La Bibì: un angolo di casa a Sarzana

Articolo di Beatrice Amadei

Il negozio di Cristina, soprannominata Bibì, è un piccolo angolo di casa: un salotto trasportato oltre la porta d’ingresso. 

Ad ogni angolo siamo circondati dalle sue creazioni: dalle lampade e dai paralumi, dalle tende abbinate, ai cuscini, alle poltrone. Tutto pensato con cura ai dettagli e precisione nell’abbinare i colori, per dar vita all’idea di casa di chiunque entri in negozio con in mente qualcosa da realizzare.

La preziosità di Cristina è proprio il saper ascoltare. Perché per creare qualcosa di unico, qualcosa che renda davvero felice chi ne ha fatto richiesta, bisogna, prima di tutto, mettersi in ascolto.

Poi servono creatività e manualità e una grande conoscenza dei vari tipi di tessuto.


Come nasce “La Bibì”?

“Io sono nata nel settore dell'arredamento: ho frequentato il liceo artistico, mi sono laureata in architettura e ho sempre seguito il mondo dei mobili e dell’arredo. 

Dopo tanti anni, però, ho deciso di dar vita al mio sogno e, poco prima del Covid, ho iniziato ad investire in questa attività. 

Il mio sogno era proprio quello di creare e rendere il mio lavoro tutte quelle cose che mi piaceva fare come hobby, per amici e conoscenti: quindi le piccole tappezzerie e i paralumi.

Per esempio, realizzo qualsiasi forma e colore di paralumi, basandomi anche su oggetti che mi portano i clienti stessi. Mi piace molto ridare magari vita a vecchi vasi o a oggetti antichi che altrimenti sarebbero abbandonati: farli diventare una lampada. E l’ultima creazione che ho fatto è proprio una lampada creata con una ruota di bicicletta.

Dal paralume poi nasce tutto un discorso che comprende il coordinato del tessile: la poltrona magari tappezzata uguale, oppure la tenda.

Quando ti butti in un progetto simile ci devi credere, devi avere pazienza e continuità, e all’inizio è un po' difficile farsi capire ma adesso sono felice.”

Creazioni la Bibì

Qual è stata la richiesta più particolare che hai ricevuto?

“Una volta mi hanno portato un mezzo busto di plastica, un mezzo manichino che la cliente aveva ritrovato nella sartoria della nonna e da questo abbiamo realizzato una lampada. Praticamente ho bucato il manichino in testa e ho creato un cappello. 

Una lampada può nascere davvero anche da cose che non ci immaginiamo: bisogna solo lavorare di fantasia.”


In base a cosa scegli i tessuti e i colori?

“Qui in negozio li faccio un po' a mio piacere, per dare un’idea al cliente. Ma quello che poi mi piace fare è scovare l’idea che lui ha in mente per realizzarla proprio come vorrebbe. Il cliente ha a disposizione tutta una gamma di tessuti e di colori da poter scegliere, provenienti da una mia azienda fornitrice di fiducia, ordina il prodotto, si lavora e si crea proprio l’oggetto personalizzato.”


Quali tipi di tessuto ci sono a disposizione?

“I tessuti di tappezzeria vanno dal cotone, al lino, al poliestere. Quest’ultimo dobbiamo utilizzarlo per alcune creazioni perché rimane un pochino più rigido degli altri materiali ed è antimacchia. Ma, comunque, ogni realizzazione ha la sua stoffa. 

Ora, per esempio, si tende a lavorare tanto il velluto che da anni era fermo come mercato: sta ritornando di moda sia a tinta unita sia in fantasia. Il velluto però è uno dei tessuti più coprenti e quindi è sconsigliato negli ambienti dove entra poca luce. Una lampada in velluto crea una luce a fascio: dall’alto verso il basso e illumina quindi soltanto l’angolo. 

Tuttavia, se un cliente vuole proprio qualcosa in velluto per un ambiente poco illuminato si possono unire anche più pesantezze e magari inserire una striscia in velluto sul fondo di una tenda in lino.”

Composizione di Cristina di la Bibì

Come viene realizzato, quindi, un paralume?

“Tutto nasce da dei rotoli adesivi che vado ad aprire e a posizionare in base alla forma e alla dimensione che vogliamo dare al paralume. Questo rotolo viene fissato poi, alle estremità, con dei cerchi, anche qui di diametro personalizzabile. 

Una volta creata la base vado a ricoprirla con la stoffa scelta dal cliente e aggiungo poi tutti i dettagli e le rifiniture. Anche le passa maglierie possono essere scelte, perché alla fine l’oggetto si costruisce in cammino ed è un po' un lavoro di squadra con il cliente.

Le tempistiche di realizzazione vanno dai 15 giorni per le cose più semplici, fino ad un mese per lavori di coordinati d’arredo fatti a casa del cliente, in cui devo prendere tutte le misure e definire il lavoro.” 


Come hai imparato a lavorare con la tappezzeria?

“Ho imparato un po' da sola: avevo un’amica di mia mamma che faceva la tappezziera e quindi a volte andavo ad aiutarla e a chiederle aiuto per fare i miei lavoretti. Lei mi dava indicazioni e poi piano piano ho iniziato a farlo da sola, con manualità e pazienza perché sicuramente non è detto che un lavoro esca perfetto al primo colpo e quindi bisogna riiniziare e rilavorare ancora e ancora. Il segreto è amare quello che si fa.” 


Cosa significa per te la parola “casa”?

“La casa è un posto che ci deve far sentire bene e il messaggio che voglio dare a chi entra nel mio negozio è proprio quello di sentirselo un po' addosso: come un angolino di casa propria. Per questo sto attenta ai dettagli, alle disposizioni e agli abbinamenti dei colori: per renderlo un posto accogliente per chi entra, per far sentire a suo agio il cliente e far uscire le sue idee a pieno.”


Progetti futuri?

“Qui affianco sto cercando di aprire solo il laboratorio di paralumi e tende, perché volevo differenziare i mobili dal tessile. Tutto insieme a volte crea confusione, sembra troppo un negozio e poco artigianale e quindi voglio proprio sottolineare il segno dell’artigianalità

All’artigianato ci devi credere, perché è un percorso all’inizio un po' difficile da far comprendere. Sono contenta che anche i giovani apprezzino le mie creazioni, che a volte acquistano per la loro prima casa.

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