Maria Luisa Paoletti, l’artista umbra che dipinge siciliano

Articolo di Roberto Pelos

Maria Luisa Paoletti è un’architetta umbra, che si è trasferita in Sicilia circa tredici anni fa, e qui ha aperto la sua attività artigianale di pittrice, alla quale accompagna anche quella del riciclo dei materiali. Siamo andati a trovarla presso la sua bottega di Palermo dove ci ha concesso un’intervista.

Dottoressa Paoletti, ci parla della sua attività?

“Faccio parte dell’associazione palermitana “Alab” e grazie a questa ho potuto aprire il mio laboratorio, che si chiama “BluRame”, nel 2016. Io in realtà sono originaria di Terni ma mi sono trasferita in Sicilia dopo una breve visita perché mi sono innamorata follemente di Palermo, della sua arte, della sua cultura e del suo eccezionale popolo dal cuore grande, grandissimo. Dipingo principalmente poiché il disegno è la mia grande passione. Ho realizzato opere ispirandomi alla tradizione siciliana come i pupi siciliani, che trovo molto affascinanti e divertenti da riprodurre, ma mi occupo anche di trasformazione di tutto ciò che può essere adibito ad un uso diverso dall’originale. Trasformo mobili, e oggetti in gioielli, quali ad esempio vecchie acquasantiere in terracotta o tappi di bottiglie. Mi piace anche molto sperimentare mescolando materiali tradizionali con metodi innovativi come la cartapesta, a cui aggiungo materiali inconsueti tra i quali, i gusci delle uova”.

Approfondiamo il tema delle opere ispirate alla Sicilia?

“Per quanto riguarda la tradizione dei pupi a cui facevo cenno poc’anzi, ho realizzato quadri molto grandi, parlo di un metro e venti per un metro e venti, che con mio immenso piacere sono stati apprezzati tantissimo dai siciliani stessi. Oltre ai pupi dipingo anche le teste di moro che sono una sintesi dell’ardore e della fantasia di questo splendido popolo. Un’altra parte importante della Sicilia è il mare, che mi ha influenzato per la realizzazione di opere che raffigurano flora e fauna dei mari siciliani quali polpi e le colorate cernie di Ustica. Anche le coffe, borse tradizionali, sono state rivisitate, dipingendole a mano, introducendo oggetti diversi da quelli che appartengono alla tradizione siciliana. Ho rappresentato anche statue greche e romane come la medusa e altre opere di questo genere”.

Qual è il suo metodo di lavoro?

“Utilizzo principalmente l’acrilico, ma anche in pittura mi piace sperimentare perciò aggiungo, incollo, mescolo tra loro materiali inusuali. Spesso, ad una base che può essere di tela o di legno sovrappongo elementi materici quali gesso, carta, stoffa, corda, cioè tutto quello che mi ispira relativamente all’opera che sto realizzando. Per quanto riguarda la cartapesta ovviamente utilizzo le tecniche tradizionali di base, alle quali aggiungo materiali diversi per renderla più o meno duttile, per realizzare una plasticità diversa a seconda dell’opera che voglio realizzare. Mi piace collaborare con i clienti, per i quali realizzo spesso lavori su commissione e faccio di tutto per comprendere al meglio quale sia il loro desiderio aggiungendo poi la mia fantasia e creatività”.

Ci piacerebbe sapere a quali opere sta lavorando attualmente e in quali mostre ha esposto i suoi lavori

“In questo momento sto realizzando delle tele molto grandi, oltre il metro, con raffigurazioni di statue dell’antichità greca e romana di cui la Sicilia è piena. Sto lavorando anche alla realizzazione di lampade in papier machè con colori e fantasie sorprendenti. A Palermo ho anche partecipato ad una mostra collettiva, "Il circo tra sogno e realtà" allestita in una splendida chiesa non più adibita al culto nella quale ogni artista ha rappresentato il circo come un “simbolo”, una metafora della vita". 


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