Fabio Cammarata non ha scelto il gioiello: è stato il gioiello a scegliere lui.
Nato in una famiglia di gioiellieri di Caltanissetta, ha inizialmente cercato di allontanarsi da quel mondo, affascinato dalla moda e fortemente determinato a trovare la sua strada.
Dopo gli studi in architettura e una borsa di studio alla Domus Academy di Milano, ha lavorato per grandi nomi come Ferré e Diego Della Valle, ma qualcosa mancava ancora. Nei laboratori di accessori per borse e scarpe ha scoperto il potenziale nascosto negli oggetti più piccoli, in quei dettagli che impreziosivano le collezioni.
Così, nel 1994, si è ritirato in un garage per sperimentare, liberandosi dai vincoli imposti dal commercio e cercando un linguaggio del tutto personale, un’impronta distintiva completamente svincolata da dettami e imposizioni.
“Non è stato facile dire ai miei genitori che avrei intrapreso la loro strada ma a modo mio”, ricorda Fabio sorridendo. Nasce così un gioiello unico e quasi inclassificabile, con grande sforzo per i comunicatori che intervistavano Fabio, affascinati dal suo lavoro. Fino a che, anni dopo, una mostra personale di Padova lo ha consacrato con un catalogo dal titolo emblematico: Gioielli tra arte e design. Oggi, Fabio crea pezzi ispirati all’arte, alla moda e al design, pensati non solo come oggetti da ammirare, ma come elementi che si fondono con chi li indossa.
Gioielli unici tra arte e design
“Ogni mio gioiello nasce da una ricerca profonda su materiali, prevalentemente ottone e bronzo, e forme -racconta Fabio- e talvolta rappresenta una commistione tra discipline, come nella collezione Metropolis, i cui pezzi richiamano gli elementi di architettura dei fumetti. In generale, il mio processo creativo è un dialogo continuo tra geometria e matericità, tra struttura e istinto, che rende ogni pezzo irripetibile”. Tra le sue creazioni più celebri ci sono le lettere composte da micro sculture di piccole donne, amatissime dagli artisti e vendute con successo da una nota catena statunitense e le sue reinterpretazioni di opere d’arte, come gli intarsi ispirati ai dipinti di Klimt.
Le sfide di una gioielleria artistica

Nonostante il successo tra collezionisti e intenditori, Fabio ha sempre riscontrato difficoltà a inserirsi nel circuito commerciale tradizionale: oggi i negozi sono più ricettivi ma il meccanismo di acquisto rimane complesso.
Per questo si è rivolto ai temporary store, collaborando con designer specializzati in svariati settori, costruendo una clientela che si avvicina al gioiello in modo spontaneo e naturale; come elemento complementare di un capo, ad esempio.
Made in Italy e il valore dell'artigianato

“Il concetto di pezzo unico è l’elemento che più mi identifica come produttore Made in Italy” afferma Fabio. Il “fatto a mano” non è solo una scelta estetica, ma una filosofia che valorizza la ricerca artigianale e la sperimentazione e che forse viene meglio recepita dal singolo cliente, piuttosto che dal negozio.
Un esempio significativo in questo senso è l’ultima collezione di Fabio, realizzata con pietre preziose grezze (rubini e smeraldi) appartenute a suo padre, che solo dopo molti anni hanno trovato la loro giusta collocazione.
Innovazione e progetti futuri
l futuro per Fabio Cammarata è fatto di ricerca e libertà creativa. Dopo 18 anni di insegnamento alla Domus Academy, quest’anno è stato chiamato per un incarico all’Accademia di Belle Arti di Venezia, con l’intento di trasmettere il valore della sperimentazione alle nuove generazioni. Nel frattempo, continua a esplorare nuovi materiali e forme.
Il suo sogno? Continuare a creare senza vincoli né compromessi fino a quando la passione lo sosterrà. Perché, per un vero artista, l’ultima creazione è sempre la più bella.