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Dopo aver attraversato le verdi campagne di Piana di Monte Verna, percorro un sentiero circondato da conifere e da casette in pietra, fino a raggiungere Villa S.Croce, alla ricerca dell'Azienda Agricola La Sbecciatrice. C’è un ampio parcheggio dal quale posso ammirare un panorama mozzafiato, vorrei fotografarlo, ma Domenico Barbiero mi viene incontro per condurmi all'interno della sua attività. Ad accogliermi c’è anche un simpatico esemplare di Yorkshire terrier che mi segue mentre visito l'azienda e scatto qualche foto. La Sbecciatrice non è capitata per caso fra le aziende su cui scrivere i miei articoli. Credo moltissimo nell’agricoltura biologica, nel rispetto delle forme di vita animali e vegetali, senza gabbie che ne limitino i movimenti e senza pesticidi.
Per condurre l’intervista scelgo la vecchia stalla, ora adibita a sala degustazione.
Domenico, come nasce “La Sbecciatrice” e perché avete scelto questo nome?
La nostra azienda agricola si chiama “La Sbecciatrice” per un motivo ben preciso: i miei nonni fino a metà degli anni ’70 avevano un mulino in pietra nel quale producevano farina. Il primo attrezzo che si usa quando si porta la farina al mulino è la “svecciatrice” ma mio nonno non parlava italiano, parlava solo dialetto ed in dialetto la “svecciatrice” diventa “la sbecciatrice”. I ricordi di infanzia sono legati a mio nonno che mi diceva:
“Mimmo, vai al mulino vicino alla sbecciatrice e prendimi un sacchettino”.
Quindi io ho questo ricordo della svecciatrice.
L’ obiettivo della nostra azienda consiste nel recupero e nella salvaguardia della biodiversità locale. Abbiamo dato vita e ripreso dall’ estinzione una serie di ecotipi locali che un tempo erano coltivati in questa zona. Da dodici anni – anzi ancora di più – recuperiamo i semi, in particolare i semi del pomodoro riccio. Noi lo coltiviamo in aridocultura, cioè senza acqua, conferendogli un sapore molto dolce. La cosa più bella è aver avviato un importante studio con La Sapienza di Roma per studiare le proprietà organolettiche di questo prodotto, che sono eccezionali. Abbiamo anche altre piante come il cece delle Colline Caiatine, il fagiolo lenzariello, il fagiolo curniciello e non ultima l’oliva caiazzana a che è un presidio slow food.
Oltre a produrre gli ortaggi di cui mi hai parlato, provvedete anche a trasformarli?
In azienda, oltre ad avere i terreni ereditati dai miei nonni, abbiamo anche un piccolo laboratorio artigianale dove trasformiamo ciò che coltiviamo. Infatti la caratteristica di "La Sbecciatrice" - che è nata dodici anni fa – è proprio la presenza di questo laboratorio. Ad esempio il pomodoro riccio non lo vendiamo fresco ma lo trasformiamo, quindi partiamo dal seme fino al prodotto finito; noi rinnoviamo il seme anno per anno fino ad arrivare alla passata di pomodoro in bottiglia. Lo stesso discorso vale per il cece delle Colline Caiatine e per i fagioli; andiamo a vendere sia il prodotto già pronto, quindi il cecio o il fagiolo lessato e pronto per essere riscaldato e consumato sia il prodotto in crema, buona per bruschette, tartine e per la pasta ( come un pesto ). A questo affianchiamo anche dei prodotti dolci, dagli abbinamenti particolari, come zucchine, limoni e rosmarino; zucca, arancia, cannella e zenzero; fichi e zucca. Adesso abbiamo anche una bellissima marmellata di limoni. Affianchiamo ai prodotti salvaguardati dall’estinzione e trasformati nel nostro laboratorio anche dei prodotti dolci.
Cosa si intende per “Resistenza contadina”?
La filosofia de “La Sbecciatrice” si basa su un concetto forte che è quello della “Resistenza contadina”. La Resistenza contadina rappresenta la scelta di restare in un piccolo borgo di 120 abitanti invece di emigrare altrove in cerca di lavoro. Abbiamo ripreso le vecchie cultivar in via di estinzione. Pensate che quando dodici anni fa abbiamo iniziato con il pomodoro riccio, che è il nostro prodotto di punta, la gente del posto ci diceva:
“Voi siete pazzi ad utilizzare questo pomodoro, è molto delicato, se arriva la pioggia dovete buttare tutto il raccolto”
Noi, invece, caparbi, siamo andati avanti con questo pomodoro e attualmente sono i contadini che un tempo ci scoraggiavano a chiederci i semi di questo pomodoro, per coltivarlo poiché ha un sapore diverso.
Per Resistenza contadina si intende “restare” in un piccolo borgo, non emigrare in altre parti d’Italia o all’estero, ma anche portare avanti i sapori ed i saperi che ci hanno tramandato i nostri nonni. Se tutti andiamo via da questi piccoli borghi, oltre a provocare lo spopolamento del posto, si perdono valori importanti tramandati dalle generazioni passate. Per noi questo concetto di Resistenza contadina è molto importante; ad esso affianchiamo un altro concetto espresso nel libro di uno scrittore americano – Wendell Berry – che già dal titolo dice tutto: “Mangiare è un atto agricolo”
Che tipologia di eventi organizzate qui a "La Sbecciatrice"?
L’ azienda oltre al carattere agricolo ha un carattere sociale. Oltre alla parte agricola, quindi alla coltivazione e trasformazione dei prodotti, organizziamo degli eventi qui a La Sbecciatrice. Fino ad oggi abbiamo organizzato moltissimi eventi anche a sfondo culturale: presentazione di libri, tour della Resistenza contadina ecc . . .
Abbiamo format stabiliti. Con i tour portiamo la gente nei campi che coltiviamo, andiamo a vedere da vicino una pianta di fagiolo, di cece, di pomodoro riccio. Poi facciamo percorsi nei sentieri vicini all’azienda per tornare poi alla stalla per degustare i prodotti che noi coltiviamo. C’è uno scopo agricolo e anche sociale. Abbiamo organizzato presentazioni di libri, spettacoli teatrali, eventi con un amico fantasiologo, workshop con modelle. Maggio, giugno e luglio sono i periodi migliori per realizzare questi eventi.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Ovviamente ogni attività imprenditoriale deve avere anche dei progetti futuri. Il nostro progetto è quello di rendere la Sbecciatrice multifunzionale. Accanto all’aspetto agricolo – coltivazione e trasformazione – andiamo ad affiancare altre attività come ad esempio il bed & breakfast. Noi abbiamo una casa vacanza dedicata agli ospiti che vogliono trascorrere qui una giornata intera, lavorano nei campi e noi in cambio diamo ospitalità. Abbiamo una stalla degustazione che è un’attività che va ad integrare l’azienda agricola. Il nostro concetto rende la nostra azienda multifunzionale; un’azienda a 360° dove chi arriva può trascorrere una giornata intera o più giorni, dal vitto all’alloggio, fino alla lavorazione nei campi.
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