Nel panorama dell’artigianato italiano, la ceramica rappresenta da sempre un simbolo di identità, creatività e bellezza. In questo contesto si inserisce la storia di Tre Erre Ceramiche a Palermo, un’azienda che ha fatto della passione per la lavorazione della ceramica la propria firma distintiva, trasformando un sapere antico in una realtà capace di dialogare con il presente senza perdere il legame con le radici.
Fondata come piccola bottega artigiana, Tre Erre ha saputo crescere negli anni mantenendo intatta la filosofia originaria: dare forma al fuoco e all’argilla per creare oggetti che non sono soltanto manufatti, ma testimonianze di cultura e tradizione. La lavorazione manuale, l’attenzione ai dettagli e l’uso di tecniche tramandate da generazioni costituiscono il cuore di un processo produttivo che valorizza l’artigiano e il suo gesto.
I maestri ceramisti di Tre Erre continuano a interpretare la materia con creatività e rigore, realizzando piatti, vasi, mattonelle e complementi d’arredo che uniscono estetica e funzionalità. Ogni pezzo racconta una storia, spesso ispirata al territorio e ai motivi decorativi della tradizione mediterranea, ma sempre capace di incontrare il gusto contemporaneo. È proprio questa fusione tra passato e presente a rendere uniche le collezioni: opere pensate per durare nel tempo e per portare nelle case il valore autentico del fatto a mano.
Oggi Tre Erre Ceramiche è riconosciuta non solo per la qualità dei suoi prodotti, ma anche come ambasciatrice del made in Italy nel mondo. La sua storia è la dimostrazione di come l’artigianato possa essere al tempo stesso custode della memoria e motore di innovazione. Mentre molte realtà hanno scelto la strada della produzione industriale, l’azienda ha deciso di restare fedele all’artigianalità, trasformandola in un punto di forza e in un marchio di garanzia.
Francesco Raffa, quando è nata Tre Erre ceramiche?
«A Palermo nel 1979 e deve il suo nome alla fondatrice, mia madre: Rosa Russo Raffa. Inizialmente il negozio era in periferia. Oggi ci siamo trasferiti nel centro della città e a pochi passi dal Teatro Massimo».
Cosa producete in particolare?

«Ci occupiamo di produrre e vendere le nostre opere in ceramica, che sono ispirate alla tradizione barocca palermitana e siciliana in genere. La nostra mission è recuperare ed esprimere i valori culturali insiti nella storia del nostro popolo. Tutto questo attraverso la realizzazione di opere, esclusive e diverse, perché interamente realizzate a mano».
Cosa compra qui la clientela?
«Negli ultimi anni le teste di moro in ceramica. Il riferimento è alla dominazione araba nella città di Palermo, tra l’837 e il 1072. Una giovane palermitana avrebbe mozzato il capo a un arabo per farne un vaso per il basilico. In seguito lei venne condannata allo stesso destino».
Quali sono i passaggi per creare una vostra opera?

«Per un vaso, per esempio, bisogna passare attraverso diversi step. Anzitutto realizzare l’oggetto e dargli forma attraverso l’uso del tornio. Si effettua poi l’essiccazione e si fa la prima cottura in forno per ottenere la terracotta. Tocca poi alla smaltatura e alla decorazione col pennello, utilizzando minerali dissolti in acqua. Poi c’è una seconda cottura per il risultato finale».
Ha dei progetti per il futuro per il suo negozio di ceramiche e maioliche?
«Continuare a produrre, sempre nel rispetto nella tradizione. Dobbiamo tenere duro contro la concorrenza della produzione di massa. Poi spero che i miei figli riusciranno a portare avanti la nostra tradizione, nel rispetto dei canoni barocchi della città di Palermo».
Raccontare Tre Erre Ceramiche significa raccontare la resilienza e la creatività di un’Italia che resiste alla standardizzazione, scegliendo la via della bellezza e dell’unicità. Una storia fatta di mani che modellano, di forni che danno vita e di colori che ancora oggi sanno emozionare.


