Uno spazio di alta moda e design dove tutto è in equilibrio e dove il bianco domina, con una logica. Questa l’impronta che ha voluto imprimere Cetti Davì, designer e founder di Mu Creative Space, in piazza Cattolica a Palermo. Non solo un negozio, ma anche uno studio dove acquistare oggetti casalinghi capaci di diffondere una loro energia e armonia. Uno spazio creativo in pieno centro storico, dove il progetto artistico sta al centro di tutto e supera per importanza l’artista.
Concetta Davì, quando nasce Mu Creative Space?
«Nel 2003, fondata da me e dal fotografo Dario Feo. Abbiamo sviluppato inizialmente una linea di prodotti di arredamento morbidi, in cui si andasse a creare un contrasto di sensazioni tra ciò che veniva visto e ciò che veniva percepito toccando l’oggetto. Abbiamo poi partecipato a mostre e concorsi, vincendo dei premi. Siamo stati inseriti nei bookshop museali italiani. Due anni fa ho sentito l’esigenza di aprire questo spazio, per esporre tutti i progetti della mia testa. Così ho aperto il Mu Creative Space.
Io amo spaziare. Non ho confini e in questi mi sento stretta. Qui si trova dal complemento d’arredo all’accessorio moda. Io sono venuta al mondo per creare bellezza. Ho sviluppato anche una serie di gioielli morbidi e basati sull’esperienza tattile. Poi ho sviluppato la passione per il tessile. Ho acquisito e recuperare il tessile che apparteneva alla famiglia Gulì, famiglia storica siciliana che ha fatto la storia dell’abbigliamento. Di fronte a cotanta bellezza, ho acquistato quel tessile siciliano per dargli vita sotto altre forme e renderla in chiave contemporanea, facendo una fusion con la cultura giapponese»,
Come si sviluppa la sua arte?
«Portando avanti la bellezza nel concetto dell’equilibrio. Io pratico meditazione. Nel momento in cui ci si sente centrati ed equilibrati, non c’è alcuno sforzo, c’è armonia e c’è bellezza. Questo è un concetto che ho voluto esprimere nelle mie creazioni, come per esempio nella linea di gioielli “Bilico”. Non c’è un confine perché di volta in volta, più che partire dall’oggetto parto dal concetto che voglio esprimere. Importante è stimolare oltre la materia, per portare a riflessioni e crescita interiore, questo è Mu Creative Space».
Tra i tanti suoi progetti qui a Mu Creative Space, a quale punta particolarmente?
«A “Ibridi”, in cui c’è una ibridazione dei materiali. Per esempio ceramica e silicone. È il caso della nostra lampada “Parodia” o la nostra pigna siciliana in chiave contemporanea. La lavorazione del prodotto in ceramica la creano delle maestranze siciliane a Santo Stefano di Camastra. Poi il prodotto torna in laboratorio e lì i inserisce il prodotto in silicone. Nascono così oggetti dove è importante l’esperienza tattile».
Perché in questo spazio design c’è una forte prevalenza del colore bianco e che uso funzionale ne fate?
«Chi entra qui fa un’esperienza a 360 gradi. Il bianco è il colore che l’occhio umano vede meno. Le pareti qui sono bianche, ma anche chi lavora qui deve vestire di bianco. In modo tale da sparire e lasciare spazio solo alle creazioni di Mu Creative Space, che sono la cosa più importante. Perché l’opera è più importante dell’artista, che è solo un canale che attinge e porta nella materia. È un modo per creare un distacco e un canale che porta alla materia bellezza».
Quali sono gli obiettivi futuri di Mu Creative Space?
«Continuare a portare bellezza in tutte le sue forme e integrare sempre di più la tecnologia, per restare contemporanei con questo tempo. Ho acquistato delle macchine a controllo numerico, con cui voglio sperimentare e lavorare. Questo è il futuro, che io realizzo ogni giorno e ogni volta che nasce un nuovo progetto portato alla materia».
Questa è la forza di Cetti di Mu Creative Space, che in una piazza dove un tempo non si poteva fare neanche una passeggiata la sera a causa della malavita, oggi, che tutto è cambiato in nome della gentifrication, ha aggiunto anche lei il suo tassello di bellezza che vuole farsi storia.
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