Vini Tola: come nasce un vino di qualità

Articolo di Vassily Sortino

Una sorella e un fratello uniti nel nome del vino. Questi sono Domiziana e Francesco Tola, rispettivamente responsabile marketing e comunicazione e responsabile commerciale della Vini Tola, azienda in contrada Grassuri Airoldi a Partinico in provincia di Palermo, che con la loro giovane mano lavorativa sta vivendo un momento rivoluzionario. Dopo avere per oltre 32 anni diffuso il buon nome del vino siciliano all’estero, oggi Tola vuole dedicarsi al mercato italiano e allo stesso tempo vuole fare conoscere il proprio vino nella propria terra, la Sicilia, con iniziative nell’immenso spazio agricolo dove quotidianamente i Tola e i loro operai lavorano fianco a fianco.

Storie che raccontano la magia del Made in Italy, con le video interviste disponibili su YouTube:


Domiziana e Francesco Tola, voi siete la seconda generazione di questa azienda. Quando nasce ufficialmente?

Francesco Tola: «Nel 1992, grazie a mio padre, Girolamo Tola, che dopo avere terminato gli studi in enologia decide di creare il suo brand e costruire la sua azienda, con una cantina e i vigneti e dove oggi con mia sorella stiamo sviluppando un progetto di enoturismo».

Quali sono le caratteristiche principali della Tola?

Francesco Tola; «È specializzata con i vini fermi. Abbiamo tra linee: entry level, superior e premium. Da dieci anni ci siamo dedicati agli spumanti. Siamo partiti con un metodo Charmat lungo. Per esempio il nostro “Domì” è al 50 per cento fatto con Catarratto e al 50 per cento con Grillo. Da circa un paio d’anni ci siamo affinati con il metodo classico e fra due anni e tre anni usciranno il nostro prodotto conservato 24 mesi e 36 mesi. Poi vinifichiamo i vitigni del nostro territorio: Catarratto, Grillo Sirah e Nero D’Avola. Le uve sono vinificate». 



Quale è la line adi vino che è vostra punta di diamante?

Francesco Tola: «Il nostro best seller è un Nero D’Avola, creato da un vigneto che ha 30 anni. Il suo nome è “Black label” e ci è stato suggerito dal nostro importatore americano che per distinguere i nostri diversi Nero D’Avola ha chiesto di dare questo nome. Da lì sono partiti i successi a livello mondiale».

Come si svolgono le giornate lavorative in azienda?

Domiziana Tola: «Molto presto. In ufficio, prendendo il caffè. Poi iniziamo a fare il punto della situazione degli impegni della settimana. Gestiamo i vari ordini con l’estero. Io poi mi occupo della comunicazione e racconto l’azienda sui social raccontando l’azienda e la sua giornata con foto e video. Mi occupo anche degli eventi accogliendo coloro che amano il buon vino».

Cosa vuol dire ragionare con un elemento vivo come l’uva?

Francesco Tola: «Siamo soggetti a tutti i vari agenti atmosferici, che possono influenzare positivamente o negativamente da vitigno a vitigno. Ci sono quelli che dobbiamo attenzionare maggiormente e altri più resistenti. Ogni vitigno deve essere attenzionato per quello che è e monitorato giornalmente, specialmente nel periodo prossimo alla vendemmia. Uno o due giorni di ritardo nel raccolto possono fare la differenza».



Quale è il futuro dell’azienda che oggi condividete con vostro padre?

Domiziana Tola: «Incrementare i mercati. Il nostro primo mercato è il Giappone e il secondo è il Messico, ma vogliamo dedicarci all’Italia. Poi abbiamo deciso di dedicarci all’enoturismo e vogliamo dedicare questa struttura all’accoglienza e all’ospitalità per chi vuole conoscere il vino e prodotti locali in un’azienda completamente immersa nei vigneti».

E il primo passo dei fratelli Tola è stare costruendo, all’interno di una magnifica vista sulla vigna, un ristorante, che prenderà vita entro due anni. Seguiranno le camere per l’accoglienza. Con pazienza. Un passo alla volta. Come vogliono i veri coltivatori di sogni da trasformare in realtà.







 



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Articolo di Vassily Sortino