Federico Firoldi: una moda al passo con le esigenze della contemporaneità

Articolo di Alessia Matrisciano

Federico Firoldi è uno stilista creativo che ha saputo creare, con il suo giovane brand, una sintesi delle principali richieste che i clienti più attenti fanno alla moda contemporanea: deve essere genderless, per venire incontro all’identità fluida delle nuove generazioni, deve essere ecosostenibile per combattere il cambiamento climatico e deve essere economica per battere l’inflazione e diffondersi “dal basso”. Le collezioni di Federico sono tutte queste cose, e anche di più: modificando vecchi capi difettati o non più utilizzabili, mette in campo doti di creatività e problem solving ancor più alte di quelle richieste per un lavoro tradizionale.


Qual è stato il tuo percorso? Cosa ti ha portato a diventare un artigiano?

Io sono un autodidatta, sono cresciuto con mia madre che negli anni 80/90 lavorava per una maison di moda e cuciva anche a casa, quindi sono stato cresciuto a pane e “Donna sotto le stelle”... Quando ho dovuto decidere che lavoro fare, ho deciso di intraprendere un percorso simile, diventando costumista per le scuole di danza. Ma poi, alla ricerca del posto fisso, sono stato inghiottito dalle multinazionali per oltre 15 anni. Sono stato visual merchandiser, quindi comunque sono rimasto nell'ambito della moda, ma la parte creativa in alcune realtà così grandi purtroppo viene meno… E poi è arrivato il Covid!

Durante il lockdown mi sono cimentato con la mia macchina da cucire a creare cose nuove partendo da vestiti che avevo nell'armadio e non usavo più: ho fatto delle foto e le ho postate senza troppe aspettative, semplicemente per passare il tempo, invece il riscontro è stato alto. A quel punto, vista anche l'instabilità del momento, ho deciso di buttarmi in un progetto tutto mio. Ovviamente avevo mille dubbi, ma alla soglia dei 40 anni un cambiamento ci voleva: ed eccomi qui!

Moda Federico Firoldi

La tua attività si svolge su due direttrici: moda sostenibile e genderless. Perché credi che questi temi siano importanti?

Inutile dire che il periodo storico ci porta esattamente a parlare di questi due punti. Viviamo in un mondo  che i nostri predecessori e anche noi abbiamo portato allo sfinimento. C'è bisogno di un cambiamento e sono sicuro che si debba assolutamente partire da piccoli gesti, e per me quello che faccio io in termini di sostenibilità è un piccolo gesto: chiunque nella sua vita ha scelto un capo usato rispetto ad un capo nuovo, almeno una volta. La mia generazione, ad esempio, è cresciuta con i vestiti di fratelli più grandi, ha tagliuzzato jeans per farli diventare più fighi senza spendere soldi e ha messo spille da balia su qualsiasi cosa. Ecco, io nasco da qui: mi piace personalizzare un capo che è appartenuto a qualcun altro, che ha avuto già una storia, per farlo rivivere e dargli una nuova possibilità. Per me l'upcycling significa questo. Ovviamente quella che faccio non è una semplice customizzazione ma è il risultato di un progetto, di una visione. 

Per quanto riguarda il genderless, questa è la generazione della fluidità e neutralità sessuale e quindi perché non andargli incontro creando qualcosa che possa andare bene a tutti? Semplicemente non faccio capi né maschili, né femminili. I miei abiti possono adattarsi a generi sessuali e fisicità diverse: infatti le mie creazioni sono anche one size, per cui sono regolabili in base allo stile e alle taglie. 

In definitiva, la mia visione di moda sostenibile vuole essere aperta a tutti quelli che si sentono a loro agio con  se stessi.


Come nascono i tuoi prodotti?

I miei prodotti, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non nascono da un moodboard, non nascono da uno  studio della concorrenza, ma nascono dalla disponibilità. Alla base di tutto c'è il recupero di capi d'abbigliamento usati e tessuti non convenzionali, per cui creo le mie collezioni in base a  quello che ho a disposizione. 

Collaboro con associazioni di volontariato e realtà vintage che mi donano (il più delle volte) i capi che non possono essere donati o venduti, a causa di piccole imperfezioni. Sulla base di quello che viene dato in  quel momento costruisco le collezioni. Ovviamente, una volta trovato un filo conduttore per la collezione, cerco di recuperare altri pezzi per poterla completare, ma di base non c'è nessun progetto.

Collezione di Federico Firoldi

Qual è la creazione che ti ha reso più orgoglioso?

La maggior parte delle mie creazioni mi rende orgoglioso. Sicuramente mi entusiasmano tutte quelle che prevedono lo stravolgimento estremo dei capi iniziali: ad esempio, nella prossima collezione primaverile ci saranno molti kimono e tute create con pantaloni e jeans da donna, dove i dettagli del pezzo originale si vedono ancora ma la struttura del capo viene completamente stravolta. 

Poi ci sono gli ordini dei clienti, quelli che non trovando disponibile un capo sullo shop online decidono di farselo realizzare “su misura”, magari recuperando dei vecchi vestiti a cui sono affezionati, o magari chiedendomi un dettaglio particolare, creato solo per loro... Ecco, questo mi scalda veramente il cuore!

Moda femminile di Federico Firoldi

Quale futuro immagini per la tua attività?

Quello che vorrei per la mia attività è che restasse sempre con i piedi per terra: non voglio diventare un brand con prezzi proibitivi e non voglio avere mille punti vendita in giro per il mondo. Questo non vuol dire che non voglio crescere, ma vuol dire che voglio trovare il modo di far rimanere il mio brand qualcosa alla portata di tutti sempre e ovunque; voglio esserci sempre io dietro ogni cosa che viene fatta.

Per ora il mio progetto è letteralmente “home-made”, ma l'idea per questo anno è di trovare un laboratorio dove poter condividere il   mio lavoro con i clienti e altre realtà artigiane.


C’è qualcos’altro che ritieni importante far sapere ai lettori che ti conoscono per la prima volta?

Sicuramente vorrei sottolineare i punti forti del mio brand: sostenibile, genderless, accessibile. Vorrei che chi non mi conosce potesse farlo attraverso questi tre aggettivi; vorrei che si ricordasse che qualsiasi cosa si può vedere sul mio sito, anche se indossata da un/una modella, o fotografata in maniera super patinata (si spera prima o poi), può stare benissimo anche a lui/lei e soprattutto che può permettersela! Inoltre, ci tengo a far sapere che c'è sempre qualcuno da questa parte con cui si può parlare e chiedere informazioni, affinché l'acquisto sia consapevole sotto ogni aspetto.


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