Un uomo che i gioielli li pensa, li fa e li costruisce personalmente uno per uno. Il tutto in nome di una grande passione artigianale. Questo è Marco Cuppari, proprietario dell’omonima gioielleria, che lui preferisce definire «laboratorio orafo», in corso Calatafimi a Palermo. Le sue giornate, quando non è dietro al bancone a vendere ai clienti, si svolgono tra forni, morsetti, punse, palette per la limatura e tutto ciò che serve per creare un perfetto gioiello artigianale. Dalle fedi per i matrimoni alle pietre preziose da incastonare negli anelli, le grandi mani di Cuppari sanno sempre cosa fare.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Marco Cuppari, come nasce e si sviluppa la sua omonima azienda?
«Nel 1998 e si è caratterizzata fino a oggi nel realizzare gioielli artigianali. Mantengo la tradizione tramandatami dai miei maestri. I miei gioielli si caratterizzano per esaltare la Sicilia e per i colori, con la presenza di pietre preziose come i coralli e le perle. La mia è una storia fatta di tanti sacrifici e lavoro al banco. C’è molta passione in quello che si fa e spero in un futuro limpido e vivace come è stato fino a ora».
In cosa si caratterizza il suo settore lavorativo?
«Principalmente nel creare gioielli. Io poi, insieme ad altri colleghi, ho istituito il Distretto orafi e argentieri siciliano, creando una rete di collaborazione che ci permette di lavorare con le istituzioni, fare squadra e portare avanti un progetto di cultura che richiama alla Sicilia. Siamo poi sempre presenti alle fiere internazionali».
A quali tra i suoi gioielli, che sono un po’ come dei figli, è più affezionato?
«C’è un affetto particolare per il corallo, che è una tradizione di famiglia. È un amore infinito, che ci permette di creare prodotti unici e curati nei minimi particolari e uniche nel suo genere. Lavori totalmente artigianali e semplici, di uso giornaliero. Io ho la passione per il corallo e non mancherà mai nei miei negozi».
Quali sono i passaggi nella costruzione di un gioiello?
«Partiamo da un anello che va incastonato con le pietre. Dopo la montatura si passa all’incastonatura, con il piazzamento delle pietre. L’anello viene inserito in un morsetto specifico che consenta di fissarlo. Poi si fanno i fori che andranno a contenere le pietre. Vanno segnate le distanze tra una pietra e un’altra. Le pietre vengono predisposte a una distanza adeguata e lo stesso va fatto con i buchi dell’anello. Predisposta la distanza tra le prime due pietre, possiamo passare a occuparci dell’intera superficie dell’anello. È un lavoro di altissima precisione, perché le pietre vanno distribuite intorno all’intera circonferenza».
A cosa guarda in futuro il mondo della gioielleria?
«La rivoluzione sostanziale e progettuale dei gioielli sta nella progettazione tridimensionale. Una nuova fase di design del gioiello, dove vengono abbattuti tutti i limiti per la creazione di gioielli di altissimo valore. Sicuramente porteremo avanti il gioiello con le pietre, che è il nostro core business attuale e per il futuro».
Intanto Marco, che è anche presidente del Distretto orafi e argentieri siciliano, si sta portando avanti, studiando quei macchinari che servono per progettare e creare gioielli in 3D, Il futuro è già nella sua testa.
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