Ambrogio e Giovanni Folonari, le Tenute vinicole in Toscana

Articolo di Benedetta Colasanti

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Una lunga tradizione, quella di Ambrogio e Giovanni Folonari, che portano avanti con professionalità e passione attività vinicole tra Chianti, Montalcino, Montepulciano, Bolgheri e Maremma. I vini prodotti rispecchiano i valori della filosofia Folonari: eleganza, identità e legame col territorio.

Presso la Tenuta di Nozzole di Greve in Chianti, affacciata su un bellissimo panorama rigoglioso, incontriamo Giovanni Folonari che ci racconta la affascinante ma a volte difficile realtà della produzione vinicola.

Signor Folonari, vuole presentare la sua famiglia e la sua attività? Quando nasce tutto questo?

Sono Giovanni Folonari, la mia famiglia è nel mondo del vino da tanto tempo, io appartengo all’ottava generazione, sono tanti anni che facciamo questo bellissimo mestiere. Oggi, con mio padre, siamo proprietari di cinque aziende agricole in Toscana, produciamo vino in zone diverse, direi le zone più strategiche che abbiamo in questa bellissima regione. Adesso ci troviamo nel Chianti Classico, la nostra azienda si chiama “Nozzole” e stiamo assaggiando un bellissimo Chianti Classico annata. Il Chianti Classico è un vino storico di questa zona, è molto cambiato negli ultimi anni ed è decisamente migliorato. Una volta veniva venduto nel fiasco, adesso sono vini anche importanti: abbiamo fatto tanta strada da allora. 


Fondamentale è la cura del prodotto e soprattutto la gestione della materia prima. È importante per fare dei vini di un certo livello avere i propri vigneti quindi produrre la propria uva, perché per fare dei vini di fascia alta, come facciamo noi, la qualità e l’integrità dell’uva sono fondamentali. Il nostro Chianti Classico, per scelta, è fatto solo con uve San Giovese, perché noi possiamo utilizzare fino a un 20% di vitigni complementari nel blend (quindi il San Giovese deve essere minimo l’80%), noi vogliamo un gran bene a questa bellissima varietà autoctona toscana e quindi abbiamo deciso di usare San Giovese al 100%, come si fa del resto a Montalcino nel Brunello. Importantissimo secondo noi, per avere dei vini interessanti, avere eleganza, una bella identità legata o alla varietà – se è autoctona – o al territorio. 

Vitigno dell'azienda agricola Nozzole

Nella sua cantina è fondamentale il rapporto tra vino e legno. Può parlarci di questo aspetto?

Il legno ha un’azione indispensabile per i vini di un certo livello, quindi per i vini strutturati: ne ammorbidisce la struttura e i tannini perché il legno interagisce con il vino. Quindi più un vino è concentrato e più ha bisogno di interazione con il legno. E questo è anche uno dei motivi per cui di recente siamo passati all’utilizzo di contenitori più piccoli, le famose barrique, principalmente francesi, perché in un contenitore piccolo il rapporto superficie-volume col legno è molto maggiore. Oggi un vino come il Chianti Classico, come questo, che è l’annata (poi facciamo anche una riserva, una gran selezione), è comunque un vino che ha una certa complessità, una certa struttura, quindi ha bisogno di interagire col legno per diventare più morbido, più elegante. Fondamentale è la gestione del legno, che deve essere in perfette condizioni: dopo qualche anno di utilizzo, in genere dopo cinque, sei anni, l’interazione con il vino diminuisce al punto tale che bisogna sostituirlo. 


Ogni anno, a rotazione, dobbiamo cambiare tante botti o barrique proprio per avere questa perfetta simbiosi tra legno e vino. Un piccolo accenno sulla nostra struttura: noi abbiamo un’altra tenuta, qui vicino, sempre a Greve in Chianti (a 6 km da qui) che si chiama Cabreo, dove produciamo questi famosi “Supertuscan”. Noi, tra l’altro, siamo stati i primi a produrre questa tipologia di vino già negli anni Settanta, primi anni Ottanta. Poi abbiamo un’azienda a Montalcino, proprio nel cuore del Brunello, che si chiama La Fuga, dove facciamo Brunello di Montalcino, Brunello riserva e anche il rosso. Poi abbiamo un’azienda a Bolgheri, la zona tra Livorno e Castagneto Carducci, dove produciamo dei vini interessanti, decisamente diversi dal Chianti Classico e dal Brunello, quindi dei vini più moderni ma sempre con una forte identità legata al territorio. Infine abbiamo un’azienda in Maremma, dove produciamo i vini della costa Toscana, della parte sud. Cinque aziende per cercare di dare un assaggio completo di quello che si può fare in questa bellissima regione. 

