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Ci sono piccole storie imprenditoriali artigianali come la Pasticceria Scimeca che nascono da scelte eroiche e, in Sicilia, la decisione più coraggiosa che puoi prendere, quando gestisci un’azienda, è denunciare e combattere per la tua attività. Si sviluppa così l’avventura aziendale di Nicoletta, Giorgio e Giuseppe Scimeca, una sorella e due fratelli che hanno fondato insieme l’omonima pasticceria di Caccamo, da dove partono ogni giorno decine e decine di pacchi di biscotti, confezioni di pasta di mandorla e tanto altro verso alcuni dei più importanti bar italiani. Un’azienda che non ha mai dimenticato le sue origini e che ha scelto di portare avanti il senso sociale della pasticceria.
Nicoletta, la storia imprenditoriale della Pasticceria Scimeca nasce da un dramma. Conferma?
«Comincia tutto nel 2001. Io ero ancora una studentessa e i miei fratelli lavoravano come meccanico e muratore ed erano insoddisfatti. Abbiamo deciso con mio padre così di aprire prima una sala giochi di biliardi e calcio balilla. Andava tutto bene, ma nel gennaio 2004 abbiamo ricevuto un avvertimento perché “davamo fastidio” ad alcuni locali di Palermo: abbiamo denunciato l'accaduto. Inizialmente eravamo soli e non protetti e la sala biliardo si era fatta deserta dopo la nostra denuncia. Poi abbiamo conosciuto l’associazione Addiopizzo che si è occupata del nostro caso e tutto è cambiato. Siamo stati i primi commercianti ad aderire all’associazione e in questi 20 anni non ci siamo sentiti più soli. Dopo l’attività di sala giochi abbiamo aperto nel 2015 prima un bar e poi il laboratorio Pasticceria Scimeca, senza avere esperienza sul campo, però, facendo dei corsi, e con la fiducia dei clienti, siamo riusciti a diventare quello che siamo oggi».
Cosa vuol dire non nascere pasticceri, ma avere successo?
«Vuol dire anzitutto volere restare nella propria terra di origine e impegnarsi a imparare un mestiere. Io personalmente ho fatto dei corsi a Palermo e a Catania imparando sul campo come fare la pasticciera, provando e riprovando con testardaggine. Noi lavoriamo alla pasticceria Scimeca soprattutto con i prodotti da forno come i biscotti, ma anche i biscotti alla mandorla e i croccanti. Nel periodo natalizio e pasquale poi produciamo panettoni e colombe il tutto senza conservanti e questo comporta un lavoro maggiore. Siamo contenti perché i clienti via mail e messaggi sui social network ci riempiono di stima e ci danno il coraggio di restare nel nostro territorio, dove è sempre difficile lavorare».
Sono i biscotti i prodotti di punta della pasticceria Scimeca?
«Dato il fatto che in tanti sostengono che sono buoni e si vendono, penso di sì. Utilizziamo alla pasticceria Scimeca ingredienti locali, uova e latte fresco. Poi vendiamo tanta pasta di mandorla, tutta imbustata singolarmente. E se è stato facile venderla così fuori dalla Sicilia, più complicato è stato spiegare al mercato locale che il prodotto, anche se imbustato come un prodotto industriale, è buono come uno artigianale».
Come si svolge la vostra giornata lavorativa?
«In modo faticoso, perché inizia alle 4 del mattino con la preparazione degli impasti, per poi partire alle 6 con la produzione. Ci serviamo dei macchinari sì, ma talvolta per alcuni biscotti, è necessario dargli forma con le mani. Noi, per esempio, produciamo un biscotto a forma di “esse”, che non può essere creato con le macchine e deve essere curvato con le mani. È un biscotto a cui teniamo, perché è la prima lettera del nostro cognome».
Un’azienda come la vostra, che ha sempre creduto nella giustizia, come vede il futuro dei vostri affari?
«Crescendo e facendo arrivare i prodotti pasticceria Scimeca molto lontano. Vogliamo vendere anche in America o in Cina».
E ancora oggi la pasticceria Scimeca non ha dimenticato le sue origini. Per questo ha scelto di impegnarsi molto nel sociale. Così a Natale e Pasqua i prodotti della pasticceria sono accompagnati dal logo di Emergency, destinando parte del ricavato delle vendite all’associazione fondata da Gino Strada. Una collaborazione che si estende anche ad altre organizzazioni di solidarietà e di aiuto e all’amata Addiopizzo, che segnala a chi visita la Sicilia anche la pasticceria Scimeca tra le aziende dove il pizzo non si paga.
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