Michele Matranga Gioielleria

Articolo di Vassily Sortino

Si autodefiniscono come “i più tradizionalisti tra gli orafi tradizionali e allo stesso tempo i più innovativi tra gli innovatori”. Questa è la filosofia di chi lavora per Michele Matranga Gioielleria, bottega in via Francesco Lo Jacono, in piena zona residenziale di Palermo. Qui, secondo le regole imposte dal fondatore, Michele appunto, “non entrerà mai un metallo non prezioso” da vendere. Allo stesso tempo la seconda generazione dell’attività, rappresentata dal figlio Marco, ha attivato una idea che è tipica degli Usa, ma unica in Europa: il gioiello in affitto. «Per uno o due giorni, in occasione di eventi nazionali. Da restituire. Per non avere l’incombenza di avere paura di tenerlo in casa».

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Marco Matranga, come nasce la Michele Matranga gioielleria?

«Con mio padre, Michele Matranga. A soli 10 anni, nel 1956, lavorava con il suo banchetto da orafo, perché era parecchio talentuoso. Da giovane ha lavorato per i gioiellieri più famosi e in vista di Palermo. Successivamente si è emancipato e ha iniziato a occuparsi della propria clientela. Così nasce il negozio-laboratorio, dove si crea, si restaura e si inventa la gioielleria. Io rappresento oggi la seconda generazione, che non vuole dimenticare quel banchetto di lavoro da dove siamo partiti».



Quale categoria merceologica della gioielleria trattate?

«Quella dei materiali preziosi: platino, ore e pietre preziose. Creiamo, pensiamo e disegniamo gioielli. Non ci siamo prestati alle opportunità commerciali del momento. Non abbiamo chincaglierie, oro basso o argento. Ci occupiamo di gioielli, dall’acquisto delle gemme, alla valutazione dei preziosi dei nostri clienti».

C’è un gioiello da voi creato di cui andate particolarmente orgogliosi?

«I nostri clienti ci scelgono per le nostre manifatture, per la fantasia e per il modo che abbiamo di gestire la creazione di un gioiello. Non c’è un oggetto che si vende più degli altri. Ogni cliente è diverso».

Quali sono i passaggi di lavoro per arrivare al manufatto prezioso?

«Si parte sempre dall’oro e dalla sua fusione, primo passo per la reificazione del gioiello. Poi si passa alla trafilatura. Seguono l’incudine e le briglie e molto importante è l’aspetto della saldatura. Il tutto in funzione della forma che alla fine deve avere.  Finito l’oggetto si passa a incassare le pietre. Orafo e incassatore sono due mestieri differenti, ma mio padre e i nostri allievi sanno fare entrambe le cose. L’oggetto poi viene rodiato con un bagno galvanico per esaltarne il colore, se è oro bianco. Se il metallo è rosso, giallo o rosé c’è la lucidatura. Poi il tutto va nell’astuccio dell’oggetto, che è pronto per essere venduto».



Che visione del futuro ha la vostra bottega artigiana?

«Per noi il futuro è già arrivato. Siamo orientati a noleggiare i nostri gioielli, tramite Internet. Il futuro è l’online e l’e-commerce, con vendita e noleggio di gioielli. Siamo gli unici in Europa a gestire tutto via Internet».

Un vanto quest’ultimo per Marco Matranga, ideatore della operazione, che, dopo avere superato un iter burocratico lunghissimo per potersi permettere di affittare i suoi stessi gioielli ai clienti, oggi può inserire in curriculum di avere noleggiato gioielli anche agli svizzeri, i re della gioielleria mondiale. «È stato un po’ – conclude Marco Matranga sorridendo – come vendere la pizza ai napoletani».

 








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Franco Cuoio
Articolo di Vassily Sortino