Iniziare a 18 anni come proprietaria di un’azienda agricola e decidere di rivoluzionarne il senso profondo: è questa la sfida vinta da Laura Bargione. In contrada Sambuca, a Grisì (Palermo), l’azienda Mariscò è stata trasformata da semplice unità produttiva in un presidio di agricoltura sociale.
Un luogo dove persone con disabilità, soggetti con fragilità psichiche e migranti non trovano solo accoglienza, ma la possibilità concreta di imparare un mestiere e riscattare la propria dignità.
Il modello Mariscò ha superato i confini siciliani, diventando oggetto di discussione in sedi prestigiose come l’ONU e il Parlamento Europeo. Al centro di questa visione c’è un’idea di economia radicalmente diversa: un superamento del modello capitalista tradizionale che mette al centro il profitto, per approdare a un sistema che valorizza la felicità delle persone.
Anima e cuore pulsante di questa realtà è Laura Bargione: imprenditrice, madre e punto di riferimento internazionale per chi crede che la terra possa essere il punto di partenza per una rigenerazione sociale.
Tra i filari e gli alberi di Mariscò non si producono solo eccellenze come vino, olio, mandorle e marmellate; in questo angolo di Sicilia, si coltiva, soprattutto, il diritto alla felicità.
Quando nasce l'azienda Agricola Mariscò?
"La nostra realtà nasce ufficialmente nel 2006 quando, a soli 18 anni, ne ho assunto la titolarità. Rappresento la quarta generazione di una storia iniziata con il mio bisnonno.
Oggi siamo un’azienda agricola multifunzionale: oltre alle colture classiche come uliveti, vigneti, mandorleti, agrumeti e grano, ci distinguiamo per una visione pionieristica. Siamo infatti un'azienda biologica certificata sin dal 1998, molto prima che diventasse una tendenza di mercato.
Grazie alla presenza di un impianto fotovoltaico sui nostri tetti, operiamo secondo un modello green e sostenibile, riducendo al minimo l'impatto ambientale".
Partendo dalle materie prime coltivate, quali linee di prodotti finiti prendono vita nel laboratorio di Mariscò?
"Dalle nostre piante di ulivo ricaviamo un olio d'eccellenza, frutto del blend delle varietà Biancolilla, Cerasuola e Nocellara. Dalle vigne, invece, produciamo un Catarratto di alta qualità. La nostra produzione si estende anche agli ortaggi stagionali come pomodori, melanzane e zucchine e ai rigogliosi agrumeti. Gran parte della nostra frutta e verdura viene trasformata internamente: i prodotti sono destinati alla vendita diretta o serviti agli ospiti del nostro agriturismo, offrendo un'esperienza autentica a chilometro zero"
In cosa consiste esattamente il vostro modello di 'Agricoltura Sociale' e in che modo vi differenzia dalle aziende agricole tradizionali?
"Ciò che ci distingue dalle realtà tradizionali è l'agricoltura sociale: una missione che ci permette di colmare attivamente alcune lacune dello Stato. Dal 2010, in azienda, ci occupiamo di formazione e inclusione per migranti e persone con disabilità fisiche o psichiche.
Il nostro progetto più significativo, avviato nel 2014, ha coinvolto giovani tra i 16 e i 18 anni a cui abbiamo trasmesso le basi del mestiere agricolo.
I risultati sono stati straordinari, andando ben oltre le nostre aspettative: in una sola settimana di lavoro condiviso, siamo riusciti a integrare storie e "anime" profondamente diverse. Abbiamo assistito a casi incredibili in cui ragazzi sotto terapia farmacologica, grazie al contatto con la terra e al nostro supporto, hanno ridotto o addirittura interrotto l’uso di psicofarmaci.
Abbiamo creato, senza alcun finanziamento pubblico, un progetto pilota basato su un modello replicabile in tutto il mondo. Questa visione è stata presentata con orgoglio sia all’ONU che al Parlamento Europeo. È questo il nostro fiore all’occhiello: dimostrare che un'azienda può generare valore per la società, offrendo una mano concreta a chi è più fragile".
Qual è il ritmo quotidiano dell'azienda
"La giornata lavorativa presso la nostra azienda segue il ritmo naturale delle stagioni. Durante l'inverno, l'attività è più introspettiva e focalizzata sulla preparazione: ci dedichiamo principalmente alla potatura e alla lavorazione dei terreni.
Con l'arrivo dell'estate, invece, entriamo nel vivo della produzione. È questo il periodo del "clou" lavorativo, segnato dalla raccolta delle olive e dalla vendemmia. A queste attività agricole si affianca la gestione della nostra struttura ricettiva, dove alterniamo giornate di ordinaria operosità a momenti più frenetici, garantendo sempre un'accoglienza autentica ai nostri ospiti".
Qual è la visione di crescita e di impatto futuro per l'azienda Mariscò?
"Tra i nostri progetti futuri c’è il consolidamento delle attività esistenti, con l’ambizione di inaugurare la prima fattoria sportiva in Sicilia. L'obiettivo è creare un percorso immersivo all'interno dell'azienda, dove gli ospiti possano vivere appieno la nostra realtà rurale.
È un'idea che abbraccia il nostro stile di vita e una visione non convenzionale dell’agricoltura, fondata su un'accoglienza familiare e un turismo rurale autentico.»
Quello di Laura Bargione è, forse non intenzionalmente, un modello "kennediano", dove la felicità delle persone ha un valore superiore al Prodotto Interno Lordo. Tornano alla mente le parole di Robert Kennedy: “Il PIL non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra compassione... misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.
A distanza di decenni, in questo angolo di Sicilia, Laura è riuscita a trasformare quella visione in realtà, mettendo al centro l'economia della felicità".




