa, il cuoio naturale è quello che io amo maneggiare. 

Cosa pensa del ruolo della donna nell'artigianato? Crede ci sia un pregiudizio in merito? 

Credo che i pregiudizi ci siano sempre però la donna è in grado di creare armonia e quindi, siano gli uomini, siano le donne, l'importante è che la direzione sia quella. Poi indipendentemente da ciò, abbiamo questo dono e quindi va sfruttato al massimo. 



Se dovesse pensare ad un progetto per il suo futuro, c'è un prodotto che le piacerebbe realizzare? 

Sì, mi piacciono i prodotti naturali. Mi piacciono i telai, il tessere dei tessuti, il far rivivere. E' una delle cose che mi piacerebbe fare.


 








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