La campagna come strumento sociale e culturale. Per aiutare chi è vittima di traumi, ma anche le persone più emotive. Oppure, allo stesso tempo, per insegnare a chi una pianta nascere non l’ha mai vista, come coltivarla e addirittura come vendemmiare l’uva. È questa la visione imprenditoriale di Maria Eugenia Randazzo per le Tenute Randazzo, azienda produttrice di vino, olio e grano, nelle campagne tra San Cipirrello e Monreale. Qui Eugenia, psicologa professionista, organizza con il padre Salvatore appuntamenti per insegnare alla gente di città come ci si rapporta con l’uva e come si taglia il frutto dalla vite per farne poi vino. Piccoli insegnamenti di un piccolo mondo semplice che Eugenia, che ha appena 30 anni, non vuole fare dimenticare.
Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:
Quando nasce Tenute Randazzo?
Salvatore Randazzo: «Nel 1920 mio nonno Salvatore ha acquistato i terreni. Nel 1960 mio padre, dopo la morte di mio nonno, ne eredita una parte. Ha iniziato a piantumare i vigneti. Poi lo spazio è stato diviso tra me e mio fratello. Quest’ultimo, dopo avere abbandonato la vita agricola, ha ceduto tutto a me. Oggi continua mia figlia come titolare di un’azienda fatta di vigneti e uliveti»
Di quale settore produttivo vi occupate?
Maria Eugenia Randazzo: «Siamo imprenditori agricoli e ci occupiamo di produrre olio e vino. L’olio è di tipo Biancolilla, Cerasuola e Nocellara del Belice. L’uva è per Grillo, Nero D’avola, Merlot, Sirah e Grecanico. Dallo scorso anno imbottigliamo tre tipologie di vino».
Che nomi hanno i vostri vini e quale è la vostra punta di diamante?
Maria Eugenia Randazzo: «Sono il Maria Eugenia, il Kalò e il Vintiato. Io preferisco quello col mio nome, che è composto da Zibibbo, Grillo e un tocco di Sauvignon. Il risultato è un vino seducente al palato. Il suo simbolo nell’etichetta è la lettera Psi greca, simbolo della psicologia. Io, che sono la proprietaria dell’azienda, mi divido tra la campagna e il mio studio».
Come si svolge la sua giornata lavorativa?
Salvatore Randazzo: «Comincia alle 5 del mattino. Alle 6 sono in azienda e organizzo tutto. Nel periodo della vendemmia mi occupo della raccolta. Si continua fino alla sera inoltrata».
Che futuro ha questa azienda?
Salvatore e Maria Eugenia Randazzo: «L’idea è sviluppare l’azienda, piantando nuove piante di ulivo e dedicarci all’agricoltura sociale, occupandoci di bambini diversamente abili e integrando la psicologia con l’agricoltura, passando per le emozioni e quello che la terra fornisce giorno dopo giorno».
Ma non è tutto. Nei progetti delle Tenute Randazzo c’è anche creare un sistema di enoturismo, con la possibilità di fare dormire le persone all’interno delle grandi botti del vino. Ci vorrà tempo, denaro e qualche bando di gara da vincere,ma l’obiettivo è all’orizzonte.
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