Marianna Vigneri: la stilista dei fiori

Articolo di Vassily Sortino

Ci sono luoghi che ti danno una sensazione di pace appena ci entri dentro. L’atelier MV Marianna Vigneri, in via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa a Palermo, è uno di questi. La stilista, Marianna Vigneri, ti accoglie nel suo spazio, dove passa la maggioranza della giornata e non puoi fare a meno di provare tranquillità ascoltando le canzoni jazz che escono dall’impianto stereo dell’atelier che accompagnano le giornate di lavoro sue e delle collaboratrici. Il resto è un gioco di tessuti, colori e forme che Marianna ti mostra, raccontando la sua storia piena di sogni e obiettivi.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube: 


Marianna Vigneri, quando nasce il suo omonimo atelier?

«Esattamente nasce nel 2012, da una storia di telai e maglieria, nel senso più artigianale del termine. Sono partita letteralmente da un filo. Con la macchina per cucire e il tessuto di lana ho progettato e creato i primi vestiti».



E poi?

«Quando il lavoro è cresciuto, con una maggiore distribuzione degli abiti nei negozi che me li ordinavano, ho dovuto abbandonare l’arte della tessitura del filo, quindi della smacchinatura e della creazione del tessuto, per passare a progettazione e produzione di abbigliamento».

Per cosa si caratterizzano i suoi vestiti?

«Per essere un abbraccio tra corpo e tessuto. Perché cerco sempre sia il materiale che il modello e la forma per creare l’abitazione comoda per il corpo della donna, dove ogni donna trova la sua vestibilità. Caratteristica del mio marchio è stata l’applicazione di un fiore nei vestiti, perché io nei vari atelier dove facevo pratica raccoglievo tutti gli scarti dei tessuti che cadevano dal tavolo da taglio, cosa che faccio tutt’ora, e da ogni piccolo pezzo di tessuto creavo un fiore che veniva applicato a mano e poi cucito sui capi. Per questo motivo, nei primi anni di carriera, ero chiamata “LA stilista dei fiori”. Oggi, il fiore non è più l’elemento caratterizzante dei miei vestiti, ma rappresenta ancora la mia storia».

Tra le sue creazioni-moda, quale è per lei il prodotto di punta?

«Il vestito che chiamiamo “le tute”, un capo che in ogni collezione richiede uno studio particolare. È un capo difficile da presentare, ci sono un sacco di preconcetti, ma io spiego sempre ai clienti che è semplice, comodo e per più tipi di donne, anche con bacino forte. Si indossa come un pigiama. Ci entri dentro e via. Ne abbiamo sia estive che invernali. È uno dei simboli del nostro brand, ricercato sia dai negozi che da clienti privati che ne vogliono o di personalizzate o da collezione».

Come si svolge la sua giornata di lavoro?

«Intorno al tavolo dei tessuti e del loro taglio. La mia giornata inizia qui alle 8,30. È anche il luogo di progettazione, concentrazione e dove si studiano i capi. Io nella mia azienda sono la tagliatrice ufficiale. Qui srotolo il tessuto, piazzo il cartamodello, lo taglio, spiego alle sarte come confezionare e poi lo passo in sartoria».



Come vede il futuro della sua azienda?

«Gli obiettivi sono sicuramente di incrementare la distribuzione all’ingrosso. A me piace vendere direttamente alle clienti e lavorare con i prodotti su misura. Mi piacerebbe anche vendere fuori dall’Italia e ampliare la rete di vendita di negozi, tra realtà grandi e di nicchia. Mi piace l’idea che una distribuzione quasi industriale, possa avere delle radici artigianali».

Coniugare quindi l’idea della microimpresa con le caratteristiche di chi produce a grandi volumi. È questo il sogno nuovo di Marianna, regina del suo atelier, che punta a farsi conoscere nel mondo.







 



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