La Tessenda: un filo teso tra il passato e il presente

Articolo di Beatrice Amadei

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Quando siamo entrate nel suo negozio a Lucca, Nadia stava arrotolando fili intorno al suo telaio. È stato un po' come fare un passo indietro e, in silenzio, ci siamo messe in ascolto del suono della tessitura: del suono di quest'arte, delle sue infinite sfumature e della pazienza che richiede. 

Con le sue mani Nadia non intreccia soltanto stole, sciarpe, asciugamani e presine, ma tende anche un filo tra il passato e il presente, tra la magia di un'attività che raffigura il “fatto a mano” e il bisogno che questa magia non vada perduta. 

Filo dopo filo, disegno dopo disegno, tutto frutto di una progettazione e di una manualità che ci insegnano l'arte dell'attesa: del saper aspettare per ammirare poi un risultato unico. 

Nadia di La Tessenda

Come nasce La Tessenda? 

“È da 24 anni che la tessitura è diventata la mia passione. Ho iniziato a tessere facendo un corso, sempre qui in provincia di Lucca, nel 1999. Organizzarono questo corso perché la tradizione della tessitura era sempre stata importante per Lucca ed era qualcosa che non doveva andare perso. Da allora non ho più smesso. Inizialmente facevo i mercati d’artigianato in giro per la Toscana e poi ho aperto questo spazio qui a Lucca, in centro. 

Ho due telai: uno più grande che era un vecchio telaio che ho risistemato e uno più piccolo, realizzato da mio marito sul modello di quello grande, che utilizzavo per fare i mercatini.”

Perché il nome "La Tessenda"? 

“La Tessenda era una vecchia azienda che tesseva nei primi anni del 900. Una volta finito il corso di tessitura, insieme ad un’altra ragazza che aveva partecipato, iniziammo a lavorare sui telai a Palazzo Mansi, sede della pinacoteca di Lucca, e c’eravamo scelte come nome “La Tessenda” proprio per questo motivo. Quando ho aperto il mio negozio l’ho ripreso.”

Realizzazione tessuti di La Tessenda

Che cosa crea attraverso il telaio e quali filati utilizza? 

"Principalmente lavoro sciarpe e stole e prediligo i filati naturali, ma sul telaio si può lavorare qualsiasi tipo di filo: il mohair, l’alpaca, il cashmere, la canapa e in inverno, per esempio, la lana. 

Quello che faccio spesso è utilizzare i motivi classici della tradizione, come il quadrettino lucchese o la rosa di Barga, realizzando sempre qualcosa di nuovo: borsellini, presine, portapane, porta occhiali, borse e anche sacchettini profumati con dentro la lavanda di casa mia. 

Oltre a quelli elencati, un altro motivo della tradizione, per esempio, è il filaticcio. Lucca era famosa per la lavorazione della seta e quando veniva filata la parte che cascava, ovvero il cosiddetto “cascame”, veniva rifilata e ci facevano il filaticcio: un tipo di lavorazione irregolare, perché comunque si trattava di una parte grezza, ma molto richiesto per le tappezzerie. Ora però non si riesce quasi più a fare perché non c'è più il cascame di seta: non la lavorano più. 

Un altro motivo ancora è quello tipico della Garfagnana la cui forma del disegno ricorda delle fiamme. La Garfagnana era una zona in cui si allevavano tante pecore e quindi facevano un ordito, magari, con il cotone povero e poi ci mettevano la lana che avevano a disposizione proprio per ricreare questo disegno. Io lo utilizzo sulle borse, asciugamani, sui sacchettini … su quello che mi chiede la gente.” 

Realizza quindi anche su ordinazione?

“Si, faccio anche cose su ordinazione. Per esempio i runner per la tavola io li faccio di una misura standard però succede spesso che magari qualcuno ha bisogno di un'altra misura per il suo tavolo. Anche per quanto riguarda le stole o le sciarpe si può richiedere un colore diverso. Solamente, non ci vuole fretta.”

Quanto tempo ci vuole per tessere, per esempio, una stola?

"Tutto dipende dal filo, da quanto è sottile. Per fare una stola, generalmente, ci vogliono quasi 800 fili. Tutto parte dalla progettazione; si prosegue poi con la realizzazione dell’ordito, si passano i fili sul telaio e si passa il filo di trama. In genere ci vuole una giornata di lavoro.

Il tempo diminuisce se si usano invece la lana o filati, comunque, più spessi. In questi casi si usa più materiale ma si impiega meno tempo. Anche con il mohair: per far sì che il tessuto rimanga soffice, il filo deve essere lasciato più largo, per evitare che si infeltrisca, e di questo tipo di stole riesco a farne anche 2 in un giorno.

Si tratta di una produzione artigianale e quello che si crea manualmente ha bisogno del suo tempo. Ci vuole calma. Ma questo è il valore delle cose fatte a mano.”

Attrezzi di lavoro La Tessenda

Che cos'è per lei la tessitura? 

"Per me la tessitura è un'idea della vita. Tessere ti insegna tantissime cose. Ti insegna la pazienza, il ritmo, la cadenza, ti insegna ad ascoltare il suono del telaio. La tessitura mi regala la possibilità di esprimermi: di creare qualcosa con le mie mani. E sono un’infinità le cose che si possono creare con un telaio. Oggi è difficile saper creare qualcosa, ma la manualità è una risorsa che non dovrebbe mai essere perduta per creare oggetti sempre nuovi”


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