Alkemie pittori di carretti siciliani, la destrutturazione artigianale di un simbolo

Articolo di Vassily Sortino

Prendere il carretto siciliano e destrutturarlo pezzo per pezzo, senza però perdere la sua anima. È l’idea artigianale che hanno pensato i responsabili di Alkemie, pittori di carretti siciliani, azienda artigianale di Partinico, che ha avuto sede a lungo nell’area di Borgo Parrini e che ora ha aperto un nuovo spazio a Palermo in via Argenteria nuova, nel pieno mercato della Vucciria. 

Una bottega dove è possibile osservare con un certo ordine il contenuto di un carretto siciliano, che qui è scisso in più parti e che è possibile interpretare nel pieno della sua arte, ma anche dei racconti che contiene. Storie medievali su cavalieri principesse e mori, che gli stessi responsabili dello spazio considerano “Il trono di spade” siciliano, riferendosi alla nota fiction internazionale.

Alessandro Reale, può raccontarci la storia della tua famiglia, legata anche al mondo dell’artigianato?

«La nostra bottega nasce dall’esperienza di Partinico e Borgo Parrini. Poi anche a Palermo si è creato uno spazio per riproporre lo stesso prodotto: promuovere il carretto siciliano in stile palermitano e catanese. 

Riproponiamo questo caratteristico mezzo di trasporto, a pezzi, sia su supporti antichi in legno che facevano parte dei carretti, ma anche scatole in legno, vetro o anche tele. Nella sostanza non cambia la storia contenuta, ma cambia lo strumento per diffondere la storia o il messaggio esplicito, che è rigorosamente dipinto a mano».

Nello specifico, che cosa producete e vendete da anni nei vostri spazi?

«Noi produciamo oggetti che si rifanno alla decorazione del carretto siciliano. Per esempio: piccole scatolette in legno. Poi abbiamo i pezzi classici del carretto come le sponde laterali e tradizionali. Poi i quadri, soggetti religiosi popolari slegati dalla tradizione del carretto, mattonelle, tele, arazzi e tegole con le carte siciliane»

Questa è una bottega artigianale che serve ad attrarre i turisti. Quale è l’oggetto preferito da loro?

Immagini carretti siciliani


«I turisti in genere apprezzano oggetti piccoli, perché sono trasportabili in aereo o nei bagagli. Per esempio ci sono le scatoline con la rappresentazione delle carte siciliane o le scatole grandi con le scene della mitologia greca. È dipinto anche all’interno, lo creo personalmente ed è il mio oggetto preferito della bottega e il mio orgoglio».

Quali sono i temi rappresentati nei vostri oggetti e che rappresentano la storia siciliana?

«Il 90 per cento delle storie sono legate ai paladini di Francia. Vicende che ritroviamo anche nel teatro dell’Opera dei pupi. Storie di paladini legate a Carlo Magno: per esempio Ruggero che uccide il drago, le giostre tra paladini, le battaglie tra paladini e saraceni o gli arazzi con protagonista Rinaldo, molto gettonata nei carretti siciliani».

Perché le storie legate a questi temi piacciono ai piccini e a chi visita la Sicilia?

«Le storie tradizionali piacciono perché rappresentano l’identità siciliana. Il carretto ha avuto in passato un suo momento di decadenza dalla memoria collettiva. Come se rappresentasse qualcosa di vecchio o legato a un mondo da dimenticare. 

La sua immagine nel mondo è stata rilanciata dagli stilisti Dolce e Gabbana. Poi le storie da raccontare possono essere sovrapposte a quelle delle più moderne serie tv, con la suddivisione tra bene e male, dove il bene vince sempre e il male viene sconfitto».

Come costruite i vostri oggetti partendo da zero?

«Prendiamo per esempio la scatola. Prima si fa la base bianca. Poi con la matita si fanno le bozze di disegno e le linee. Si fanno i fondi e poi le decorazioni a colori. A compimento della creazione c’è la creazione del volto del paladino. A me piace poi creare le paladine femminili, per dare un senso di alternativo e valorizzare la figura della donna».


Oltre 700 artigiani hanno già scelto ItalianBees per raccontare la loro storia. 

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Quali sono gli obiettivi futuri del vostro mondo, che prima è passato e adesso è tornato di moda?

«Anzitutto fare parlare di noi attraverso gli oggetti, perché sono non solo qualcosa che il turista compra, ma la nostra passione e lavoro. 

Attraverso gli oggetti vogliamo fare capire come l’artigianato può dare risposte migliori delle intelligenze artificiali, che sono la vera concorrenza del futuro per noi artisti. Perché il prodotto artigianale è emozione ed è questa la nostra visione principale del mondo dell’artigianato».

Entrano in bottega due turiste straniere. Osservano tutte le opere di Alessandro e stupite iniziano a fare tante foto e tanti selfie in un luogo che rappresenta veramente la Sicilia artigianale nei suoi colori e nei suoi messaggi positivi. Gli artigiani che lavorano qui sono contenti. Naturalmente nella speranza che anche le opere vengano acquistate.

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Cerieri Bottoni August 4, 2025
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