Piccola Fabrica in tre è meglio che in uno

Articolo di Vassily Sortino

L’unione fa la forza, dice un vecchio detto. E se tutto può essere trasposto sul reale, “Piccola Fabrica”, bottega in via Discesa dei Giudici, in pieno centro storico a Palermo, ne è l’esempio. Qui, in questo ampio spazio, convivono i lavori di tre artigiani: Monica Greco e i suoi Gioielli Momi, Valentina Lo Duca con le sue illustrazioni e Ignazio Bissoli con i suoi abiti. Insieme, hanno trovato l’equilibrio per rendersi indipendenti e confrontarsi con il mercato del turismo e non solo.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Monica Greco, come nasce Piccola Fabrica?

«Nel 2019. Qui convivono tre diverse anime. Il mio brand è MoMa e mi occupo di gioielli».



Chi siete? 

«Valentina Lo Duca è una illustratrice che realizza acquerelli, monili e una sezione botanica, Ignazio Bissoli è lo stilista, io realizzo i monili utilizzando differenti materiali, prediligendo quelli naturali come la sete e la pelle, ma anche le resine epossidiche».

Quale, tra gli oggetti di Moma, è più gradito dai clienti?

«La collana di seta. Ci sono differenti modelli realizzati con cordoni di pura seta italiana. La seta mi permette di diversificare i modelli e frequentemente ne inserisco di nuovi. Sono leggerissimi, adatti a chi ha delle allergie. Altra particolarità è che ogni modello può essere indossato almeno in due modi. La collana quindi può anche diventare un girocollo»

Come è iniziata la sua storia nel mondo dei monili?

«Per pura vanità. Per 35 anni mi sono occupata di una grande azienda con mille dipendenti, che nel 2017 è stata chiusa. Mi sono trovata di fronte la necessità di dare una svolta alla mia vita. Ho cambiato settore e ho alimentato la mia passione nel realizzare i monili. Lo facevo per potermi coccolare. Da qui ne ho fatto una attività, prima attraverso l’associazione Alab e poi da indipendente. Sono stata artefice del mio destino».



Quale è il futuro di questa iniziativa?

«Questo è un settore fatto di beni non di prima necessità. Quindi siamo soggetti alle crisi. Da questa strada passano tanti turisti e risentiamo economicamente della loro presenza o meno. Bisogna sempre comunque andare avanti ed essere propositivi. Il laboratorio resterà ed è aperto sia ai palermitani che a chi visita la nostra città».

È l’orgoglio ciò che muove l’anima di Monica Greco, che con la sua “voglia di fare” ha cambiato il suo destino, dandogli il senso della vita.







 



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Articolo di Vassily Sortino