Per la sua piccola bottega, dove produce borse e oggettistica in pelle «per chi vuole fare la differenza», ha scelto un vecchio locale, abbandonato da tempo, in via Principe di Granatelli, nel pieno centro storico di Palermo, contribuendo a trasformare un’area adibita a posteggio per i motorini in un’isola pedonale con tanto di monumenti. Basterebbe questo per dedicare un angolo di cielo in paradiso per Irene Ferrara, ideatrice di Spazioif, brand siciliano che ha fatto della produzione artigianale un modello. Un luogo dove la borsa di design diventa oggetto di moda e di tendenza.
Irene Ferrara, quando nasce SpazioIf?
«Nel 2003, quando ho concluso l’Accademia delle Belle Arti con indirizzo Moda. La mia carriera è iniziata come accessorista. Mi occupavo principalmente di bijoux. Nel 2008 mi sono allargato alla pelletteria, che è diventata l’elemento di riconoscimento del negozio e il suo punto di forza. Oggi, anche grazie al Web, abbiamo clienti da tutto il mondo».
In particolare cosa si lavora qui?
«La pelletteria. Io creo delle linee non convenzionali di borse. In particolari degli zaini che si possono indossare come gilet, che contengono la capienza dello zaino, ma diventa elemento di abbigliamento e comunicazione».
È lo zaino che si fa gilet il vostro prodotto di punta?
«Sì e si caratterizzano per la vestibilità da capospalla. Tra i più venduti c’è il modello manta, che si caratterizza per il collo che si chiude. Poi ci sono due tasche laterali a cui posso accedere indossando lo zaino e una zip centrale per accedere a tutta la capienza dello zaino. In più, piegandolo, può trasformarsi un una borsa. Insomma, possiede una tripla funzionalità».
Come si svolge la sua giornata lavorativa?
«In due fasi. La mattina lavoro all’interno dei laboratori con artigiani locali. Mi occupo del taglio e lavoro con l’artigiano, seguendo la produzione. La seconda fase si svolge dentro i nostri laboratori per la progettazione. Poi, naturalmente, c’è il negozio, dove incontro i clienti».
Quali sono gli obiettivi futuri di SpazioIf?
«Riguardano i nostri clienti online, per incontrarli di persona attraverso dei pop up store in Italia e all’estero. Al momento è un progetto messo da parte, perché ho dei figli piccoli. Poi voglio trovare nuovi clienti. Abbiamo puntato a delle aree del mondo a cui interessa il nostro stile di prodotto e il Web ci aiuta moltissimo, grazie alla sua grande flessibilità di movimento».
È pomeriggio, sono le 16,30 e per Irene è arrivato il momento non di alzare la saracinesca, ma di aprire il cancelletto sulla strada per dare il via alla vendita pomeridiana. Con orgoglio osserva le sue creazioni e la strada che ha reso più chic. È felice. Conta questo.
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