Estro, godimento estetico e sensoriale, forti simbolismi: la Pasticceria Chiara di Fabio Longhin laboratorio di arte e gusto

Articolo di Silvia Vignati

Sapevo che stavo per incontrare una personalità “ibrida”, un mix fra un pasticciere, un filosofo, un appassionato di arti visive.

Mi ero documentata e su Fabio Longhin il web restituiva suggestioni diverse, che sommate davano vita una personalità poliedrica.

Varcando la soglia della sua pasticceria, e iniziano a conversare con lui, le ho ritrovate tutte. 

Chi è Fabio Longhin e cos’è la Pasticceria Chiara?

Un uomo curioso, con la voglia di scoprire tutto quello che c’è intorno con gli occhi di un bambino, e con la passione di intrecciare e connettere diverse realtà.

La Pasticceria Chiara nasce nel 1974, frutto dell’amore dei miei genitori che aprono l’attività, due innamorati che cercano di portare il loro mestiere in questa piccola cittadina, Olgiate Olona, in provincia di Varese. 

È un luogo dove la qualità artigianale incontra una visione contemporanea, e ogni prodotto è frutto di cura e dedizione. Sono nato in Pasticceria, l’ho respirata sin dal primo giorno, poi ho intrapreso strade differenti. Torno però in negozio e dal 2009, sotto la mia guida, la Pasticceria Chiara ha integrato anche la mia visione, introducendo nuove creazioni come la “brioche della settimana”: simbolo del desiderio di offrire ai clienti un piacere sempre nuovo e stimolante, con connessioni nei vari mondi, dall’istruzione alla cultura, all’arte.

Cosa ti rende felice nella tua attività e di cosa vai fiero?

Pasticceria Fabio Longhin


Ciò che mi rende più felice è vedere l’emozione nei volti dei clienti quando assaggiano i nostri prodotti. È gratificante sapere che attraverso il mio lavoro riesco a creare piccoli momenti di gioia. Sono fiero di aver mantenuto viva la tradizione della Pasticceria Chiara, innovandola costantemente senza mai tradire i suoi valori originari. 

Le connessioni sono parte integrante del gruppo, l’unione dei vari mondi stimola ogni giorno sia a me che tutti i miei collaboratori ad avere una visione di bellezza della vita, che poi trasferiamo nel nostro lavoro.

Insieme al mio staff abbiamo ottenuto diversi riconoscimenti e soddisfazioni. Siamo nella guida 2024 di una realtà prestigiosa quale il Gambero Rosso e siamo stati inseriti nella top 10 di Bargiornale 2025. 

Ma il mio orgoglio maggiore resta il legame che siamo riusciti a creare con il territorio e la comunità.

Che significato hanno per te le parole tradizione e innovazione?

Tradizione è il nostro punto di partenza: le ricette, i valori e l’attenzione che abbiamo ereditato dal passato. Innovazione, invece, è il nostro modo di interpretare quelle radici per renderle attuali e coinvolgenti. Per me queste due parole non sono in conflitto, ma si alimentano a vicenda.

Ad esempio, con il progetto “Petra Evolutiva”, ho voluto riscoprire i sapori autentici del grano, ma anche promuovere una filiera sostenibile che guarda al futuro. 

Ogni nostra creazione nasce da questo equilibrio, dal rispetto per ciò che è stato e dalla curiosità verso ciò che può diventare.

L’interazione con tutto quello che ci affianca nel mondo della Pasticceria è uno stimolo e una visione per guardare la nostra storia e provocarla rispettandola, mi vien da dire, per dare una nostra proiezione a un nostro punto di vista. Parlo sempre al plurale perché mi sento coach di un team molto attivo in tutte le decisioni, potremmo definirci una squadra di basket, dove tutti corrono verso un obiettivo in comune.

Un uovo di cioccolato, di Fabio Longhin, non è un semplice dolce, ma un monito, un messaggio, una scultura.


Per me, l’uovo di cioccolato è molto più di un prodotto: è una espressione e un modo per comunicare. 

Ogni dettaglio ha un significato. 

Mi piace pensare che un dolce possa raccontare una storia, veicolare un messaggio. 

L’uovo in sé rappresenta rinascita, potenzialità e trasformazione, ma può anche essere una provocazione, uno stimolo per chi lo osserva e lo gusta. Lavoro affinché ogni mia creazione non sia solo esteticamente bella, ma anche portatrice di emozioni e riflessioni.

In questi anni abbiamo collaborato con diversi artisti pop, di Street Art, col mondo della scuola, col mondo della cultura e (non ultimo) con il mondo del sociale. Le nostre creazioni limited edition (chiamiamole in questa maniera, anche se il termine è un po’ da marketing) trasportano sempre un messaggio, una visione e uno stato d’animo che noi viviamo, e quindi trasferiamo il tutto in un prodotto connesso con questi mondi.

Perché sviluppare visioni è importante?

Le visioni sono ciò che ci spinge a migliorare e a guardare oltre il presente. Senza una visione chiara, si rischia di rimanere immobili. Nel mio lavoro, sviluppiamo visioni che combinano l’eccellenza artigianale con la sostenibilità e la collaborazione con la comunità. 

Ad esempio, il progetto Petra Evolutiva è nato proprio da una visione: riportare il contadino al centro della filiera e riscoprire il valore autentico delle materie prime. Una visione forte non solo guida le scelte, ma ispira anche chi ci sta intorno.

Cosa analoga per l’uovo di cioccolato. Abbiamo generato insieme agli “Urban Solid”, due artisti di Street Art in 3D, un progetto dove abbiamo utilizzato una dea di cioccolato che poi si è trasformata in una produzione artistica. 

Il processo creativo è iniziato da un ragionamento sulla decadenza della società, quindi abbiamo immaginato un uomo in un contesto surreale: dove non esiste né cielo né terra, mentre si pone delle domande a cui la società attuale non è in grado di rispondere. 

Così è nata un’opera d’arte chi si chiama “Icon”: una testa di puro cioccolato fondente raffigurante una dea greca, simbolo di forza, saggezza, rinascita, contenuta in una scatola con la silhouette di un uomo solo, colto in un paesaggio desolato, evocativo di un possibile futuro distopico.

Non trovi che oggi, quando si parla di cibo, ci sia un abuso della parola esperienza?

Sì, la parola “esperienza” è spesso usata a sproposito. Credo che un’esperienza autentica non sia solo una trovata di marketing, ma un qualcosa che nasce dalla connessione tra qualità, storia e persone. 

Nella Pasticceria Chiara cerchiamo di offrire un’esperienza vera: non si tratta solo di gustare un dolce, ma di vivere un momento che racchiude tradizione, innovazione e cura per i dettagli. Purtroppo, oggi si tende a etichettare come “esperienza” anche ciò che manca di sostanza e autenticità.

Lasciando il locale, ho la sensazione che il lavoro di Fabio si riverberi sulla comunità in modo virtuoso, offrendo occasioni di convivialità e riflessione.

Succede quando siamo in presenza di personalità che sanno andare oltre il loro ruolo, che non si imbozzolano in un’etichetta.

Parafrasando Walt Whitman, Fabio Longhin è vasto e contiene moltitudini.

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Estro, godimento estetico e sensoriale, forti simbolismi: la Pasticceria Chiara di Fabio Longhin laboratorio di arte e gusto
Silvia Vignati July 17, 2025
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