Gusto esotico e rispetto per gli oggetti antichi: il mondo di Gabriella Gaeta e di Ars Decorating

Articolo di Benedetta Colasanti

Dopo l’esperienza nell’ambito della grafica pubblicitaria e della pittura murale, Gabriella Gaeta decide di dedicarsi a tempo pieno all’espressione delle proprie idee. Il negozio Ars Decorating, nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, è un piccolo mondo in bilico tra tradizione ed esotismo, tra dipinti, cartoline e stampe d’artista, antiquariato e gioielli. 

dipinti, realizzati con perizia tecnica, esprimono con originalità il vissuto personale dell’artista. Gabriella Gaeta si lascia tuttavia ispirare anche all’anima dei supporti, realizzando oggetti a metà tra arte e decoro. Ars Decorating propone inoltre oggetti e mobili antichi restaurati e gioielli in bronzo e in argento che nascono dalla collaborazione tra Gabriella e il compagno.  

Antiquariato di Ars Decorating

Gabriella, guardando indietro nel tempo, ti va di raccontarci come hai iniziato?

Mi è sempre piaciuto disegnare e dipingere. Poi, piano piano, dopo qualche incidente di percorso e scuole sbagliate, mi sono direzionata verso la mia passione, che all’inizio era la grafica pubblicitaria. Mi piaceva tantissimo perché era tutta manuale, dalla progettazione alla preparazione dei layout fino alla presentazione dei bozzetti al cliente; era tutto disegnato o dipinto a mano. Poi, a un certo punto, è subentrata la grafica computerizzata e io non mi divertivo più. Allora ho spostato piano piano il mio lavoro, cercando piccoli lavoretti di pittura murale, prima nelle case degli amici, dei parenti degli amici e infine con più intensità. Poi ho avuto la fortuna di entrare in una bottega importante e ho capito che era questo quello che volevo fare. 


Dunque ti sei formata anche presso una bottega…

Ho avuto la grande fortuna di andare a lavorare, in età abbastanza avanzata, in una bottega di restauro e decorazioni, dove ho imparato veramente il mestiere che sto facendo ora. E mi sento ancora più fortunata considerando che non ero più giovane e che ero una donna. Le donne nelle botteghe, specialmente quelle storiche, non sono molto ben accolte, anche se sono giovani e hanno voglia di imparare. Magari alcuni lavori sono pesanti e l’uomo può avere più forza, ma per quanto riguarda la lavorazione non c’è bisogno di avere i muscoli. 

Negozio di Ars Decorating

Quali sono le tappe del tuo processo creativo? 

Ho la testa piena di idee! Non è detto che finisca i lavori perché mentre li porto avanti ho già un’altra idea da realizzare e quindi accantono quello che sto facendo, altrimenti perdo l’ispirazione. Magari, quando accumulo un po’ di idee scelgo quella che mi piace di più in quel momento e vado avanti. Poi dipende anche dai supporti che trovo: io tendo a dipingere su supporti antichi. A seconda della forma e della tipologia dell’oggetto mi faccio ispirare. 


Che tecniche pittoriche utilizzi?

Io uso soltanto pittura a tempera e la tecnica dell’affresco. Uso i pigmenti, colla di coniglio, albumina, patine varie. Questo fa sì che, perlomeno a gusto mio, i miei dipinti abbiano un senso di vissuto rispetto alle tecniche più moderne. 

Collane di Ars Decorating

E per quanto riguarda i gioielli?

I gioielli nascono dalla collaborazione tra me e il mio compagno. Ci scambiamo un po’ di idee e lui li realizza, perché è bravissimo a usare la tecnica a cera persa: fa i modelli in cera senza neanche disegnarli prima, li ha in testa. Si mette lì con l’ago e con piccoli attrezzi per lavorare la cera e crea cose bellissime che poi portiamo dal fonditore, dove decidiamo il metallo con cui li vogliamo fare. Di solito in bronzo, che trovo che sia un metallo meraviglioso, anche se un po’ duro da lavorare, e anche di argento perché alcune persone pensano che il bronzo faccia allergia, ma non è vero. 


Come trasmetteresti questo mestiere? 

Una volta gli artigiani erano gelosissimi dei loro segreti. Io invece faccio la spia: quando qualcuno mi chiede qual è la tecnica, come si fa a fare il crackle o le patine… Non mi piace dire bugie o non comunicare queste cose che ho imparato; perché poi ognuno le sviluppa a modo suo. Non ho paura che qualcuno mi rubi il mestiere.


Il piccolo mondo di TiMarmo gioielli
Articolo di Beatrice Amadei