A Zeddiani, un piccolo paese nel comprensorio della Vernaccia di Oristano, si trova la nuova sede dell’azienda Silvio Carta, che, da oltre settant’anni si è dimostrata un’eccellenza su come rispecchiare i valori della propria identità territoriale, producendo vini e liquori di qualità coniugando amore per il proprio territorio, innovazione, ed internazionalizzazione.
Incontriamo Elio, figlio di Silvio Carta, che dal 1973 ha voluto condividere con il padre il management di una piccola realtà locale in progressiva espansione: grazie alla costanza e a una marcatissima abilità di innovazione l’azienda ha, così, inteso differenziare le proprie linee produttive prima con i liquori e poi con i distillati, senza, comunque, tralasciare la coltivazione del Vernaccia, vitigno principe della penisola del Sinis.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Buongiorno Elio, quando è nata questa azienda e qual'è stata la Sua formazione?
L’azienda nasce nel 1951 ad opera di mio padre Silvio a Baratili San Pietro, a una manciata di chilometri da Oristano. All’epoca commercializzava le vernacce dei piccoli produttori della zona. Fu allora che papa’ decise di dedicarsi alla vinificazione e all’affinamento della Vernaccia, vino nobile di tradizione che, e’ probabilmente, tra i principi dei prodotti enologici sardi. Io mi sono formato come enologo nel 1972 all’Istituto tecnico enologico di Conegliano Veneto, per rientrare poi in Sardegna per aiutare mio padre con la mia expertise. Da allora ho condiviso con lui gioie e sapori di un’azienda che, nel corso dei decenni, e’ stata capace di rinnovarsi, interpretando l’evoluzione dei mercati con la creazione di nuovi prodotti. Al momento due miei nipoti sono entrati a far parte del consiglio di amministrazione e assieme a loro sto portando avanti la Silvio Carta a livello internazionale.
Che cosa realizzate e qual è il vostro prodotto di punta?
Produciamo Vernaccia di Oristano Doc Riserva da uve vernaccia coltivate nei nostri 58 ettari di vigneto, assieme a gin, grappe, vermouth, bitter, e distillati da Vernaccia riserva. Attualmente se il nostro prodotto di punta è il gin, perché è un prodotto che nel mondo ha il suo spazio, anche se noi siamo convinti che il vero futuro sarà il whisky. Tant'è vero che stiamo investendo su un impianto decisamente importante e faremo un invecchiamento altrettanto importante perché il nostro whisky è particolare perché, a prescindere dal modo in cui viene eseguita tutta l'operatività (fermentazione,
distillazione, etc.) il suo segreto sta nel fatto che noi di “Silvio Carta” lo facciamo invecchiare in botti centenarie dove è stata conservata la vernaccia. A differenza del rovere, che dà un sentore di vanigliato, il castagno sardo è estremamente delicato e molto particolare, e abbiamo notato che c'è abbastanza interesse su questa tipologia di prodotto.
Che tecniche di lavorazione usate?
L’azienda si trova in un’area particolarmente vocata alla coltivazione di vitigni pregiati e allo sviluppo spontaneo di piante officinali. Si parte sempre dalla materia prima. I gin vengono preparati utilizzando delle bacche di ginepro che, normalmente, vengono essiccate per poter essere trasportate perché, diversamente, ci sarebbero problemi di muffa. Vengono, poi, messe in infusione e si aggiungono, successivamente, delle varie erbe a seconda della tipologia di gin che uno vuol fare. Poi si passa alla distillazione. Noi raccogliamo bacche fresche qui in loco - nell'arco di qualche chilometro - e abbiamo, pertanto, la possibilità di metterle immediatamente in infusione col vantaggio di non perdere nulla della parte aromatica. Si lasciano per circa 15 giorni e, alla terza settimana, si comincia ad assaggiare. A seconda del distillato che si deve produrre si aggiungono le botaniche cioè le varie erbe aromatiche, e quindi si lascia ancora in infusione per altre due o tre settimane. Quando si distilla tutto l’insieme, si chiama London; quando, invece, vengono separate allora si chiama gin distillato.
Come sta andando la nuova “Silvio Carta” e quali sono i vostri progetti futuri?
Ripensando a quando sono partito assieme a mio padre, ci sono stati grandissimi cambiamenti. Nel 1981 ebbi il sentore che ci sarebbe stata una una grande crisi commerciale del nostro piccolo mondo della Vernaccia. Così, decidemmo di differenziare la produzione trasformando una piccola area di pertinenza aziendale in una distilleria che, ad oggi, è tra le più all’avanguardia a livello sardo e nazionale. Attualmente, assieme alla produzione dei nostri prodotti di punta, stiamo lanciando altri prodotti quali gli aperitivi che avranno sempre più spazio tra i consumatori, assieme ad altri drinks a 0°c, che, probabilmente, verranno immessi sul mercato il prossimo anno. Porteremo a zero anche un prodotto che abbiamo lanciato da poco che si chiama “estremista” proprio perché ha soli 3 gradi. Il mercato richiede questa tipologia di prodotti, ed è necessario essere abbastanza dinamici ed elastici, proprio per stare al passo con il cambiamento delle richieste. Attualmente la velocità è importante: infatti non c'è più un mercato statico come negli anni ‘70-’80 dove si aveva un prodotto che poteva durare anni! No, ora e’ tutto molto cambiato e si ha l’assoluta necessità di essere molto dinamici.
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