Prima trasferirmi in Spagna e poi, circa 15 anni fa, sul lago di Varese con mio marito, vivevo in città, a qualche km dal centro.
Ricordo i pomeriggi a passeggio con le mie amiche, tra vetrine, chiacchiere e risate.
Ma c’era un luogo che per noi era speciale, un piccolo negozio artigianale in via Carrobbio, nella zona più centrale di Varese.
Lì la mia fantasia veniva stuzzicata da orecchini, fiori di carta, collane dalle forme particolari, colori vivaci e oggetti che trovavano spazio nel mio portagioie.
Calicò è sempre stato un posto del cuore per me: osservare Cristina, la titolare dall’ animo incredibilmente creativo, dare forma a oggetti stupendi, raccontare storie ed emozioni, era così ispirante!
Un ricordo tanto bello da volverlo condividere con Italian Bees, attraverso una chiacchierata con lei, nel suo regno magico, colorato e pieno di amore.
E dopo tanti anni la sensazione non è cambiata: un viaggio tra colori, forme ed energia bella, quella in movimento che caratterizza ogni creativo.
Come racconteresti oggi l’anima di Calicò a chi non lo conosce?
Sono Cristina, segno zodiacale acquario, un dettaglio importante perché strettamente legato al mio lato creativo: da sempre progetto, trasformo e creo con materiali di qualunque tipo!
Un percorso, il mio, che ha abbracciato diversi stili e fasi: affascinata dalla scrittura, il mio primo grande amore, ho frequentato il liceo classico per poi essere rapita da un'altra forma d’arte, la pittura.
Una passione che mi ha guidato inizialmente verso l’accademia delle Belle Arti di Brera per poi approdare alla facoltà di Architettura.
Per mantenere i miei studi ho iniziato a lavorare presso un negozio di bigiotteria di Milano, un settore che da sempre cattura la mia attenzione, unitamente a quello della sartoria.
Quest’ultimo, un amore trasmesso dalle nonne, entrambe sarte, e grazie alle quali ho sempre giocato con fili e stoffe colorate, nutrendo fin da piccola un’innata creatività.
Tuttavia, terminati gli esami di Architettura, in procinto di scrivere la tesi, mi sono resa conto che non stavo per nulla inseguendo il mio sogno e che, in realtà, quella dell’architetto non era la mia vera ambizione.
In quel momento esatto è nato Calicò, il mio piccolo negozio nel centro di Varese, il cui nome si riferisce a una tipologia di cotone molto leggero, importato dall’India, il calico.
Dalla trama semplice e robusta era il tessuto con cui, nel ‘700, venivano cucite le gonne, le sottogonne e la biancheria intima delle signore dell’epoca.
Perché Calicò? Amo i nomi accentati e adoro l’India, motivo per il quale questa parola affascinante incarna tutte le mie passioni.
Come si è evoluto nel tempo il tuo negozio?
Era il 1998, quando ho aperto la porta di Calicò e, grazie a una serie di circostanze propizie, ho trovato un annuncio che proponeva l’affitto di questo piccolo locale.
Ho iniziato proprio con la bigiotteria, grazie alla precedente esperienza milanese, accompagnate da piccole borse di stoffa dalle forme buffe.
Nel tempo si sono aggiunti numerosi materiali tra cui la ceramica, la carta, ispirata dagli origami giapponesi per i quali nutro un’incredibile passione e con i quali ho creato una linea di orecchini e collane.
Ho successivamente inserito le perle di vetro colorate, una delle mie passioni più grandi.
Diverse linee quindi, alcune concepite quasi in serie, altre assolutamente dettate dall’ispirazione del momento.
A completamento delle mie creazioni, la scrittura che inserisco volentieri tra i miei oggetti corredando i pacchetti con brevi spiegazioni e le poesie volanti
Di cose si tratta? Sono i miei pensieri sospesi, ovvero parole sospese, poesie o pensieri scritti e stampati su piccoli fogli di carta e che sono sicuramente una delle particolarità del mio negozio.
Quali materiali usi e come descriveresti il tuo approccio creativo?
Uso una vasta gamma di materiali, ma tra i preferiti sicuramente si distinguono le mie perle di vetro colorate, oppure le pietre dure.
Devono essere molto colorate: amo i colori pieni e forti e contrasti tra i colori primari, oppure accostamenti piuttosto vivaci, come il viola con l’arancione, mentre non amo il marrone e il beige.
Utilizzo fili di corda che si inseriscono in modo giocoso in ogni mia creazione conferendo anche un aspetto meno serioso alle perle, per esempio.
Accanto a pietre dure e perle di vetro amo usare la ceramica, modellata da me o da altri artigiani con cui collaboro ormai da tempo.
Professioniste con cui ormai si è creato un vero rapporto di amicizia e complicità e con cui ci si supporta reciprocamente, sempre.
Amo molto riutilizzare materiali che normalmente vedono altri utilizzi come pezzi di stoffa generalemnete usati come applicazioni per magliette ma da cui io ricavo quelle che chiamo “collane ricamo mobile”, ovvero un accessorio che si può spostare su qualunque abito dando l’effetto ricamo direttamente sul vestito.
Sono appassionata di uncinetto e ricamo, che mi permettono di creare accessori unici e molto particolari, adattabili a diversi stili e gusti.
Da cosa trai più spesso ispirazione?
Ogni giorno decido cosa creare, seguendo il mio flusso creativo e ogni ispirazione.
A volte, nel periodo di Natale, ho idee per quello di Pasqua e viceversa, in estate penso alla collezione invernale e così via.
Ma è proprio questo il bello del mio lavoro: lasciarsi trasportare senza riserve dall’ispirazione del momento.
In questo momento sto creando dei pesciolini di ceramica, questa volta in totale connessione con la stagione e il clima ( n.d.r. al momento dell’intervista era luglio!)
Immagino le cose ma senza bozzetti o progetti le creo, provando e cambiando materiali e forme in corso d’opera, attraverso un tipo di creatività che mi piace definire “in movimento”.
Essendo amante del periodo di Virginia Wolf e dal movimento Bloomsbury (un circolo di intellettuali e artisti londinesi che discutevano di arte, letteratura, filosofia ed economia in modo informale e anticonvenzionale) ho seguito il flusso progettando una linea di gioielli con materiali semipreziosi e acciaio.
Ciascun pezzo prende il nome di una sua opera, creando un omaggio intimo e contemporaneo al suo universo letterario.
Ho creato quindi diverse collane classiche adornate da qualcosa di contemporaneo, per un gioiello unico e assai personale.
Qual è il segreto per mantenere viva la tua passione ogni giorno?
Il motore della mia attività sono le miei idee che superano nettamente il tempo a disposizione per crearle.
Ogni cosa mi stimola offrendomi l’incipit per una collezione diversa che parli di me ma anche di chi la indosserà
Ogni giorni mi lascio travolgere dal mio flusso creativo che mi permette di creare quotidianamente proposte nuove.
Recentemente ho messo in vetrina il mio antico Dolceforno (uno storico fornetto elettrico italiano per dolci e lievitati, famoso dagli anni ’70, usato per cuocere in miniatura torte e biscotti veri) con un cartello che cita “Sto sfornando cose nuove”
Una frase che mi rappresenta e che tiene viva la mia attività, in una città di provincia in un momento storico come quello che stiamo vivendo.
Calicò è stata una scommessa, che sta durando nel tempo, grazie all’amore e alla passione che nutrono la mia resistenza e resilienza.