Qual è il suo vino preferito? E quello più apprezzato dai clienti?

Non è facile rispondere. I nostri vini sono legati al territorio ma in zone completamente diverse (non si può paragonare Chianti Classico e Bolgheri) o a vitigni che c’entrano poco uno con l’altro: San Giovese, Cabernet Sauvignon (perché facciamo anche vini bianchi), Vermentino… è difficile dire quale è il mio vino preferito. Sicuramente importanti sono i vini di tutti i giorni, molte aziende investono tantissimo sui loro vini top di gamma, che però sono anche in quantità molto piccole. Secondo me quelli sono importantissimi ma è fondamentale anche il vino quotidiano, perché da lì si vede veramente se un’azienda lavora bene: il vino buono di tutti i giorni. 


Sono i vini che si bevono di più. Siccome questi vini, parlando dei rossi – che sono la maggior parte dei vini che produciamo, circa l’80% – sono dei vini molto diversi tra loro, dipende un po’ dalla tipologia di consumatore. Il Chianti Classico è un vino che piace agli addetti ai lavori, ha una bella struttura ma anche una bella acidità e questo lo rende fantastico per mangiarci qualcosa insieme, e a volte è anche importante farlo perché da solo non ha lo stesso effetto di altri vini, è un po’ più difficile da capire. Altri vini come ad esempio il Bolgheri, nonostante abbia una struttura importante ha i tannini più morbidi e quindi è un vino più facile ed è apprezzato principalmente da persone che sono appassionate ma non abituate a bere vino. In particolare, il nostro Bolgheri Campo al Mare è forse il vino in assoluto più apprezzato in Italia dai giovani ed è anche, per questo motivo, il più conosciuto. 


Il Chianti Classico e il Brunello sono vini che piacciono di più a coloro che sono abituati a bere vino; questo in Italia. Negli altri paesi dipende. Per esempio negli Stati Uniti, che è il nostro secondo paese dopo l’Italia come vendite, apprezzano moltissimo il Chianti Classico e il Brunello, perché a loro piace l’abbinamento col mangiare. Quindi dipende anche dall’utente finale, dal consumatore. Poi ovviamente i vini di fascia alta hanno una complessità e una struttura che li rende i più apprezzati; però non sono così facili da bere, sono più cari, sono per occasioni particolari quindi sicuramente quelli più stappati e più bevuti sono i vini di fascia media. 

Chainti dell'azienda agricola Nozzole

Quanto è importante il territorio per la sua attività?

Per noi la gestione del vigneto e quindi la produzione dell’uva, la gestione della filiera completa è fondamentale per fare questi vini. Questo vuol dire che dobbiamo gestire il vigneto, dobbiamo gestire l’uva e l’uva deve arrivare in cantina in perfette condizioni: giusto grado di maturazione, non solo della polpa ma anche della buccia (quindi dei tannini), integrità e uniformità, deve essere tutta matura allo stesso livello. Questo perché per fare i vini che si fanno oggi, che sono molto diversi dai vini che facevamo un tempo, sono molto più concentrati, se l’uva non è perfetta il vino è imbevibile. 

Quindi è fondamentale la gestione della materia prima. Purtroppo oggi non è così facile, principalmente per motivi climatici. Il clima è cambiato tanto negli ultimi anni, assistiamo a eventi anomali, siamo diventati quasi tropicali, ci sono sbalzi termici da una settimana all’altra o addirittura da un giorno all’altro, ci sono periodi estremamente siccitosi, con temperature che superano i 40°, ci sono periodi in cui c’è pioggia torrenziale o spesso anche grandine e quindi noi dobbiamo gestire al meglio questo clima, che non aiuta affatto. In più teniamo molto alla conservazione del nostro territorio perché è un patrimonio che ha un valore altissimo. 

Ha nuovi progetti per il futuro?

Noi abbiamo tanti progetti, sempre. La nostra azienda non si ferma mai; abbiamo vini nuovi, sia da qui sia da Bolgheri: abbiamo fatto dei rosati, bollicine metodo classico di fascia alta, abbiamo anche trovato interpretazioni particolari sul San Giovese, oltre a quelle già note come il Chianti Classico. Negli ultimi anni abbiamo investito tanto anche sulla valorizzazione del territorio facendo venire la gente; abbiamo creato due Boutique Hotel nel cuore dei vigneti. 


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Articolo di Noemi Giommi